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Qui trovate una serie di meditazioni che hanno animato i culti con i bambini e le bambine della Scuola domenicale, i culti dei ragazzi e delle ragazze del Pre-catechismo e del Catechismo e le gite comunitarie insieme ai più giovani. Buona lettura!

Culto del Venerdì Santo - 30 marzo 2018 - Culto in musica e parole

IN RICORDO DI MARTIN LUTHER KING

Corale di Pinerolo diretta da Giuseppe Maggi - Corale di San Secondo diretta da Angelo Merletti

Scarica il foglio con la liturgia in fondo alla pagina!

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L’Amico dei fanciulli va… a scuola!

di Daniela Maria Fantolino - 27 marzo 2017

Il giornalino protestante è stato presentato in due quarte del Pinerolese.

Lo scorso martedì 21 marzo, nel pomeriggio, i 41 bambini delle due classi Quarte della Scuola Primaria «Vincenzo Lauro» di Abbadia Alpina, alle porte di Pinerolo (Torino) erano particolarmente effervescenti: aspettavano una sorpresa.

Lentamente sono usciti dalle classi per radunarsi nel salone della scuola, lì hanno incontrato Sara Tourn, direttrice de L’Amico dei fanciulli, il giornalino per bambini delle chiese battiste, metodiste e valdesi.

Durante le due ore successive, attraverso immagini proiettate, una linea del tempo che ne ripercorreva la storia dalla nascita nel 1870 a oggi, e l’osservazione di alcune copie del periodico, risalenti a diverse epoche (la fine dell’Ottocento, gli anni Quaranta, Settanta, Novanta e oggi) i bambini hanno potuto conoscere da vicino la più antica pubblicazione periodica a loro dedicata esistente ancor oggi in Italia.

Il viaggio alla scoperta dell’Amico si è sviluppato nei luoghi di redazione, da Firenze a Roma, a Torino dove si trova oggi; nella rete europea di ideazione e supporto alla rivista e nei circuiti che l’hanno incontrata (gli abbonati, le Scuole Domenicali, i catechismi cattolici e le scuole elementari valdesi, cattoliche e pubbliche dove, in molti casi, costituiva una sorta di “sussidiario”).

Il clima era sereno, attento e moltissime sono state le domande formulate dai bambini, che hanno partecipato oltre ogni aspettativa.

Non capita tutti i giorni di avere una giornalista come insegnante, e questo è stato davvero gradito dai bambini.

Una piccola idea, nata durante una corrispondenza per rinnovare l’abbonamento all’Amico, è diventata una bella e ricca opportunità, che, chissà, potrebbe anche ripetersi in futuro!

CULTO CON I RAGAZZI E LE RAGAZZE DEL CATECHISMO - 11 DICEMBRE 2016

Isaia 35:1-10

1 Il deserto e la terra arida si rallegreranno,
la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa;
2 si coprirà di fiori,
festeggerà con gioia e canti d'esultanza;
le sarà data la gloria del Libano,
la magnificenza del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del SIGNORE,
la magnificenza del nostro Dio.
3 Fortificate le mani infiacchite,
rafforzate le ginocchia vacillanti!
4 Dite a quelli che hanno il cuore smarrito:
«Siate forti, non temete!
Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta,
la retribuzione di Dio;
verrà egli stesso a salvarvi».
5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e saranno sturati gli orecchi dei sordi;
6 allora lo zoppo salterà come un cervo
e la lingua del muto canterà di gioia;
perché delle acque sgorgheranno nel deserto
e dei torrenti nei luoghi solitari;
7 il terreno riarso diventerà un lago,
e il suolo assetato si muterà in sorgenti d'acqua;
nel luogo dove dimorano gli sciacalli
vi sarà erba, canne e giunchi.
8 Là sarà una strada maestra, una via
che sarà chiamata la Via Santa;
(nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto;
quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi.
9 In quella via non ci saranno leoni;
nessuna bestia feroce vi metterà piede
o vi apparirà;
ma vi cammineranno i redenti.
10 I riscattati dal SIGNORE torneranno,
verranno a Sion con canti di gioia;
una gioia eterna coronerà il loro capo;
otterranno gioia e letizia;
il dolore e il gemito scompariranno.

Matteo 11:1-6

1 Quando ebbe finito di dare le sue istruzioni ai suoi dodici discepoli, Gesù se ne andò di là per insegnare e predicare nelle loro città.
2 Giovanni, avendo nella prigione udito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 «Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?» 4 Gesù rispose loro: «Andate a riferire a Giovanni quello che udite e vedete: 5 i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è annunciato ai poveri. 6 Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!»

Romani 8: 23-25

23 non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza.

Sunto della predicazione del pastore Gianni Genre, nel tempio valdese di Pinerolo

Sul foglietto domenicale, cara sorella e caro fratello, trovi la foto di clown. Anas Al Basha, si chiamava, era il clown di Aleppo: cercava di strappare un sorriso ai bambini traumatizzati dalle bombe e dai raid. Aveva 24 anni, si era sposato da pochi mesi. L’estate scorsa i genitori di Anas avevano deciso di fuggire nelle campagne, mentre la giovane moglie sembra essere viva, ma intrappolata ad Aleppo est. Vedova, dopo due mesi di matrimonio. Non hanno voluto fuggire, a prezzo della vita, per non privare i bambini di Aleppo di un brandello di speranza.  Anas faceva il pagliaccio in un mondo di assassini, incarnava la verità e la speranza.

La speranza può essere folle, infatti, anzi di solito lo è. È contraria al buon senso, alla razionalità, va controcorrente rispetto al sentire comune. La speranza più grande diventa speranza contro speranza, in molti casi, quella che abitava il cuore del clown dei bambini di Aleppo. 

Ma ha davvero perso, Anas? Ha perso la vita, d’accordo, ma aveva torto nel volere rimanere al solo fine di strappare ancora un sorriso dal cuore devastato di quei bambini? Io credo avesse ragione e credo che abbia vinto. La speranza che incarnava rimarrà, più forte delle bombe e della loro follia.  

La speranza ci precede e ci avvolge. C’è speranza dentro di te, ma anche tu sei dentro una speranza più grande di te stesso o di te stessa. Tutto ciò che esiste, esiste per una speranza e come speranza. In tedesco, l’espressione per dire che una donna è incinta è bellissima: “In der Hoffnung sein” (essere nella speranza…). 

Ecco, ognuno di noi, è una speranza… La speranza, come abbiamo detto con i catecumeni, non viene da noi, è un dono, è una delle tre cose che rimangono, che durano, mentre tutto il resto passa… 

Isaia è ottimista, sembra troppo ottimista. 

Sì, perché la speranza si oppone alla gestione delle paure. Oggi troppi vogliono gestire (e in parte ci riescono) le tue e le mie paure. Le alimentano, le nutrono, le dilatano senza fine. Vogliono che tu abbia paura dell’altro, che tu abbia paura della malattia, che tu abbia paura della natura, che tu abbia paura anche di te stesso. 

Ebbene, noi abbiamo ricevuto una ragione per la nostra speranza, siamo stati autorizzati alla speranza, da una Parola di Dio che è diventata un essere umano come te e come me. Una parola che è promessa.

È una promessa di riconciliazione e di felicità. Hai diritto alla felicità, come hanno affermato anche la rivoluzione francese e quella americana, come ha affermato Gesù nelle Beatitudini. Beatitudini che sono una dichiarazione di felicità. 

Certo, tu sai e io so che i problemi umani sono insolubili. Ma non puoi abbandonare lo sforzo di volerli risolvere. Perché c’è una promessa, la promessa di un mondo nuovo che non posso e non puoi anticipare ma verso il quale sei e sono in cammino. Anzi, quel mondo è in cammino verso di te. È ciò che sempre ha reso e sempre renderà la speranza possibile.  (gg)

Il Credo della speranza

Credo in Dio, il Dio delle confessioni di fede e di tutte le loro verità. Ma soprattutto credo in un Dio che risuscita dalla lettera morta, per diventare parte della mia vita. 

Credo in un Dio che accompagna da  vicino ogni passo del mio cammino su questa terra: dietro di me, spesso vede i miei errori e ne soffre; ogni tanto accanto a me, mi parla e mi ammaestra; altre volta davanti a me, mi guida e scandisce per me il ritmo del mio procedere. 

Credo in un Dio in carne e ossa, Gesù Cristo, un Dio che è vissuto nella mia pelle e che ha usato le mie scarpe. Un Dio che ha percorso la mia strada e che conosce le luci e le ombre. Un Dio che ha mangiato e che ha patito la fame, che ha conosciuto una casa e che ha sofferto la solitudine, che è stato acclamato e che è stato condannato, abbracciato e picchiato, amato e tradito. Un Dio che andava alla festa e anche ai funerali. 

Un Dio che ha riso e che ha pianto. 

Credo in un Dio che oggi segue con attenzione quanto succede nel mondo, che vede l’odio che respinge e che divide, che marginalizza, che ferisce e che uccide: che vede le pallottole trafiggere la carne, e il sangue innocente inondare la terra; che vede la mano infilarsi nelle tasche o nelle borse, per rubare ciò di cui l’altro ha bisogno per vivere; che vede il giudice decidere a favore del più influente, coprendo di ipocrisia la verità e la giustizia; che vede le acque avvelenate e la moria dei pesci, l’inquinamento che distrugge la terra e buca il cielo; che vede ipotecarsi l’avvenire e crescere il debito degli uomini. 

Credo in un Dio che vede tutto questo ... e ne piange. 

Ma credo anche in un Dio che vede una madre partorire, ed è una nuova vita che nasce dal dolore; che vede due fanciulli giocare, ed è un seme di solidarietà che germoglia; che vede il fiore crescere sulle rovine, ed è l’inizio di qualche cosa di nuovo; che vede, in maggio, tre pazze chiedere giustizia, e questa illusione non morirà; che vede il sole alzarsi ogni mattina, ed è un tempo aperto al possibile. 

Credo in un Dio che vede tutto questo 

... e sorride, perché malgrado tutto c’è speranza. 

(Confessione di fede della Chiesa Valdese del Rio de la Plata) 

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SETTIMANA DELLA RIFORMA PROTESTANTE

MARTIN LUTERO

Martin Lutero (10 novembre 1483 – 18 febbraio 1546) ha dato inizio in Germania alla Riforma protestante, e ne è diventato il simbolo.

Gli anni della maturazione e dell’insegnamento teologico (fino al 1517)

Nato a Eisleben, nella Turingia (Germania centrale), inizia lo studio del diritto, ma in seguito a una crisi spirituale sceglie, nel 1505, la vita monastica nel convento degli eremiti agostiniani di Erfurt. Nel 1510 si reca a Roma e ne ritorna disgustato dalla corruzione e dal rilassamento dei costumi della corte di papa Giulio II (1503-1513). In un clima spirituale caratterizzato in quegli anni dal culto della morte e da una religiosità concentrata sull’efficacia delle opere religiose e morali per la salvezza, fra Martino constata l’inefficacia del sistema penitenziale tradizionale. Così, quando nel 1517 in Germania fu bandita una grande campagna per le indulgenze, affidata al domenicano Tetzel, Lutero scese in campo, preoccupato per le conseguenze pastorali di questa pratica che oscurava il concetto di grazia, suggerendo l’idea di una salvezza a buon mercato. Lutero redasse quindi le sue 95 tesi che il 31 ottobre del 1517 affisse al portale della chiesa del castello di Wittenberg dando inizio alla Riforma.

I capisaldi della Riforma protestante

Lutero introdusse la teologia della giustificazione per fede secondo cui la salvezza è donata in Cristo soltanto (Solus Christus) attraverso la sola grazia di Dio (Sola Gratia) a cui l’essere umano risponde con la fede (Sola fide). Si tratta delle tre affermazioni fondamentali della Riforma alla quale se ne aggiunge una quarta: l’autorità della chiesa sta nella Bibbia soltanto (Sola Scriptura).

La controversia antiromana e la traduzione del Nuovo Testamento (1517-1522)

Nell’ottobre 1518 Lutero è citato ad Augusta dal legato pontificio Cajetano per un tentativo, fallito, di conciliazione. La frattura si consuma il 15 giugno 1520, quando il papa firma la bolla di scomunica “Exsurge domine”, che Lutero brucia pubblicamente l’11 dicembre 1520. Ma l’imperatore Carlo V convoca Lutero alla Dieta di Worms (aprile 1521) per giudicarlo e condannarlo. Lutero viene messo fuori legge. Tuttavia, il movimento popolare che lo sostiene e l’appoggio di alcuni prìncipi consigliano la prudenza. Nel viaggio di ritorno, con un rapimento fittizio, egli viene messo in salvo dal suo sovrano e protettore, il principe di Sassonia Federico il Saggio. Per quasi un anno Lutero vive sotto falso nome nel castello della Wartburg, dove traduce il Nuovo Testamento dal testo greco in lingua tedesca corrente: un’opera letteraria che avrebbe avuto un’importanza fondamentale per la diffusione del testo biblico.

Consolidamento della Riforma e frattura con i movimenti riformatori radicali (1522-1546)

La Riforma intanto si propaga spontaneamente, alcuni sovrani territoriali la appoggiano, procedendo a modifiche frettolose del culto e alla rimozione delle immagini. Nel marzo 1522 Lutero, di ritorno a Wittenberg, proporrà una riforma molto più prudente e graduale: si preoccuperà di mediare, spiegare, preparare i giovani, formare i predicatori. Questa parte meno clamorosa della sua vita è quella che ha assicurato alla Riforma luterana quella solidità e durata che le hanno permesso di giungere fino ai nostri giorni. Quest’opera di consolidamento portò, tra l’altro, Lutero a scontrarsi con i movimenti riformatori più radicali. Particolarmente controversa è la durissima posizione che Lutero prese nei confronti della rivolta dei contadini (1524-1525), anch’essa animata da un’ispirazione evangelica. Di fronte alla protesta delle campagne, Lutero incitò i prìncipi alla repressione, rendendo così insanabile la frattura fra le due tendenze riformatrici.

Gli ultimi anni della vita di Lutero furono caratterizzati dalle difficoltà all’interno del campo riformato e dalle sue precarie condizioni di salute. Lutero morì nel 1546 a Eisleben, nel corso di un viaggio. Fu sepolto nella chiesa del castello di Wittenberg. 

(nev-notizie evangeliche, ottobre 2016)

LE NOTIZIE NEV POSSONO ESSERE UTILIZZATE LIBERAMENTE, CITANDO LA FONTE

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Domenica 17 aprile il culto è stato preparato con la collaborazione del gruppo del 2° anno di catechismo in occasione della giornata della legalità.

Preghiera

Signore Dio,
nella comunione della Chiesa, noi ti preghiamo per il nostro Paese.
Non permettere che noi dimentichiamo i tuoi benefici.
Che la tua Parola sia sempre per noi una fonte di riconoscenza e all'accoglienza.

Custodisci nella consapevolezza della responsabilità che deriva, per il nostro Paese e per ciascuno e ciascuna di noi dalla libertà di cui godiamo. Rendici fedeli nel compimento del nostro compito nel lavoro e nella società.

Che le nostre autorità e in nostri magistrati trovino in te saggezza, coraggio, onesta e spirito di servizio.
 Chi coloro che formano l'opinione pubblica abbiano il rispetto della verità e della legalità, e la preoccupazione per il bene di tutti e tutte.

Che nel suo lavoro ciascuno riceva il salario che gli è dovuto.

Rendici attenti a tutti gli svantaggiati gli emarginati, gli “invisibili”;
apri i nostri cuori e le nostre mani perché li possiamo aiutare.
Ravviva la nostra coscienza, perché prendiamo sempre la difesa di chi è perseguitato e privato dei suoi diritti.

Signore Dio dona a tutti i popoli di trovare il cammino della legalità, dell'equità, della giustizia e della pace.

Nel nome di Gesù, benedetto in eterno. Amen

 

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