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le origini della presenza valdese



Nella storia e sino alla metà del XIX secolo la città di Pinerolo non  conobbe mai una presenza valdese importante come quella delle valli Chisone, Germanasca e Pellice. Anzi, la sua posizione strategica, alla confluenza di queste valli, fece sì che Pinerolo assumesse per secoli la funzione di primo avamposto contro il valdismo e che da essa partissero molte delle iniziative cattoliche contro gli ‘eretici’. Perciò, ed anche per inquadrare la storia locale nel più ampio orizzonte della storia dell’intero movimento valdese, accanto alle date che riguardano la storia pinerolese in senso stretto, occorre segnalare alcuni momenti fondamentali del valdismo e della storia della chiesa cristiana.   

 

1174 – A Lione, in seguito ad una crisi spirituale il ricco mercante decide di donare i suoi beni ai poveri e di predicare l’Evangelo per le strade. A tale scopo fa tradurre in lingua provenzale alcune parti della Bibbia ed alcune sentenze dei Padri della Chiesa. A lui ed ai suoi compagni non viene però riconosciuto dalle autorità ecclesiastiche il diritto di predicare, già allora riservato ai soli chierici.

1184 – Il Concilio di Verona commina la scomunica ad una serie di movimenti tra cui quello valdese.

1206/1217 - Gli storici ritengono che Valdo muoia in questo periodo, anche se la data esatta della scomparsa del fondatore del movimento valdese non è conosciuta.

1218 – Si incontrano a Bergamo sei delegati dei valdesi francesi e sei delegati dei valdesi lombardi per discutere di alcune differenze di posizione fra i due rami del movimento. Il valdismo è già parecchio diffuso ed è arrivato almeno fino in Austria e nell’Europa centrale.

1220-1280 - Gli statuti della città di Pinerolo stabiliscono: ‘chiunque ospiterà consapevolmente un valdese o una valdese, pagherà ogni volta una multa di 10 soldi’. Non sappiamo esattamente a quando risalga questa norma (la n. 83 degli Statuti cittadini) perché  si sono conservati gli ‘statuti vecchi’ di Pinerolo rifatti nel 1280 su ordine di Tommaso III. Risale infatti a quel momento la sistemazione organica delle varie norme statutarie emanate a partire dal 1220. Questa disposizione mostrerebbe come anche Pinerolo fu fin dai primi anni aperta al messaggio dei predicatori itineranti valdesi che presto furono chiamati «Barba» (espressione dialettale che indica una persona autorevole). Va notato però che in quel periodo norme dello stesso tenore erano state introdotte dietro pressione degli ordini mendicanti cattolici negli statuti di parecchie altre città; dunque la presenza di questa norma negli statuti di Pinerolo del 1280 potrebbe significare non tanto che a Pinerolo erano presenti dei valdesi quanto piuttosto che in città erano presenti dei frati che avevano fatto inserire la disposizione. Occorre inoltre fare attenzione, perché spesso furono chiamati col nome di ‘valdesi’ anche dei non-conformisti religiosi che in realtà seguivano le idee del movimento cataro o di uno dei numerosi altri movimenti di Riforma che agitavano il Medio Evo.

1297 - Prima attestazione certa della presenza di valdesi nel Pinerolese. Undici persone residenti nella castellanìa di Perosa  sono multate per ‘valdesìa’.

1300-1335 - Quello che oggi conosciamo come movimento valdese si propaga nelle valli del Pellice, del Chisone e del Sangone attraverso il collegamento e l'unificazione con gruppi di catari sopravvissuti ai massacri operati dalla chiesa cattolica e con quelli di altri movimenti preesistenti. Importante è pure l'opera di diffusione e proselitismo dei ‘magistri’, predicatori itineranti, oltre che di fedeli. Emerge la figura di spicco del magister Martin Pastre, di Bobbio Pellice. 

1309 – La corte papale si sposta ad Avignone.

 

 

[1 - continua]