Un ringraziamento particolare a Mons. Derio Olivero, che domenica 13 gennaio 2019 ha predicato per la prima volta dal pulpito della nostra chiesa. Subito dopo il culto, tutte e tutti sono stati invitati a prendere un caffè nella sala adiacente per salutare il Vescovo Olivero.
Da interviste rilasciate dal vescovo Olivero:
«Non lo nascondo, lasciare Fossano è stato doloroso, ma mi ritengo fortunato per essere stato inviato qui a Pinerolo: ho sempre pensato che la diversità sia una fortuna. Ora dovrò mettere in pratica questa intuizione anche sul piano ecumenico. Per la Chiesa cattolica avere accanto altri credenti che vivono la fede in modo diverso è stimolante, perché obbliga a non addormentarsi sull’ovvio, stimola a cercare sempre».
La fede, secondo il vescovo di Pinerolo, è ricerca continua. Non è un caso che il suo motto episcopale sia Quid queritis («Che cercate?»). «In questo senso, il mio augurio è che, cattolici e valdesi insieme, ci aiutiamo a essere sempre più veramente cristiani».
«Sono cresciuto in una famiglia cattolica, in un piccolo paese di provincia. Frequentare la parrocchia è stato naturale sin da bambino. Ho fatto tutto l’iter classico e poi, alle superiori, sono entrato in seminario».
«All’età di 20 anni», racconta il vescovo, «ho vissuto una forte crisi, più ci riflettevo e più mi dicevo: “No, non voglio fare il prete”. I miei superiori in seminario mi consigliarono di prendermi del tempo per riflettere e mi suggerirono di passare qualche giorno tranquillo nel monastero di Lérins, un’abbazia cistercense su una piccola isola di fronte alla città francese di Cannes. Ci andai di malavoglia, con l’idea di tornarmene a casa dopo un paio di giorni, ma per il maltempo e il mare grosso fui costretto a rimanerci una settimana. E lì rimasi folgorato: su quell’isola minuscola non c’era niente di niente, tranne il monastero. Eppure io vedevo i monaci sereni, felici... per niente! Quell’essere sereni per niente mi sconvolse: si vede che qualcosa c’è davvero – mi dissi – e quel qualcosa è il buon Dio. A Lérins, in quel momento, ho percepito per la prima volta la presenza “fisica” del buon Dio. E ho imparato a guardare la vita come uno stare alla sua presenza».(…)
«C’è una definizione», spiega, «che amo particolarmente: la bellezza è qualcosa che attrae gli occhi e rimanda oltre». La passione per l’arte e quella per la montagna («sono stato in cima al Monviso 27 volte e poi sul Bianco, sul Rosa...») sono due tra le «contromisure» che don Derio coltiva per mantenere la sua autenticità di uomo, al di là del ruolo ecclesiale: «Non voglio che Derio sparisca per diventare “il vescovo”. Voglio restare una persona, con le sue fragilità e le sue passioni, non trasformarmi in un funzionario vuoto. Il ruolo non deve fagocitare, ma dev’essere una parte integrante del mio essere uomo su questa terra e cittadino di questa società».
E nella vita di tutti i giorni, quali gli antidoti per evitare di smarrire la propria autenticità? «Avere un piccolo gruppo di amici veri e sani, che ti diano il sapore buono della vita, che ti facciano da specchio e che, nel caso, ti aiutino a non perderti».
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Il pastore Gianni Genre e mons. Piergiorgio Debernardi hanno partecipato alla visita del Papa nel tempio valdese di Torino, lunedì 22 giugno. Diretta televisiva su RAIUNO dalle ore 8.55 alle 10.00 con commenti di Luca Negro, direttore del settimanale Riforma e del vaticanista Fabio Zavattaro. Scarica la rassegna stampa e i commenti in fondo alla pagina. Sarà l’inizio di un nuovo percorso ecumenico?
https://www.youtube.com/watch?v=y7T8aei5HDY
https://www.youtube.com/watch?v=HTpZQOA_k5A&feature=youtu.be
ECUMENICSMO A PINEROLO
Il monumento ecumenico alle vittime dell’intolleranza e della violenza è un esempio dell’iniziativa congiunta tra cattolici e valdesi - con il sostegno di istituzioni pubbliche e private - che si offre ai visitatori della città e ai suoi residenti. Ma non è certo l’unico.
La storia dell’ecumenismo, nel Novecento, si lega a due figure: Ugo Janni e Cesare Gay, attivo nella ACDG (Associazione cristiana dei giovani) che ospitò nella sua casa di Pinerolo, Ernesto Buonaiuti, cacciato in epoca fascista dalla chiesa cattolica e dall’università.
Più tardi, il cambiamento in senso ecumenico si verifica negli anni del Concilio, ma è un cambiamento lento. Nel 1970 nel Direttorio ecumenico per la diocesi di Pinerolo, promulgato dal vescovo Santo Quadri, si abbandona la tradizionale posizione del “ritorno” dei valdesi al cattolicesimo; si riconosce la validità del battesimo valdese; si definiscono in modo nuovo i matrimoni misti.
Con il documento Matrimoni inter-confessionali: indicazioni pastorali del vescovo Pietro Giachetti (1981) si imbocca una strada nuova, seguita - nell’esperienza di base - da diverse coppie pinerolesi. Questo portò, anni dopo, al primo dialogo ufficiale tra valdesi (e metodisti) italiani e chiesa cattolica (1997) e al testo applicativo: Testo comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra Cattolici e Valdesi o Metodisti (2000). (Per il documento vai alla sezione documenti).
Il rapporto tra chiesa valdese di Pinerolo e comunità di base è rimasto stabile in tutti questi anni. Nel lungo periodo in cui furono scarsi i contatti ecumenici con la chiesa cattolica “ufficiale”, si trattò in pratica dell’unica relazione ecumenica.
Nel 1988, Pinerolo diventa una “capitale ecumenica”: in vista della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani la nostra città viene scelta come sede per il gruppo di lavoro. L’ecumenismo ufficiale non trova ancora molti consensi e si decide per un’iniziativa ecumenica diaconale: si tratta del “Centro d’ascolto”, che nasce nel 1992-93 e che recentemente si è ancora rinnovato con l’”Emporio solidale”. A questo si aggiungono gli scambi a livello giovanile, la preparazione della Spuc (Settimana per l’unità dei cristiani) e gli scambi di pulpito durante tutto l’anno.
Pinerolo ha mantenuto anche altre caratteristiche “di frontiera”. Il dialogo con le altre chiese evangeliche è un elemento importante. Con la Chiesa ortodossa, e con l’immigrazione rumena, i rapporti sono piuttosto recenti.
Un particolare “dialogo”, caratteristico della chiesa valdese di Pinerolo, fu anche stabilito per alcuni anni con persone immigrate di fede islamica. E il dialogo continua...
È però con la Chiesa cattolica romana che vi sono più occasioni di confronto e condivisione. Ecco alcune foto di un segno concreto e visibile del cammino ecumenico che la Diocesi di Pinerolo sta percorrendo insieme alla Chiesa valdese:
Per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (Spuc) che viene celebrata ogni anno dal 18-25 gennaio, vai a: Attività ecumeniche: http://www.pinerolovaldese.org/attivit-ecumeniche.php
Pinerolo: scambio ecumenico del pane e del vino
Di Paola Schellenbaum - Riforma.it
In occasione della Pasqua, la Chiesa valdese e la Diocesi cattolica hanno scambiato il pane e il vino per le rispettive celebrazioni. Un gesto simbolico che apre nuove prospettive
A Pinerolo il tessuto ecumenico è una realtà viva da tempo, soprattutto attraverso il Centro d’ascolto ecumenico e negli anni si è andato consolidando in diverse occasioni. Lo scambio dei pulpiti è una consuetudine che non si limita alle occasioni presenti durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: recentemente il pastore Gianni Genre ha predicato, il 14 marzo, nella Basilica di San Maurizio, mentre il vescovo di Pinerolo, mons. Piergiorgio Debernardi, ha ricambiato la visita predicando il 22 marzo nel tempio valdese. Significativo è il fatto che vi è anche uno scambio tra le corali: la Corale valdese ha cantato in Duomo e il Coro della Pastorale giovanile ha cantato nel nostro tempio. Da diversi anni ormai, anche al falò del XVII Febbraio - aperto alla cittadinanza - c'è una partecipazione di cattolici, sacerdoti e del vescovo e questo significa che sebbene le differenze permangono vi sono crescenti momenti di fraternità.
Uno di questi è stato vissuto in occasione delle celebrazioni pasquali. Sabato sera, durante la Veglia pasquale nel Duomo di Pinerolo è stato utilizzato per l’eucarestia il vino portato da una delegazione del Concistoro della chiesa valdese, mentre per il culto di Pasqua la Chiesa valdese ha ricevuto il pane per la Santa Cena dalla diocesi cattolica.
Lo scambio del pane e del vino prende spunto da un episodio riportato dallo storico Eusebio di Cesarea, spiega il prof. Sergio Rostagno, già docente alla Facoltà valdese di teologia e membro della Chiesa valdese di Pinerolo: l’usanza di scambiarsi l’eucaristia tra chiese orientali e occidentali, nonostante la diversità di alcuni riti. «Sappiamo bene che le chiese oggi sono divise sulla Cena del Signore», ha detto Rostagno. «Riscoprire l’antica abitudine di scambiarsi, non dico l’eucaristia, ma almeno qualche elemento che ricordi la comunione, ci aiuta a comprendere che, nella consapevolezza delle tensioni ecumeniche, si può anche ravvisare una reale fraternità», nell’attesa di una piena ospitalità eucaristica.
Si tratta di «una piccola cosa che ha però una valenza simbolica molto forte; è la primizia di qualcosa di più grande», ha commentato il pastore Genre, ricordando che proprio nel territorio della diocesi di Pinerolo (che coincide con quello delle Valli valdesi) sono nati impulsi importanti per il cammino ecumenico in Italia, che hanno portato ad esempio all’approvazione, nel 1997, del documenti sui matrimoni interconfessionali.
Quello che è avvenuto a Pasqua a Pinerolo è dunque un gesto semplice e simbolico, di profonda fraternità, che può aprire nuove prospettive.
Per la galleria di immagini su Vita diocesana:
Nelle foto di Renzo Garlasco sul sito di Vita diocesana, le immagini della solenne Veglia Pasquale e della messa presieduta dal Vescovo Pier Giorgio Debernardi nella cattedrale di Pinerolo. Tra i presenti anche una delegazione valdese guidata dal pastore di Pinerolo Gianni Gianre e una romena ortodossa con il pope Ciprian Ghizila.
Il Vescovo predica nel tempio valdese
di Paola Schellenbaum, Riforma-Eco delle Valli valdesi, n. 12, 27 marzo 2015
Domenica 22 marzo abbiamo avuto la gioia di essere riuniti, nel tempio valdese di PInerolo, in una dimensione ecumenica dell’ascolto e meditazione della Parola di Dio, ospitando la predicazione di mons. Piergiorgio Debernardi.
Il Coro della Cattedrale ha cantato con la Corale valdese e le Corali riunite hanno offerto la loro preghiera in musica al Signore, intonando un inno dal Salmo 33 di Padre Turoldo (“Nel Signore esultate”), dunque l’inno 320 (“Camminiamo insieme”) dopo le letture bibliche del Salmo 51 e di Giovanni 12:20-30 ed infine un inno di anonimo del XVI sec (“Nulla con Te mi mancherà”) dopo la predicazione. Mons. Debernardi ha voluto benedire il Signore per questo momento di condivisione intorno alla sua Parola, facendo il paragone con il fiore di mandorlo, fiore in boccio che annuncia cose nuove, mandorlo in fiore che dischiude una nuova stagione e le stagioni del Signore hanno diversi tempi rispetto ai nostri ma i frutti permangono lungo il cammino.
In un tempo di secolarismo, vi sono ancora persone che sono in ricerca e che bussano alle porte delle chiese, quali risposte siamo in grado di offrire in questo nostro tempo attraversato da tanti orrori e difficoltà: le nuove povertà, l’indifferenza, la violenza domestica sulle donne, le guerre e le minacce del terrorismo. L’unica arma è la testimonianza della morte e resurrezione del Cristo, dell’amore di Dio che viene suscitato ancora e di nuovo, nelle relazioni di fraternità che è ancora possibile veder nascere dopo essersi abbassati ed aver condiviso la miseria del mondo. Nel tempo della Passione, ci dia il Signore di poter testimoniare tutto questo ai nostri contemporanei e, talvolta, di farlo insieme.
Nel foglio domenicale è stato distribuito ai presenti l’appello ecumenico sottoscritto a Roma il 9 marzo “Contro la violenza sulle donne” e si è dato annuncio dell’iniziativa nell’ambito del Progetto Persone 2.0 dello spettacolo che si terrà al Teatro sociale sabato 11 aprile alle ore 21 “Mi fido di te”, realizzato dalle scuole superiori del territorio.
A seguire vi è stato un rinfresco in cui le due comunità hanno potuto fraternizzare. È stata anche l’occasione per augurare al vescovo, che ha appena rassegnato le dimissioni al raggiungimento del suo 75mo anno di età, un periodo di benedizioni in questo ultimo anno di permanenza a Pinerolo. Per ringraziarlo per il cammino compiuto insieme il pastore Gianni Genre gli ha fatto dono di una Bibbia “Nuova Riveduta” a testimonianza della riflessione comune di questi anni.
Una passeggiata per conoscersi
L’iniziativa a Pinerolo coinvolge le chiese cattoliche, ortodosse e valdesi,
di Samuele Revel Riforma.it - 23 gennaio 2015
Ultimi appuntamenti della «Settimana per l’unità dei cristiani». A Pinerolo, la cittadina allo sbocco delle Valli valdesi, viene riproposta una curiosa passeggiata. Silvia Richiardone, dell’Ufficio per la pastorale del Turismo della Diocesi di Pinerolo, ci spiega che «dopo la passeggiata sperimentale dell’anno scorso abbiamo deciso di riproporla anche quest’anno in collaborazione con la chiesa ortodossa e quella Valdese, sempre con un taglio storico-artistico. L’anno scorso parteciparono circa 60 persone». La passeggiata è prevista per sabato 24 gennaio, con il ritrovo alla parrocchia ortodossa romena, in via Archibugieri di San Giorgio alle ore 15. «Padre Ciprian ci porterà alla scoperta dell’edificio, della sua ricca liturgia e delle sue icone. Il secondo passaggio sarà nel tempio valdese di Pinerolo, dove interverrà il pastore Gianni Genre. L’ultima tappa sarà la cattedrale e qui la visita guidata sarà condotta dai volontari della Diocesi di Pinerolo. Il taglio sarà anche liturgico simbolico. La conclusione è prevista attorno alle 17 e ci si sposterà assieme a piedi».
«Conoscersi è importante, è il primo passo per abbattere le diffidenze e i luoghi comuni», è il primo commento di Gianni Genre, pastore a Pinerolo. «È il secondo anno che ci facciamo coinvolgere in questa iniziativa che ritengo molto importante ma i momenti di ecumenismo a Pinerolo non si riducono soltanto a questa settimana o a questa passeggiata. Da alcuni anni abbiamo intrapreso un cammino di conoscenza fra le tre voci del cristianesimo, in modo collaborativo. La chiesa ortodossa ha raggiunto numeri, qui a Pinerolo, significativi: infatti ha superato noi valdesi, anche se non tutti i membri sono comunicanti». Con Genre cerchiamo allora di capire quali siano gli altri momenti di condivisione. «La Giornata del Creato è uno di questi; poi abbiamo degli scambi di pulpito: sono andato a predicare in Duomo e abbiamo partecipato ai Vespri ortodossi. A sua volta il vescovo è venuto nel tempio per un culto ordinario. E devo dire che da parte cattolica forse non tutto il clero condivide pienamente questa scelta del vescovo. Rispetto a 20 anni fa dobbiamo dire che le cose stanno funzionando meglio, iniziano a cadere alcuni pregiudizi basati sulla non conoscenza dell’altro e sulla generalizzazione».