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l'era delle grandi persecuzioni


1544 – Inizia il Concilio cattolico di Trento, che stabilirà i principi della Controriforma. Almeno in parte la chiesa cattolica romana dei secoli successivi sarà improntata ad una reazione al Protestantesimo. Almeno sotto certi profili gli esiti del Concilio tridentino saranno rimessi in discussione soltanto con il Concilio Vaticano II (1962-65). 

1545 – Massacro dei Valdesi della regione francese del Lubéron ad opera dei cattolici. 

1550 – L’eretico Paolo della Riva, di Vigone, viene bruciato vivo a Pinerolo, davanti alla Chiesa di San Domenico.    Sul fatto se il rogo sia stato acceso proprio davanti alla chiesa di San Domenico, il dibattito fra storici valdesi e storici cattolici è aprto. Scrive  Pazé: ‘Che Paolo della Riva, di Vigone, sia bruciato a Pinerolo ‘davanti alla chiesa di San Domenico’ e che lì si facessero i roghi  è invenzione, o supposizione, di Alberto Pittavino, (Storia di Pinerolo narrata al popolo, Tipografia sociale, 1886, p. 246). Egli, a proposito della persecuzione di Bartolomeo Bersatore, signore di Roccapiatta, del 1535 dice che ‘un gran numero di Valdesi furono arsi sulla piazza, ora della Cittadella, la sede dell'inquisizione essendo appunto stabilita nel convento di San Domenico, prospiciente la detta piazza’. La supposizione di Pittavino relativa al luogo dei roghi del 1535 è trasferita da Jalla al rogo di Paolo della Riva del 1550 (Storia della Riforma in Piemonte, I, p. 66). In realtà da nessuna fonte documentaria sappiamo in quale platea il ‘braccio secolare’ eseguisse i roghi, se non per un rogo di inizio del 1500 che fu eseguito davanti alla chiesa dell'Abbazia di Santa Maria di Pinerolo (G. Marini Nevache, Per un sacchetto di castagne, in Bollettino della Società di Studi Storici Valdesi, n. 186, giugno 2000). Non mi pare dunque che sia corretta l'informazione ‘davanti alla chiesa di San Domenico’. 

1555 – A partire da quell’anno diversi pinerolesi cominciano a rifugiarsi a Ginevra, cuore delle chiese riformate, per motivi di religione: Gerolamo Selvaggio, più tardi pastore valdese a Torino; Giovanni Sage; Paolo Gastaldo; Michele Fetta; Michele Chaneur; Giorgio Boetta; Giovanni Antonio Boys; Giacomo Obert. Il pinerolese Gerolamo Miolo diventa pastore valdese e scrive la prima storia dei valdesi. 

1555 – Il Consiglio Comunale di Pinerolo, informato che nella città vi sono maestri sospetti di eresia, delibera di farli comparire davanti al vicario dell’abate e di espellerli, se colpevoli. 

1557 – Processo del colportore (venditore di letteratura protestante) valdese Bartolomeo Hector. 

1560 – Guerra sabaudo – valdese condotta dal signore Giorgio Costa della Trinità. I cattolici sono contenuti dai reparti valdesi. 

1561 – Distruzione delle colonie valdesi in Calabria. Tutti i valdesi sono sterminati ad opera dei cattolici.  

1561 - Tregua di Cavour: essa riconosce ai Valdesi il diritto di esercitare il culto protestante, seppur rinchiusi nel ghetto delle Valli. 

1563, 1572, 1574 – Il Consiglio Comunale provvede contro i propagandisti eretici. 

1630 – Pinerolo ed il versante sinistro del torrente Chisone passano di nuovo sotto la Francia.  La peste colpisce in modo disastroso anche le valli Valdesi. Buona parte dei pastori muore nell'epidemia ed è sostituita da ministri di lingua francese inviati da Ginevra. Per molto tempo il francese diventerà la principale forma d'espressione dei Valdesi.

1633 – Il prefetto inibisce l’abitazione a Pinerolo e dintorni di tutti i protestanti; quelli che vi abitano già, devono allontanarsi entro ventiquattr’ore. 

1635 – Lettera del re francese Luigi XIII il quale, essendo informato che nella città ‘on presche la Religion Prétendue Réformée’, (‘si predica la pretesa religione riformata’) emana ordini precisi di repressione. 

1645 - Il Consiglio Sovrano ribadisce tali ordini, a tutela della compromessa ortodossia della città. 

1655 – Campagna militare anti-valdese detta delle ‘Pasque Piemontesi’  condotta unitamente da truppe piemontesi e da reggimenti francesi di passaggio. Gli storici ritengono plausibile che alle Valli Chisone, Germanasca e Pellice in poche settimane siano stati uccisi millesettecento Valdesi. Le truppe francesi di stanza a Pinerolo non partecipano ai massacri di civili delle valli perché il governatore francese La Bertonière era favorevole ai Valdesi. Nelle chiese cattoliche si celebrano messe di ringraziamento per lo sradicamento dell’eresia. 

1655 – Il 18 agosto sono firmate le cosiddette Patenti di Grazia, nelle quali Carlo Emanuele II di Savoia condona ai Valdesi la colpa della presunta ribellione. Alle discussioni partecipano l’inviato francese Servient, i delegati dei cantoni protestanti svizzeri, quelli ducali e i rappresentanti dei Valdesi (è firmata la cosiddetta Pace di Pinerolo). Dopo una premessa in cui si sottolineava ‘con quanta tenerezza d’affetto amiamo i nostri popoli’, il Duca riconosceva ai Valdesi l’abitazione ed il culto negli antichi limiti, perdonava tutte le loro colpe, li esentava per cinque anni dalle imposte, ribadiva la libertà del culto cattolico alle Valli, stabiliva la scissione dei comuni di Luserna da San Giovanni e di Prarostino da quello di San Secondo e garantiva la liberazione dei prigionieri. 

1686 – 1690 - Editto di Vittorio Amedeo II che vieta in modo definitivo il culto protestante. Massacro di pastori, di donne e bambini, prigionia e deportazione dell’intera popolazione valdese. Invio in esilio in Svizzera di parte della popolazione e, nel 1689, ‘Glorioso Rimpatrio’ dei valdesi con marce forzate attraverso le Alpi. Le truppe francesi del generale Catinat muovono da Pinerolo per una nuova azione repressiva, ma sono validamente contrastate in particolare, nel maggio del 1690, a Balziglia, sui monti nel territorio di Massello. In giugno Vittorio Amedeo II cambia le sue alleanze rompendo quella con il re francese Luigi XIV, che aveva premuto per la cancellazione dei protestanti in Piemonte. Inizia il periodo della sopravvivenza valdese in una specie di ghetto montano, che proseguirà – con un periodo d’interruzione – sino al 1848.

 

 

[3 - continua]