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LAICITA' E DIRITTI CIVILI: DIBATTITO SUL DDL ZAN

 

Ddl Zan, Rainelli (REFO): “Continuiamo a parlarne. Unire le lotte per i diritti”
Ieri a Roma e Milano due grandi manifestazioni per protestare contro la bocciatura del disegno di legge contro l’omotransfobia e l’abilismo

Roma (NEV), 29 ottobre 2021 – “”L’affossamento del ddl Zan è una pessima notizia. Per questo ho preso parte ieri al presidio a Roma e ritengo doveroso continuare a parlarne. Ritengo anche che la battaglia per i diritti LGBTQI+ debba essere agganciata e legata fortemente quella che avremmo chiamato “lotta di classe”; i bisogni, le esigenze, il diritto alla salute, ad un lavoro dignitoso, la parità di genere non possono essere distinte in compartimenti stagni: unire le lotte, continuare un percorso verso accoglienza, inclusione più diritti per tutte e tutti è un imperativo sociale, morale ed etico, per le chiese protestanti e per tutti i cittadini”. Così Giorgio Rainelli, presidente della R.E.F.O., Rete evangelica fede e omosessualità, che ha preso parte ieri sera alla manifestazione nella Capitale, dopo la bocciatura del ddl Zan, ieri, in Senato.

Le chiese valdesi, metodiste, battiste, luterane in Italia, come ricorda Riforma in questo articolo, hanno più volte espresso la loro posizione in questo ultimo anno e mezzo di fronte al travagliato iter parlamentare che il Disegno di legge contro l’omotransfobia e l’abilismo ha affrontato.

Intanto prosegue anche oggi la polemica politica sul voto al Senato, mentre a Milano oltre 10mila persone hanno manifestato ieri sera di fronte all’Arco della Pace contro il blocco della legge.


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Arrivano i primi rifugiati afghani
13 persone di nazionalità afghana saranno ospitate dalla Diaconia valdese in provincia di Torino
Roma (NEV), 2 settembre 2021 – Oggi, giovedì 2 settembre, sono in arrivo nel Pinerolese, in provincia di Torino, 13 profughi afghani. Ne dà notizia la Diaconia Valdese, che ha dato la disponibilità alla Prefettura di Torino per l’accoglienza di nuclei famigliari e singoli. Persone che, volate da Kabul in Italia nelle ultime settimane di agosto, sono state ospitate al centro della Croce Rossa di Settimo Torinese per trascorrere il periodo di quarantena.

“Fanno parte di un gruppo di 106 persone arrivate con il primo volo da Kabul, lo scorso 20 agosto – spiega Loretta Malan, responsabile dell’area migranti della Diaconia valdese  – . Sono sei donne, cinque uomini, alcuni sono nuclei famigliari, ci sono anche due minori, una bimba di un anno e un bambino di 7 anni. Vivranno a Torino e pinerolese, nel sistema di accoglienza diffusa che è lo stesso modello che utilizziamo per i beneficiari dei corridoi umanitari.

Siamo molto contenti – aggiunge – di poter accogliere queste persone che sono riuscite a fuggire, speriamo davvero di offrire loro il supporto che meritano e che possano riprendere in mano la loro vita. Il pensiero va però anche alle tante persone che sono rimaste in Afghanistan, abbiamo ricevuto purtroppo molte segnalazioni di situazioni di particolare pericolo e difficoltà, speriamo che possano essere messe in salvo”.

Nelle prossime settimane potrebbero esserci anche altri arrivi, dopo la disponibilità offerta dalla Diaconia a diverse prefetture in Italia.

Le persone accolte fanno parte dei quasi cinquemila afghani arrivati dall’Italia a seguito del ritiro militare: si tratta di “singoli e famiglie che hanno dovuto abbandonare il loro paese e tutta la loro storia per motivi di sicurezza, propria e dei familiari. Non c’è stato ancora il tempo per conoscere le storie delle singole persone, quello che sappiamo è che la loro non è stata una scelta volontaria ma deriva dalla necessità di mettersi al sicuro”, spiegano ancora dalla Diaconia.

La situazione della popolazione afghana “ha toccato profondamente la sensibilità di singoli, enti e istituzioni, che hanno voluto manifestare in diversi modi la propria solidarietà”, continuano i referenti della Diaconia. Attorno a questo progetto di accoglienza che si realizza in Piemonte si stanno infatti mobilitando anche le amministrazioni comunali di Pinerolo, Torre Pellice, Luserna San Giovanni, il CISS, la Chiesa Valdese di Pinerolo, la Chiesa Valdese di Torre Pellice, l’YWCA e molti singoli cittadini. Altri richiedenti asilo afghani sono invece accolti a Torino.

Chi volesse contribuire con donazioni (vestiario, mobili, alloggi, sostegno economico) può contattare direttamente la Diaconia Valdese alla mail servizi.inclusione@diaconiavaldese.org.

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Afghanistan, chiese europee esortano l’UE: proteggere i vulnerabili

Roma (NEV), 3 settembre 2021 – Un appello a fare in fretta, a mettere in moto una macchina della solidarietà europea efficace, per salvare la popolazione afghana. Arriva da Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee (KEK) e Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (COMECE), che hanno firmato ieri, 2 settembre una dichiarazione congiunta, esortando “i decisori europei a mostrare umanità e ad agire con determinazione nell’affrontare la tragedia umana in corso”.

Le chiese europee chiedono ai leader del Vecchio continente di dimostrare che “i valori fondanti dell’Ue non sono vuota retorica ma principi-guida pratici che portano ad azioni basate su un’etica comune, al di là di mere considerazioni politiche o economiche”.

Nella loro dichiarazione congiunta, le chiese fanno dunque appello alla comunità internazionale affinché “protegga le persone che sono bersaglio dell’oppressione e le cui vite sono a rischio, come donne, bambini, attori della società civile, difensori dei diritti umani, giornalisti, artisti e membri di minoranze etniche e per orientamento sessuale, così come cristiani e altre comunità religiose”.

Le chiese incoraggiano inoltre l’Unione europea e i suoi Stati membri “a guidare gli sforzi di solidarietà comuni e coordinati compiuti dalla comunità internazionale per aiutare gli afghani a fuggire dalla violenza e dal terrore”.

In Italia la Federazione delle chiese evangeliche insieme a S.Egidio e Tavola valdese ha lanciato la proposta di attivare corridoi umanitari da Kabul, sull’esempio di quelli già realizzati proprio da questi tre soggetti dal Libano. Questo modello viene indicato anche dalle chiese europee come parte di una strategia di accoglienza auspicabile.

“Esortiamo l’UE a essere determinante nella creazione di corridoi umanitari – scrivono i due esponenti religiosi – , percorsi di resettlement e altri passaggi sicuri, per portare i rifugiati in luoghi sicuri fuori dall’Afghanistan. Incoraggiamo inoltre gli Stati membri dell’UE a garantire la residenza agli afghani già presenti nell’UE e a fermare gli sforzi di espulsione in Afghanistan”, si legge infatti nella dichiarazione.

“Condannando il terrorismo in tutte le sue forme ed espressioni”, concludono nel testo le due organizzazioni, si invitano infine i fedeli a “ricordare nella preghiera le vittime dei recenti attentati terroristici e le loro famiglie”.

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Afghanistan, chiese protestanti e S.Egidio chiedono un corridoio umanitario urgente
In una nota congiunta Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant'Egidio, Luca Maria Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, e Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola valdese, chiedono anche il riconoscimento dei profughi già in Europa

Roma (NEV), 17 agosto 2021 – “L’Europa deve agire per garantire la protezione di quanti fuggono dall’Afghanistan riconquistato dai talebani. In queste ore migliaia di uomini, donne e bambini rischiano la vita semplicemente per avere creduto nei valori della democrazia, della libertà di esprimersi e di studiare.
Chiediamo un impegno anche all’Italia, che per prima ha sperimentato con successo i “corridoi umanitari”, perché adotti questo strumento anche per facilitare l’evacuazione di profughi afghani.
Da oltre sei anni noi, cattolici e protestanti, lavoriamo insieme per costruire i corridoi umanitari dal Libano e, grazie a un nuovo protocollo con i ministeri dell’Interno e degli Affari esteri stiamo avviando il primo “corridoio umanitario” per 200 profughi dai centri di detenzione della Libia e, parallelamente, per consentire l’evacuazione di altri 300.
Sulla base di questa esperienza siamo a disposizione per realizzare un progetto analogo a favore dei profughi afghani, pronti a collaborare con le istituzioni, le amministrazioni locali e altre espressioni della società civile che vogliano condividere questo urgente progetto umanitario.
Si possono poi aiutare quegli afghani che, già in Europa, vivono in condizioni di precarietà. Chiediamo a tutti i governi europei di sospendere le pratiche di espulsione già decretate per centinaia di afgani richiedenti asilo e diniegati, e inoltre di riesaminare le domande rigettate vista la drammaticità della situazione sul terreno. Ribadiamo che la forza morale e politica dell’Europa si costruisce anche garantendo diritti e protezione umanitaria a chi è perseguitato ed ha già sofferto il dramma della guerra”.

Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio
Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola valdese

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Profughi, nuovo protocollo per altri mille arrivi con i corridoi umanitari dal Libano
Grazie ai primi due accordi del 2015 e del 2017 sono già arrivati in sicurezza e legalmente in Italia oltre 2.000 profughi siriani

Roma (NEV), 5 agosto 2021 – È stato firmato oggi un nuovo protocollo tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), la Tavola Valdese e i ministeri dell’Interno e degli Esteri per l’ingresso in Italia di altri mille profughi attualmente ospitati in Libano attraverso i corridoi umanitari, una best practice riconosciuta a livello internazionale e replicata con progetti analoghi in Francia, Belgio, Andorra e San Marino.

A siglare l’intesa con lo Stato italiano Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Luca Maria Negro, presidente della FCEI, Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese, Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e il prefetto Michele di Bari, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione.

Grazie ai primi due accordi del 2015 e del 2017 sono già arrivati in sicurezza e legalmente in Italia oltre 2.000 profughi (in gran parte famiglie e soggetti in condizioni di vulnerabilità provenienti dalla Siria), con un progetto interamente autofinanziato, che permette non solo di salvare dai trafficanti e dai rischiosissimi viaggi nel Mediterraneo, ma facilita l’integrazione nel nostro Paese.

I mille beneficiari del nuovo accordo, della durata di due anni, verranno selezionati dalle associazioni firmatarie in Libano e in altri paesi di transito interessati da situazioni di emergenza umanitaria.

“Esprimiamo grande soddisfazione per la conclusione di un nuovo accordo e il nostro apprezzamento ai Ministero dell’Interno e degli Esteri per aver riconosciuto e ribadito il valore di un’esperienza, concepita e sviluppata primariamente nel nostro Paese – dichiara il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – . La firma di un ulteriore protocollo per la realizzazione di corridoi umanitari conferma  la validità di una semplice intuizione di sei anni fa: l’apertura di vie legali, sicure e sostenibili è l’alternativa più efficace alle morti in mare e alla tratta di esseri umani. Questa esperienza ideata e sviluppata in Italia è stata ripresa in altri paesi europei ma purtroppo non è ancora diventata una politica dell’Europa. Per questo, come chiese evangeliche, continueremo a lavorare con i nostri partner in Europa affinché facciano pressione sui loro governi per allargare le vie legali e sicure di ingresso nei rispettivi Paesi. Le migrazioni sono il campo sul quale l’idea europea rischia di morire, uccisa da egoismi nazionali e opportunismi politici. Ma noi vogliamo sperare che possa essere anche il tema sul quale l’Europa ritrovi l’anima e la visione per la quale è nata come unione di popoli e di stati. I corridoi umanitari sono una testimonianza concreta di quello che l’Europa potrebbe essere e potrebbe fare per affrontare con concretezza e spirito umanitario un nodo che non si risolve con i proclami securitari o con la forza militare ma solo con la cooperazione allo sviluppo e la tutela dei diritti umani”.

“Il sovranismo rincorso da alcuni governi e alcune forze politiche non è soltanto la tomba dell’Europa politica ma anche dei principi di solidarietà, di cooperazione internazionale e di difesa diritti umani attorno ai quali si è costituita – aggiunge Paolo Naso, consulente ai rapporti istituzionali e internazionali della FCEI, già coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, ideatore dell’esperienza dei corridoi umanitari – .  In quasi sei anni di attività, siamo stati testimoni di vite “spezzate” dalle violenze, dagli abusi, dalle torture e dalla disperazione che si sono ricostruite grazie a un’eccezionale azione di accompagnamento e sostegno garantita da chi ha accolto. Veri e propri miracoli di resurrezione operati dall’amore di Dio per le sue creature”.
 
La moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta, nel corso dell’incontro odierno in cui è stato siglato il nuovo protocollo, ha ribadito “l’importanza della continuità di una best practice che le chiese valdesi e metodiste hanno segnalato e proposto alle chiese sorelle in Europa; l’impegno a soccorrere e accogliere, per noi radicato nella nostra fede ma su questo terreno ci siamo incontrati con tante altre realtà istituzionali e associative; i risultati a tutti evidenti dei percorsi di integrazione, componente essenziali dei corridoi”.
La Diaconia valdese, come ha ricordato la moderatora, “ha adottato un modello di integrazione diffusa, con piccoli gruppi, e accompagnati da operatori e volontari che insieme hanno cercato soluzioni individuali e coerenti con i bisogni e le capacità dei beneficiari”. Di qui la “soddisfazione per la collaborazione  con le istituzioni – i ministeri  dell’Interno e degli Esteri – e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Non solo perchè questa sinergia ha funzionato ma perché quanto realizzato costituisce un modello laico e giusto di organizzazione di un intervento di ordine sociale. Il valore dei corridoi umanitari sta infatti proprio nella loro replicabilità e nella possibilità di trasformarli in un sistema italiano ed europeo. Le chiese valdesi e metodiste hanno firmato questo protocollo della consapevolezza che si tratta di un grande impegno ma anche di una grande opportunità per dimostrare che accoglienza e diritti umani, sicurezza e sostenibilità possono stare insieme. Ed è questo il messaggio che oggi, insieme, vogliamo ribadire”.
 

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La buona pratica dei corridoi umanitari. L’annuncio del protocollo per la Libia

Ieri l'incontro a Palazzo Borromeo, con l'annuncio da parte del Ministro dell'Interno del protocollo siglato con la Federazione delle chiese evangeliche, Tavola Valdese e S.Egidio, per 500 persone dalla Libia. Il testo dell'intervento di Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della FCEI.

Conferenza stampa: https://www.facebook.com/ItalyToHolySee/videos/1610680302469800/

Roma (NEV), 17 giugno 2021 – “E’ stato firmato il protocollo per portare dalla Libia 500 persone”. Lo ha detto ieri il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese parlando dei corridoi umanitari in un evento a Palazzo Borromeo. L’accordo prevede il coinvolgimento dell’Unhcr e sarà gestito anche con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, la Tavola valdese e S.Egidio.

Il ministro, come si legge in questo comunicato pubblicato sul sito del dicastero, ha definito i corridoi umanitari “un sistema importante da considerare”, rispetto ad “un problema strutturale, molto ampio, che necessita anche di un buon governo delle varie situazioni”. In questo quadro il ministro Lamorgese ha ricordato che il Viminale “ha stipulato un accordo con la Comunità di Sant’Egidio, le Chiese evangeliche, la Chiesa Valdese e la Caritas per rinnovare impegni già presi negli anni precedenti e che stiamo portando avanti anche dalla Libia. Gli organismi che hanno lanciato il progetto – ha sottolineato – hanno permesso di portare in Italia e in altri Paesi europei in piena legalità e sicurezza 3.500 persone”.

All’incontro ha partecipato, per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Paolo Naso, coordinatore del programma migranti e rifugiati, Mediterranean Hope.

Qui di seguito il testo integrale del suo intervento alla conferenza di ieri:

“Nel 2021 la Giornata mondiale del rifugiato cade mentre tutti aspettiamo la fine di una dolorosa emergenza pandemica che ha segnato nel profondo le nostre vite e i nostri stili di vita. Una pandemia che ci ha costretto a limitare i nostri viaggi, gli spostamenti, le relazioni sociali.

C’è però una comunità che ha continuato a muoversi ed a mettersi in cammino, molto spesso senza conoscere la propria meta ma avendo ben chiaro che, per sopravvivere, aveva solo una possibilità: scappare. Sono i richiedenti asilo per i quali il COVID19 è stata solo un’altra piaga che si aggiungeva sul loro corpo martoriato da guerre torture, ricatti violenze. E una grande comunità che, nel mondo, conta quasi 80 milioni di persone. Come noto, oltre l’80 % – il 40% dei quali minori –  proviene da dieci paesi soltanto e risiedono in assoluta maggioranza in paesi del Sud globale: Libano, Giordania, Pakistan, Uganda ai quali si aggiunge la Turchia che però ha negoziato con l’Unione europea il discutibile ruolo di gatekeeper dei flussi migratori. L’Europa accoglie circa il 6,5 % del totale dei rifugiati nel mondo.

Sono uomini e donne che abbiamo imparato a conoscere a Lampedusa, a Ventimiglia, in Bosnia, a Lesbos, a Ceuta e Melilla. “Clandestini” è il termine con cui vengono spesso apostrofati.

Ma non si chiamano “clandestini”. Si chiamano Jamal, come il ragazzo egiziano di sedici anni, arrivato a Lampedusa solo tre giorni fa con ustioni di secondo grado su tutto il corpo che gli impedivano di indossare anche una semplice maglietta, ustioni che a causa del sale marino bruciavano come il fuoco.

Si chiamano Yousuf, come il bambino di sei mesi morto l’11 novembre scorso,  in braccia alla madre nel corso dell’ennesimo naufragio di un barcone  al largo di Lampedusa.

Ogni profugo ha un nome e una storia e ogni rifugiato è per noi è un essere umano che – come recita l’articolo 10 della Costituzione italiana – ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica. In questa sede e in questo contesto, però, questi uomini e queste donne sono anche il  “prossimo”, il viandante ferito che incontriamo sulla strada che da Gerusalemme scende verso Gerico.

In questo senso oggi ci portano qui ragioni non solo  umanitarie e costituzionali ma anche etiche e teologiche.

Ed è questo intreccio di ragioni che, ormai sei anni fa, ha motivato una scelta ecumenica che ha prodotto un esperimento pilota in Europa: i corridoi umanitari. Cattolici e protestanti, insieme, hanno avviato una buona pratica che, ad oggi, resta uno degli strumenti più funzionali del cosiddetto Migration Management.

In Italia, Francia, Belgio, Germania ed altrove sono state coalizioni ecumeniche  a intuire la necessità di una via pratica, legale e sostenibile per garantire vie sicure e legali di accesso all’asilo e alla protezione internazionale.

Questa intuizione ha poi trovato un positivo e fattivo riscontro nel Governo italiano. Nei tavoli tecnici prima e in quello istituzionale che hanno prodotto i vari protocolli abbiamo dato evidenza di che cosa, nel pieno rispetto della laicità dello Stato, si debba intende per sussidiarietà tra l’azione delle istituzioni e quella della società civile e quindi anche delle comunità di fede. Ognuno ha fatto la sua parte e colgo l’occasione di potermi rivolgere direttamente alla Signora Ministro per ringraziare lei e il Ministero dell’Interno per la particolare determinazione e cura con cui hanno gestito ed accompagnato i corridoi umanitari che per altro speriamo si possano allargare e moltiplicare.

I corridoi umanitari vengono spesso citati per il meccanismo di ingresso in Italia, costruito sulla base legale dell’articolo 25 del Regolamento del Trattato di Schengen sui visti umanitari. Ma c’è un altro tratto di questa esperienza che ci preme richiamare: l’accoglienza, che si propone come un vero percorso di integrazione e che quindi prevede l’apprendimento della lingua, la ricerca di lavoro, l’istruzione nel sistema scolastico italiano… L’inserimento in un tessuto sociale che accompagna i beneficiari fino alla loro autonomia. Il bilancio sociale dei corridoi umanitari deve considerare anche questa voce, largamente in attivo, che mostra il volto di un’Italia che si prende cura, si fa carico, accoglie, educa. E’ un’Italia che resta in ombra rispetto a quella vociante e spesso scomposta che alimenta spinte xenofobe se non razziste, ma è un’Italia solida e diffusa. E’ una preziosa risorsa sociale che mostra di sapersi attivare tanto per i diritti dei rifugiati che per quelli degli italiani più vulnerabili, soli, svantaggiati. E’ l’ Italia di quella  solidarietà che non ha confini di genere, di etnia, di condizione fisica, di religione. E’ il Paese che ha mostrato di sapersi fare carico di vite disperate e spezzate che sono risorte grazie a una cura,  una scuola, un lavoro, una casa. E’ l’Italia che assiste al miracolo di Lazzaro che si rianima e si riprende la vita.

Oggi vi è un consenso ampio e politicamente molto trasversale ai corridoi umanitari e non possiamo che rallegrarcene. Ma allora non capiamo perché questa riconosciuta best practice non diventi una politica messa a sistema dall’Unione Europea. Come chiese evangeliche, nelle scorse settimane abbiamo scritto ai nostri partners europei, ovviamente includendo le grandi comunità protestanti di Germania, Svezia, Danimarca e così via, intitolandola idealmente “L’Europa muore a Lampedusa”. Muore attorno a questo luogo simbolo delle migrazioni forzate che fa del suo meglio per accogliere e smistare migliaia di richiedenti asilo che non cercano l’Italia ma l’Europa. E’ alle porte dell’Europa che bussano. Lo fanno appellandosi, più o meno inconsapevolmente,  alla sua storia e ai suoi valori nati e cresciuti negli anni della guerra, in reazione all’orrore della Shoah e nella coscienza di un principio  che proprio in quel contesto si stava profilando giuridicamente: il diritto umanitario, poi sintetizzato nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Alle chiese protestanti europee abbiamo chiesto l’impegno ad appellarsi ai loro governi perché assumano che Lampedusa è anche il confine dell’Europa ed è anche su quel confine che si misura la moralità politica dell’Unione e la sua capacità di garantire una  governance dei processi migratori.

Non esiste una bacchetta magica che risolve i problemi delle migrazioni globali ma ci sono degli strumenti che vanno coordinati e messi a sistema in un dispositivo coerente: i corridoi umanitari, i soccorsi in mare – quelli doverosamente attivati dagli Stati come quelli delle ONG – le relocation, l’isolamento dei paesi che violano i diritti umani e per questo producono “rifugiati”, la cooperazione allo sviluppo dei paesi più stabili che potrebbero offrire alternative sostenibili all’emigrazione.

Perché è così difficile costruire un consenso europeo su questa piattaforma? Forse perché l’Europa politica ha smarrito la sua identità. Per usare l’espressione dell’ex presidente Jacques Delors, la sua “anima”.

E’ questa la domanda con cui mi accingo a chiudere. Dov’è l’anima, la moralità nella politica migratoria dell’Europa? Dov’è la sua dimensione etica? Come credenti non possiamo rassegnarci a un’idea della politica che prescinda dall’etica, da un nucleo di valori profondi e largamente condivisi. E tra questi c’è la tutela di quanti scappano da fame, guerre, violenze e persecuzioni.

Diceva Martin Luther King:

La paura si chiede: E’ sicuro?

La tattica si chiede, è politico?

La vanità si chiede, è popolare?

Ma la coscienza – solo la coscienza – si chiede, è giusto?

Ed è in questo spirito, quello della coscienza che spinge a fare ciò che è giusto, che vogliamo celebrare questa giornata”.

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Otto per mille a valdesi e metodisti: un messaggio di impegno e di speranza

Una campagna per chi crede nel cambiamento

Torre Pellice, 4 Maggio 2021 - sito: www.chiesavaldese.org

Parte in questi giorni la campagna per l’Otto per mille alle chiese valdesi e metodiste. Al centro il tema del cambiamento: “Cambia il mondo, cambia la terra… e nessuno resterà per terra” è lo slogan portante, chiaramente ispirato a una antica filastrocca e illustrato dalla fumettista e graphic designer Takoua Ben Mohamed. La voce narrante è di Lella Costa e la campagna è stata ideata da Web&Com di Sergio Velluto.

“In un tempo così difficile, segnato dalla pandemia ed esposto al rischio di miopia, di vista corta, vogliamo lanciare un messaggio di speranza e impegno, che sappia guardare lontano, con fiducia, nello spazio e nel tempo – spiega Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese –. Crediamo che cambiare sguardo sugli altri e sulle cose sia il primo passo per contribuire a cambiare il mondo in meglio. Nello spot televisivo e radiofonico alcune donne testimoniano la forza trasformatrice della fiducia nel cambiamento, motore di impegno in favore di altri. Alla fine l’immagine, leggera ma carica di speranza, di un bambino appeso a un palloncino che lo solleva, mentre lo slogan  rimanda alla responsabilità di ciascuno nei confronti del mondo”. 

Nel 2020 l’Otto per mille assegnato alla Chiesa Evangelica Valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi, in base alle firme dei contribuenti ha raggiunto la cifra di 42,8 milioni di euro. Con tale importante risorsa sono stati finanziati circa 800 progetti in Italia e 450 all’estero. Otto milioni di euro sono stati destinati al finanziamento di interventi sanitari per terapie o azioni di contrasto alla diffusione del COVID 19 e per sostenere la ripresa del Paese a partire dai bisogni dei soggetti più svantaggiati o vulnerabili. 

In crescita le quote investite in progetti di promozione di modelli di condivisione e solidarietà umana come quelli dello housing sociale; e il supporto a progetti di integrazione delle persone disabili e di sostegno alle loro famiglie, negli ultimi anni fra i più colpiti dal ridimensionamento delle risorse per il welfare.

Viene mantenuto il rilevante impegno a sostegno del progetto dei “Corridoi umanitari” (di cui la Tavola valdese è promotrice con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia e la Comunità di Sant’Egidio) e di altri progetti in favore di rifugiati e migranti, nella direzione dello sviluppo di società aperte e inclusive.

Consistente anche la quota destinata a interventi culturali. “A causa della pandemia il settore della cultura è fra quelli maggiormente in sofferenza – prosegue Trotta –. Abbiamo avvertito, dunque, in modo particolare, la responsabilità di sostenere progetti teatrali e artistici, di ricerca e divulgazione su tematiche importanti di impegno civile e sociale. Valdesi e metodisti, d’altra parte, vantano una lunga tradizione di impegno nell’ambito educativo, della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico e culturale e hanno sempre affermato che la cultura è una risorsa essenziale anche per la crescita civile e democratica e per lo sviluppo economico e sociale del Paese.”

La campagna 2021 dell’Otto per mille alle Chiese valdesi e metodiste si conclude con una dichiarazione che implicitamente è l’appello rivolto ai contribuenti: “La tua firma è la differenza”. “Vogliamo sottolineare – conclude Trotta – che chi firma per i valdesi e i metodisti sostiene anche un particolare modo di gestire i fondi dell’Otto per mille, che possiamo definire trasparente, laico e partecipato: chiunque, con un semplice accesso al sito www.ottopermillevaldese.org , può verificare a chi vengono destinate le somme ricevute dallo Stato; non un euro viene destinato al culto; ogni anno centinaia di associazioni, ONG, comunità di vario tipo ci propongono progetti che finanziamo, seguiamo e monitoriamo, perché ci sentiamo parte di una comunità globale di uomini e di donne che nei cinque continenti fanno del loro meglio per cambiare il mondo, come costruttori di pace, giustizia e sviluppo sostenibile. Obiettivo ambizioso, ma è questo che ci suggerisce la nostra fede e la nostra tradizione”.

I costi complessivi della campagna sono inferiori al 5% delle somme ricevute. Oltre a pubblicità sui principali quotidiani, sono previsti spot radiofonici e televisivi e manifesti affissi in alcune città italiane.

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=u-0ain0BrXA

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Storie per la Storia. Incontri alla Fondazione Centro Culturale Valdese

ogni mercoledì, dal 7 aprile al 5 maggio 2021, online ore 17,30 - 18,30

“La storia vuol cogliere gli uomini al di là delle forme sensibili del paesaggio, degli arnesi o delle macchine, degli scritti in apparenza più freddi e delle istituzioni in apparenza più completamente staccate da coloro che le hanno create. Chi non vi riesce non sarà, nel migliore dei casi. Che un manovale dell’erudizione. Il buono storico somiglia all’orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, là sa che è la sua preda” (Marc Block, Apologia della storia o mestiere di storico, 1949)

“L’ “essere-nel-tempo” è la modalità temporale si essere-al-mondo. Secondo siffatta modalità, la Cura, questa struttura fondamentale dell’essere che noi siamo, si dà come prendersi-cura. Essere-in significa, allora, essere-presso – presso le cose del mondo” (Paul Ricoeur, La memoria, la storia, l’oblio, 2003)

“Quello che hai ereditato dai tuoi padri, riguadagnalo, per possederlo” (Johann Wolfgang von Goethe, Faust, 1831 -1949)

La Fondazione centro culturale valdese presenta un ciclo di incontri settimanali dirette facebook e youtube 17,30-18.30:

https://it-it.facebook.com/FondazioneCentroCulturaleValdese

https://www.youtube.com/channel/UCunbD5jWAxmniCuCJiZXYbw

Il ciclo intende aprire una riflessione sulla storia (metodologie e ruolo dello storico) perché in tempi di cambiamenti, anche le domande verso il passato esigono nuovi racconti e nuove indagini. 

Bruna Peyrot (Presidente Fccv) e Davide Rosso (Direttore Fccv) lo faranno dialogando con studiosi che spiegheranno non solo i temi della loro ricerca, ma il modo e il perché si sono dedicati a quell’oggetto di studio.

Programma:

Mercoledì 7 aprile, I banditi di Giosuè Gianavello con Luca Perrone

Mercoledì 14 aprile, Viaggi mediterranei nel XIX secolo con Paola Schellenbaum

Mercoledì 21 aprile, Come canne al vento. Diari di Giorgio Giradet con Hilda Girardet

Mercoledì 28 maggio, Diaspore valdesi dimenticate (1730-1735) con Martino Laurenti

Mercoledì 5 maggio, Henri Arnaud: le immagini di un valdese non valdese con Davide Rosso

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Fondazione centro culturale valdese. Rivista La beidana

È uscito il numero 100 de 'La beidana. Cultura e storia nelle valli valdesi'. La rivista quadrimestrale nata nel 1985, ha brillantemente superato i trentacinque anni di vita e prosegue con successo. In questo numero, la prima metà è dedicata ai ricordi di redattori e redattrici del passato e a lettori e lettrici del periodico. La seconda parte contiene una ricca sezione antologica, dedicata alla letteratura ottocentesca a tema valdese, corredata da una lunga bibliografia.

Il 12 febbraio, alle ore 18:00, verrà presentata in diretta Facebook sulla pagina della Fondazione: https://it-it.facebook.com/FondazioneCentroCulturaleValdese/

Interventi di:
Dino Carpanetto | Presidente Società di Studi Valdesi
Davide Rosso | Direttore Fondazione Centro Culturale Valdese
Giovanni Jarre | Redazione
Bruna Peyrot | Redattrice anni 80
Ines Pontet | Redattrice anni 90-2000
Aline Pons | Redattrice attuale
Ilaria Testa | Direttrice responsabile

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Otto per mille, sempre più richieste per giovani e cultura

Chiuso il bando 2021: in totale le domande presentate sono state 4914, di cui 961 all’estero e 3953 in Italia (erano 3573 nel 2020). Ora inizia la fase istruttoria. Dopo l'ok della Tavola valdese e il Sinodo, a settembre è prevista la pubblicazione della lista finale delle realtà che potranno beneficiare dell'aiuto delle Chiese valdesi e metodiste.

Di Barbara Battaglia

Roma (NEV), 29 gennaio 2021 – Sempre più richieste di fondi all’Otto per mille Valdese, a conferma di un trend in costante crescita negli ultimi tre anni. Con un aumento consistente delle domande per le attività culturali, che passano da 443 a 626, e per la promozione del benessere e della crescita dei bambini e dei ragazzi: sono state 747, nel 2020 erano state 661, nel 2019 questo settore riguardava 531 progetti.

Si è chiuso da pochi giorni il periodo di tempo durante il quale, dal 4 al 25 gennaio scorsi, organizzazioni non governative, no profit, associazioni e onlus hanno presentato online la loro domanda di finanziamento, dettagliando i progetti e le attività per le quali hanno bisogno di sostegno economico. Ecco quindi i primi dati.

In totale le domande presentate sono state 4914, di cui 961 all’estero e 3953 in Italia (erano stati 3573 nel 2020). “I numeri del 2021 ci dicono che il terzo settore è giustamente preoccupato per gli effetti della pandemia”, conferma Manuela Vinay, responsabile dell’Ufficio Otto per mille delle chiese valdesi e metodiste. Per quanto riguarda l’Italia sono in crescita, da due anni, anche i progetti di contrasto alla povertà: sono 420 nel 2021, mentre nel 2020 erano stati 339. Sono aumentati, sempre in riferimento all’ultimo biennio, anche i progetti per il contrasto alla violenza di genere e quelli per gli anziani. Più di 700, come anche era successo nel 2020, le domande per interventi riguardanti le persone con disabilità (che sono il secondo settore più consistente, in termini di numero di richieste presentate, dopo i giovani). In trend negativo, invece, negli ultimi due anni le richieste per accoglienza e inclusione dei migranti: 344 nel 2019, 294 l’anno passato e 276 oggi. Lo stesso dicasi per i progetti – 124 quest’anno, 147 quello passato – nelle carceri. Stabili infine le iniziative per l’ambiente: da 107 dello scorso anno a 133 del 2021 (ma nel 2019 erano stati “solo” 58).

Per ciò che riguarda l’estero, invece, sono l’educazione (173 domande) e gli interventi sanitari e di tutela della salute (155) i due campi di maggiore interesse. (...) Ora tutte le richieste all’Otto per mille delle Chiese valdesi e metodiste passeranno il vaglio della fase istruttoria: verrà cioè verificata la correttezza formale delle domande, rispetto a quanto previsto dalle linee guida del bando 2021, che sono state pubblicate sul sito ottopermillevaldese.org. Solo le domande correttamente presentate saranno valutate nel merito da parte di una commissione di volontari che inizierà presto il suo lavoro. I progetti approvati dalla Tavola Valdese saranno poi presentati al Sinodo, nel prossimo mese di agosto, e quindi l’elenco definitivo delle richieste accettate sarà pubblicato sul portale web dell’8×1000 entro settembre.

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Presentazione libro edito da Claudiana "Come canne al vento" di Giorgio Girardet 

In occasione delle celebrazioni del giorno della memoria (27 gennaio), il Centro Culturale Protestante "Pier Martire Vermigli" di Firenze presenta sabato 30 gennaio ore 18 il libro "Come canne al vento" di Giorgio Girardet per contribuire alla conoscenza dei terribili fatti avvenuti in Germania nella prima metà degli anni '40 del secolo scorso.
Il libro presentato è la testimonianza emersa dai diari di prigionia di un sottotenente dell'esercito italiano, studente in teologia, valdese, che ha scelto di non lavorare per contribuire alla resistenza contro i tedeschi. La particolarità  del libro è nella descrizione di come la resistenza si sia nutrita di una speranza legata alla fede e alla assunzione di una responsabilità come cappellano evangelico per gli italiani presenti, con una apertura ecumenica molto interessante, pensando alle posizioni di quei tempi.
L'evento è fruibile dalla piattaforma Zoom. Per accedere è sufficiente cliccare sulla locandina. Scaricate la locandina!

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Il convegno nazionale dei Servizi Inclusione della CSD - Diaconia Valdese si svolgerà (online) nella mattinata di giovedì 28 gennaio

Roma (NEV), 23 gennaio 2021 – Pandemia e accesso ai servizi sanitari: che impatto ha avuto il Covid19 sul diritto alla salute dei più vulnerabili? Il convegno nazionale dei Servizi Inclusione della Diaconia Valdese su La salute diseguale si svolgerà quest’anno online, nella mattinata di giovedì 28 gennaio, dalle 9 alle 13.

“Il tema della salute si incrocia con quello della diseguaglianza sia in termini di accesso che di conseguenze: se la disponibilità delle cure è carente per molte categorie sociali deprivate economicamente, socialmente o culturalmente le conseguenze di cattive condizioni di salute sono un ulteriore elemento che crea disparità e diseguaglianza. L’accesso ai servizi, la percezione della salute, la comunicazione e la cultura sanitaria sono stati compromessi da un’evoluzione mercatistica della sanità, sia pubblica che privata, allontanandola dalla sua vocazione universalistica. La pandemia ha ulteriormente evidenziato la gravità dell’attuale situazione, che si manifesta nel difficile accesso che hanno ai servizi sanitari non solo gli stranieri irregolari e i senza fissa dimora, ma anche fasce sempre più ampie di lavoratori poveri”, scrivono i promotori.

Tra i relatori, Giovanni Comba, presidente della Diaconia valdese, Letizia Tomassone, vice moderatora della Tavola valdese, il pastore Sergio Manna, e molti esperti, docenti, rappresentanti politici, operatori sociali della Diaconia ma anche di altre realtà impegnate a vario titolo nell’assistenza e nell’inclusione.

Per partecipare, occorre iscriversi al link https://forms.gle/5PW79Y6qq5bEtid79 e si riceverà via mail il link per prendere parte all’evento.

Scarica la locandina con il programma completo dell’iniziativa e l’evento fb.

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“La grammatica della cura”. La pastora Lidia Maggi ospite di Radio3

La pastora battista in dialogo con Marino Sinibaldi, su Rai Radio3, pochi giorni fa, all'interno della trasmissione dedicata a "conversazioni intorno alla pandemia". Pandemia che, secondo Maggi, è una "lente di ingrandimento" delle relazioni, delle dinamiche pre esistenti nella società, a partire dalle differenze

Di

Barbara Battaglia

Roma (NEV), 23 dicembre 2020 – “La grammatica della cura”, come ci ha cambiati la pandemia, il significato nuovo che hanno assunto le nostre case. Ne ha parlato Lidia Maggi, pastora battista, biblista e teologa, ospite di una puntata della trasmissione radiofonica di Radio Rai 3 “La cura”, in un dialogo, pochi giorni fa, con Marino Sinibaldi, direttore di Radio3. Non è la prima esponente evangelica ospite di questa rassegna. Un’altra studiosa, un’altra donna protestante, la storica Bruna Peyrot, è stata infatti protagonista dello stesso programma lo scorso agosto, nel primo ciclo del percorso di Radio 3 fatto di “conversazioni intorno alla pandemia”.

Al centro della riflessione, il senso della “casa”, intesa come luogo fisico e non solo. Abbiamo voluto anche noi, sulla scorta di questo dialogo radiofonico, approfondire questo tema insieme alla pastora.

Lei ha detto che vi è una disparità di genere nella casa. Cambierà qualcosa, in questo senso, dopo la crisi?

“La crisi ci ha permesso di vedere un problema strutturale: è nella casa che la disparità di genere si amplifica. Questi mesi hanno accelerato una disparità presente, con le scuole chiuse, lo smartworking e il “mito” della donna efficiente, multitasking: una rappresentazione che è una trappola. Ma può essere l’occasione di rimettere in discussione il modello esistente”.

Ha raccontato la casa come una metafora della vita, della sua complessità, dei vari spazi. Ma c’è spazio per la complessità, nei media, nella velocità dei social, nel mondo post moderno?

“Esiste se i soggetti che sono responsabili della comunicazione la mettono al centro. I soggetti non sono solo i giornalisti ma anche chi ascolta, chi legge. Là dove ci saranno lettori che si ribellano alla banalizzazione dell’informazione, questo stimolerà sempre di più chi fa informazione. E ora che passiamo più tempo sui media, abbiamo l’occasione di approfondire, di andare oltre le semplificazioni, di ricercare la complessità”.

“La Bibbia nasce a Babilonia”, ha ricordato. Davvero crede che dalla crisi, dalle mancanze, possano sorgere grandi opportunità? 

“Credo davvero sia così, la crisi è l’occasione per smettere di andare in automatico. Lo penso perchè la storia che ho ereditato me lo racconta, la storia antropologica e la mia esperienza personale me lo raccontano. Anche il parto avviene attraverso le doglie. La crisi può essere l’opportunità di trasformare la realtà, perchè ci interroga: non c’è cambiamento senza le domande. Ovviamente essa comporta anche dei rischi, se non accompagnata da una spinta vitale può indurre a una resa, all’immobilità dello sguardo. E’ come si sta nella crisi che fa la differenza. La sapienza biblica in questo quadro può aiutare – e lo dimostra l’attenzione del mondo laico verso questi strumenti, dimostrata anche da una trasmissione come quella di Radio3, che mi ha commossa – , ci fa percepire la crisi come possibilità e vedere nascere il nuovo, ci serve per cambiare postura”.

Ha esortato a “stare nel disagio”. Cesare Pavese scrisse che “Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola”. Come si attraversa il disagio della malattia, della paura, della morte?

“Sicuramente non negandolo. Non pensando che la malattia e il lutto siano un tempo sospeso. Li pensiamo come intermezzo, mentre forse questo è un limite, perché anche quella è vita. Leggo che in queste ore molti augurano di “cancellare” il 2020. Ma non si può negare o cancellare un anno del genere, bisogna elaborarlo. Dobbiamo trovare riti, linguaggi, spazi narrativi per rivisitare questo anno. Tutto ciò che è rimosso prima o poi ritorna. Così come da una malattia non torniamo uguali a quelli che eravamo prima, così questo anno ci ha segnati. Volerlo scacciare senza una seria analisi è un’ingenuità”.

In un’altra sua intervista, su Famiglia cristiana, riflettendo sul significato della casa, disse che essa “non è un luogo da idealizzare”. Non è un rifugio nemmeno la famiglia, ma può essere anzi uno spazio di negazione di diritti, per chi subisce violenze, per chi non ha le risorse materiali o simboliche per scegliere dove vivere. Perchè celebrarla, allora? 

“Dobbiamo fare i conti con la famiglia perché è li che impariamo la grammatica delle relazioni che ci permettono di stare al mondo. Occorre vigilare su quei linguaggi sgrammaticati che ci mettono nel mondo senza aver acquisito una sapienza. Fuori da metafora, ogni tipo di relazione affettiva, d’amore, di cura e di intimità è uno spazio dove impariamo la fiducia e l’alterità. Tutte le volte che all’interno della famiglia c’è un malessere non si ripercuote solo sul presente ma sul nostro sguardo più ampio verso la realtà. Per questo è molto importante vigilare: questo è il ruolo delle chiese.

La fede cristiana non è familista. Anzi, in Gesù c’è il rifiuto del patriarcale, una critica sociale forte, una critica feroce alla famiglia come spazio di potere. Il celibato di Cristo va in questa direzione. Solo Dio è padre. Levare potere agli umani e nello specifico ai maschi. E su questo, Gesù, che era espressione del genere maschile, ha molto lavorato”.

Da domani tutti torneremo, a causa del lockdown, a stare in casa, per chi ce l’ha, almeno. Ha un augurio, un messaggio o anche solo un consiglio da dare?

“Non è semplice augurare qualcosa però forse imparare a cambiare sguardo sulla propria storia può essere già una possibilità. Non rimanere fermi ma trovare la forza per rimettersi in cammino verso il nuovo che viene. Ricomincia, in maniera ostinata, in maniera differente, ma ricomincia”.

Per ascoltare, clicca qui

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Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: le iniziative a Pinerolo
L'emergenza non cancella la volontà della Città di Pinerolo di essere in prima linea in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Le iniziative messe in calendario sono state annullate a seguito del DPCM ma in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità e le associazioni del territorio, saranno assicurati alcuni momenti per valorizzare questa giornata.


Maggiori informazioni: http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/comunicatistampa/3324-25-novembre-2020-giornata-internazionale-contro-la-violenza-sulle-donne

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Progetto We.Ca.Re e Giornata Mondiale della Gentilezza

Una serie di azioni on line a cura dei partner del gruppo We.Ca.Re per celebrare, venerdì 13 novembre, la Giornata Mondiale della Gentilezza

I partner del gruppo We.Ca.Re. (C.I.S.S., Unione Montana Valli Chisone e Germanasca, Diaconia Valdese Valli, CFIQ, Chronos Cooperativa Sociale, Gruppo Abele, Tarta Volante Cooperativa Sociale), nell'ambito del progetto a cura della Regione Piemonte, all'interno della misura 2 con il progetto CI-CONOSCIAMO-CI, hanno lavorato e stanno lavorando ad una serie di azioni legate al tema della gentilezza. 

In linea con le azioni di progetto che vedono coinvolti i cittadini, i servizi e le aziende del territorio, vogliono promuovere la Giornata Mondiale della Gentilezza attraverso un percorso di sensibilizzazione tramite l’uso dei principali canali digitali, pagine Facebook, in particolare. 

Il We.Ca.Re, che vuole proporre un nuovo modo di collaborare tra servizi e con i cittadini, in un'ottica di welfare generativo, ha l’obiettivo di trovare possibili soluzioni partendo dai bisogni stessi delle persone. Per la Giornata Mondiale della Gentilezza, il gruppo We.Ca.Re. ha promosso e promuove una serie di azioni on line, dovute alle attuali misure restrittive, causate dalla pandemia di Covid-19

Dal 30 ottobre al 8 novembre raccolta di foto/disegni/pensieri su atti di gentilezza ricevuta o attuata nel 2020, non necessariamente legata al covid-19

Dal 9 al 12 novembre pubblicazione sulle pagine Fb degli enti del partenariato del materiale ricevuto

Il 13 novembre, ossia Giornata Mondiale della Gentilezza, condivisione sulle pagine FB di tutti i partner del progetto del disegno realizzato dai bambini/e seguiti dall’educativa territoriale delle cooperative Chronos e Tarta Volante. Ai bimbi/e è stato chiesto di disegnare ‘come vedono la gentilezza’; i partner hanno scelto, tra i disegni realizzati, quello che rappresenta la Giornata. Inoltre, sempre il 13 novembre, è prevista la raccolta di atti di gentilezza del We.Ca.Re., da condividere successivamente.

Dal 14 al 20 novembre, pubblicazione delle foto: la gentilezza del We.Ca.Re. e il We.Ca.Re. si racconta.

Per maggiori informazioni: www.xsone.org nonché le Pagine Fb di tutti i partner del progetto We.Ca.Re.www.xsone.org

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Vienna e Kabul, ancora due stragi
di Redazione - Riforma.it - 03 novembre 2020

Oltre 20 studenti uccisi nell'università della capitale afghana e almeno 4 vittime nella capitale austriaca. Le prime reazioni delle chiese
Nuovo attentato nel cuore dell’Europa ieri sera. Questa volta è toccata alla capitale austriaca Vienna. 4 le vittime al momento, una quindicina i feriti; ancora troppo vaghe le informazioni per indicare con esattezza la matrice di questo atto, anche se pare che almeno uno degli assalitori sarebbe un giovane austriaco simpatizzante dell’Isis. Isis che proprio ieri ha compiuto un altro terribile attacco, questa volta all’università di Kabul, in Afghanistan, uccidendo almeno 22 studenti, che rappresentano il futuro del Paese sconvolto da 40 anni di guerre.

Il sito della Chiesa battista in Austria con una grande foto di Vienna invita tutti a riunirsi in preghiera, mentre la Chiesa evangelica austriaca attraverso le parole del vescovo luterano Michael Chalupka esprime «Profonda preoccupazione per quanto avvenuto. Se le parole falliscono, ci resta la preghiera silenziosa per le vittime, i parenti, i soccorritori. Il terrore non deve dividere la coesione delle nostre comunità». Il sovrintendente evangelico viennese Matthias Geist ha sottolineato: «Come chiesa e società piangiamo i feriti e tutte le vittime con i loro parenti e preghiamo per loro. Restiamo solidali con tutte le forze che promuovono e mantengono la dignità di tutte le persone e l'integrità della vita».

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Nuovo attentato a Nizza, la solidarietà protestante
Almeno tre vittime nell'attacco alla basilica in centro città. Le parole del pastore della locale chiesa protestante, Paolo Morlacchetti: l'unica risposta che si può dare sarà l'apertura al dialogo e la fraternità

Riforma.it - 29 ottobre 2020

Altro attacco in una chiesa in Francia. Stamane attorno alle ore 9 un uomo è entrato nella basilica Notre-Dame in pieno centro a Nizza e ha accoltellato vari fedeli e il guardiano della chiesa prima di essere arrestato. Le vittime sarebbero al momento almeno tre ma la situazione è in evoluzione, e numerosi sarebbero i feriti.

Molte e immediate le reazioni per questo ennesimo atto barbaro a partire dalla locale chiesa protestante: «La comunità della Chiesa protestante unita di Nizza esprime la sua profonda emozione per questo atto barbaro. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno ai nostri fratelli e alle nostre sorelle cattolici, alle famiglie delle vittime e ai membri della parrocchia di Notre Dame».

Il pastore della chiesa protestante di Nizza è l’italiano Paolo Morlacchetti che ha immediatamente voluto esprimere la vicinanza alla comunità cattolica: «La situazione in Francia è estremamente tesa, soprattutto dopo la presa di posizione del presidente Macron in seguito all'omicidio di Samuel Paty, che molti commentatori hanno definito inutilmente provocatoria. Nizza è una città caratterizzata da grandi criticità dal punto di vista economico e culturale. In questo contesto, il rischio di radicalizzazione è sempre presente, tanto più che le comunità islamiche presenti in città non riescono a coordinarsi e ad avere fra loro delle relazioni costruttive. Dobbiamo impegnarci, come credenti, a fare in modo che queste relazioni possano costruirsi. Questo attentato è avvenuto nel nostro quartiere, nella parrocchia cattolica più vicina alla nostra chiesa, che conosciamo tutti. Ancora non riusciamo a credere che sia successo proprio lì, ed è la seconda volta che questo accade. Una cosa è certa, la nostra risposta a questo atto di barbarie, l'unica che si può dare, sarà l'apertura al dialogo e la fraternità. Non cadremo nella trappola dell'odio. Intanto esprimo tutta la mia vicinanza ai nostri fratelli e alle nostre sorelle della chiesa cattolica di Nizza».

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La moderatora Trotta nel Comitato d’onore del “Consorzio Pinerolo Energia”
Un impegno a favore dello sviluppo economico, sociale e territoriale attraverso il fare rete

Torre Pellice, 14 Ottobre 2020

Il “Consorzio Pinerolo Energia (CPE)”, nato con l’obiettivo di favorire la sinergia tra imprese, istituzioni educative e formative, comuni e associazionismo laico e religioso presenti sul territorio pinerolese, ha un nuovo Comitato d’onore che vede, tra gli altri, la presenza della moderatora della Tavola Valdese Alessandra Trotta. Nel corso degli ultimi tre anni, il Consorzio ha dato vita a numerose attività per il rilancio del territorio come motore di crescita. Tra le sue iniziative "Ripartiamo insieme", promossa insieme alle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL per affrontare i problemi nati con l’emergenza sanitaria COVID 19 e il progetto della "Comunità energetica del pinerolese", la prima comunità energetica italiana di nuova generazione, che ha portato alla costituzione nel 2019 della prima Oil Free Zone d’Italia, denominata “Territorio sostenibile”. Sul fronte dell’occupazione sul territorio, vi è stata la costituzione di un tavolo di lavoro e mutuo soccorso fra aziende per dare soluzione rapida a casi di esubero di risorse umane.

“Ho accettato molto volentieri di aderire a questo comitato - ha dichiarato Trotta - perché la capacità di intrecciare esperienze diverse favorendo il confronto delle idee nella comune ricerca di soluzioni capaci di aiutare un territorio a uscire dalla crisi appartiene alla tradizione delle chiese metodiste e valdesi. Per il credente e per le chiese si tratta di testimoniare la propria presenza nel quadro di una cittadinanza attiva, prendendosi cura del bene comune a partire dalla propria dimensione locale. Naturalmente senza dimenticare l'entità globale dei problemi le cui soluzioni richiedono uno sguardo aperto e non localistico”.

Una visione che la moderatora aveva già espresso durante la settimana di eventi a Torre Pellice (To) denominata “Generazioni e rigenerazioni. Avere cura di persone, memorie e territori”, svoltasi a fine agosto nei giorni solitamente dedicati al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Del "Consorzio Pinerolo Energia”, peraltro, fa parte anche la Diaconia valdese che partecipa a diversi gruppi di lavoro.

Nel Comitato d’onore del CPE siedono altresì il vescovo di Pinerolo Derio Olivero, il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, il direttore generale dell’Asl To3 Flavio Boraso, l’industriale Mario Damilano, presidente di Ponte Vecchio Acque Minerali e il presidente del Consorzio CPE Francesco Carcioffo.

Il Comitato d’onore del Consorzio CPE si è insediato il 10 ottobre u.s. a Torino, nella sede del Campus Onu, nel corso di un convegno dal titolo  "La rinascita del territorio nel modello Pinerolo”. Presenti in platea numerosi amministratori, operatori economici, rappresentanti di enti e associazioni. Da questo momento di incontro è nata anche un’occasione di confronto sulla tematica del lavoro. Gli interventi hanno sottolineato l'importanza di fare rete non solo tra imprese, ma tra tutte le componenti della società impegnandosi in un progetto che può ambire a fare scuola in Italia.

Fonte: chiesavaldese.org

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Patto per le migrazioni, chiese mondiali: “Solidarietà e accoglienza”

Oggi l'esecutivo guidato da Von Den Leyen presenta il nuovo patto. Ieri numerose organizzazioni delle principali confessioni cristiane hanno lanciato un appello alle istituzioni europee per ripensare la gestione del fenomeno migratorio

Roma (NEV/Riforma.it), 23 settembre 2020 –  La Commissione europea presenterà oggi, mercoledì 23 settembre, il nuovo Patto per le migrazioni, una riforma del regolamento di Dublino volta a non far gravare tutto il peso degli arrivi sui Paesi di primo ingresso e dovrebbe innescare meccanismi di solidarietà instaurando alcuni obblighi, ad esempio sui ricollocamenti.

Una dozzina di organizzazioni religiose mondiali e regionali hanno rilasciato ieri, 22 settembre, una dichiarazione in difesa della situazione dei migranti e dei rifugiati in Europa per definire la loro chiamata come cristiani ad “accogliere lo straniero e sollecitare la creazione di un mondo in cui diventare umani insieme”.

“La solidarietà dovrebbe essere il principio guida che governa la migrazione e in particolare l’accoglienza dei rifugiati “, afferma la dichiarazione.

“Ci aspettiamo che l’Unione europea respinga il discorso e la politica della paura e della deterrenza, e adotti una posizione di principio e una pratica compassionevole basata sui valori fondamentali su cui si fonda l’Ue.

Le nostre organizzazioni rappresentano le chiese in tutta Europa e nel mondo, nonché agenzie religiose particolarmente interessate alle persone migranti, ai rifugiati e ai richiedenti asilo”, si legge ancora nella dichiarazione.

“In quanto organizzazioni cristiane, siamo profondamente impegnati per la dignità inviolabile della persona umana creata ad immagine di Dio, nonché per i concetti di bene comune, di solidarietà globale e di promozione di una società che accoglie gli stranieri, si prende cura di coloro che fuggono dal pericolo e protegge i vulnerabili”.

La dichiarazione fa poi riferimento al recente incendio al campo di Moria, che ha lasciato 13mila migranti senza casa.

“Gli eventi della notte dell’8 settembre 2020 nel campo di Moria e nei giorni successivi hanno nuovamente messo in luce lo stato fallimentare della politica europea di migrazione e asilo e le sofferenze che essa ha creato. La disperazione di persone in cerca di protezione che sono state spesso costrette a vivere per anni in condizioni disumane, la rabbia e la frustrazione dei locali che sentono che l’Europa li ha lasciati soli con la sfida dell’accoglienza e dell’assistenza, indicano come l’attuale risposta ha affrontato i sintomi di un problema maggiore ma non la vera causa, e la reazione dell’Ue esprime simpatia ma mostra una profonda mancanza di responsabilità e nessun vero impegno ad aiutare coloro che necessitano di protezione così come lo Stato greco e la popolazione locale che li ospita. La pandemia ha esacerbato le condizioni di vita già disumane per i migranti”, osserva la dichiarazione.

“Il COVID-19 e le sue conseguenze hanno reso in molti luoghi la già difficile situazione per le popolazioni sfollate ancora più precaria: sia per l’igiene inadeguata in queste strutture che per i drastici tagli delle razioni alimentari e di altra assistenza disponibile», si legge. «Le diffuse restrizioni alla circolazione interna e transfrontaliera sulla scia della pandemia hanno ulteriormente ridotto l’accesso delle persone alla protezione. Inoltre, la sopravvivenza economica di molte persone in movimento, così come dei loro ospiti, è stata messa a repentaglio da blocchi e misure correlate, che hanno colpito particolarmente duramente gli occupati nel settore informale e hanno avuto un effetto sui mezzi di sussistenza”.

Le organizzazioni religiose si impegnano per tanto a “sostenere un approccio più dignitoso all’accoglienza, protezione e cura delle persone in movimento”.

Il testo afferma ancora che “le chiese e le agenzie sono state e saranno proattive nell’offrire un’accoglienza compassionevole e promuovere l’integrazione sociale e una convivenza giusta e pacifica, in Grecia e in tutta Europa e oltre”.

La dichiarazione chiede ai media di “rispettare la dignità umana di migranti e rifugiati, garantire una copertura equilibrata delle loro storie, interagire con migranti e rifugiati e consentire loro di raccontare le proprie storie ed evitare stereotipate espressioni negative, nonché vittimizzazione e semplificazione eccessiva.

Condividiamo anche la convinzione che i valori fondamentali dell’Unione europea in materia di dignità umana e rispetto dei diritti umani debbano riflettersi nella sua politica quotidiana.

La politica dell’Ue in materia di asilo e migrazione deve andare oltre la modalità di crisi: i normali canali di migrazione, anche attraverso passaggi sicuri, corridoi umanitari, saranno una parte essenziale per ridurre gli incentivi ad affrontare viaggi pericolosi e minare il modello di business dei trafficanti. Tali passaggi sicuri dovrebbero essere aperti alle persone in cerca di protezione, ma coinvolgere anche le persone che si uniscono alla loro famiglia o che vengono in Europa per migliorare il proprio benessere e il benessere della regione lavorando in Europa.

In conclusione, sosteniamo con forza un’assistenza umanitaria immediata per consentire alle autorità greche e agli attori umanitari sul campo di rispondere ai bisogni degli sfollati, nonché soluzioni strutturali a lungo termine per la risposta della regione alle persone in movimento. In particolare, chiediamo un patto dell’Ue sulla migrazione e l’asilo che garantirà che ogni Stato membro adempia ai propri obblighi in modo che i paesi ai confini dell’Europa non affrontino tali sfide da soli. Tutti gli Stati membri dell’Unione europea, assistiti da attori locali, comprese le chiese, dovrebbero assumersi le proprie responsabilità per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati attraverso il trasferimento permanente e altri meccanismi di condivisione degli oneri. Ci aspettiamo che l’Europa respinga il discorso e la politica della paura e della deterrenza e adotti una posizione di principio e una pratica compassionevole basata sui valori fondamentali su cui si fonda l’Unione”.

La dichiarazione congiunta è co-firmata da ACT Alliance, Comunione anglicana, Commissione delle Chiese per i migranti in Europa, la Conferenza delle chiese europee, la Chiesa evangelica di Grecia, il Centro di integrazione per i lavoratori migranti – Programma ecumenico per i rifugiati, Organizzazione non profit della Chiesa di Grecia, la Federazione Luterana Mondiale, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, l’Associazione Mondiale della Comunicazione Cristiana, la Comunione Mondiale delle Chiese Riformate, la Comunione Mondiale delle Chiese Riformate (Regione Europea), il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Consiglio Metodista Mondiale.

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A partire dal 18 agosto, incontri e dibattiti

A Torre Pellice, quest'anno il Sinodo valdese è stato cancellato ma nello stesso periodo avrà luogo una serie di eventi e manifestazioni che si terranno nel giardino della Casa Valdese in una tensostruttura allestita all'aperto, al tempio valdese di Torre Pellice e alla Casa unionista.

Il programma è molto ricco e può essere consultato online o scaricato.

Programma in sintesi

18 agosto: anteprima

16,30 alla Casa valdese in ricordo di Giorgio Bouchard, presentazione del libro "Maestri. Incontri significativi" di Piera Egidi Bouchard, a cura di ANPI e dell'Amministrazione comunale di Torre Pellice.

21-23 agosto: "Una Torre di libri"

21 agosto

21,00 con Samuel (from Subsonica) in concerto: Golfo Mistico live. Prenotazione obbligatoria.

22 agosto 

11,00 Lorenzo Tibaldo presenta Il pensiero resistente. L'obbedienza non è (sempre) una virtù.

14,30 Gianbattista Rigoni Stern racconta Ti ho sconfitto felce aquilina. Il racconto della transumanza della pace da Asiago e val Rendena a Srebrenica. Partecipa Ada Cavazzani, Università della Calabria; l’evento è in collaborazione con Riforma.

15,30 Davide Mattiello presenta Se vince la mafia

16,30 Sarah Savioli con Gli insospettabili

18,00 Philippe Claudel con L'arcipelago del cane.

21,00 Fabio Geda e Enaiatollah Akbari presentano Storia di un figlio. Andata e ritorno e ancora alle 22,15 Luca De Antonis con Koala Killer. Prenotazione obbligatoria.

23 agosto 

11,00 Brunetto Salvarani e Odo Semellini presentano Il vangelo secondo Tex Willer; partecipa Paolo Naso.

14,30 Alessandro Giacone presenta 1960. L'Italia sull'orlo della guerra civile. 

15,30 Enrico Camanni presenta  Una coperta di neve

16,30 Esperance Hakuzwimana Ripanti presenta E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana.

18,00 Matteo Saudino presenta La filosofia non è una barba.

21,00 Odisseo, l'emigrante di e con Giuseppe Cederna. Prenotazione obbligatoria.

24-30 agosto: settimana speciale

24 agosto

17,00 alla Casa valdese apertura delle iniziative della settimana speciale con la moderatora della Tavola valdese in un incontro-dibattito con le istituzioni locali per una proposta di rigenerazione territoriale.  

21,00 alla Casa valdese serata sul tema «“Affinché lo lavorasse, e lo custodisse”. La giustizia sociale e ambientale per la costruzione della società post-Covid».

25 agosto

15,00 alla Casa valdese, incontro su «Formazione e impegno per la salute delle donne».

17,30 alla Casa valdese «Invisibili ma necessari. Immigrati e lavoro agricolo. Le iniziative delle chiese evangeliche», organizzato da Mediterranean Hope – Programma Rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, in collaborazione con la Diaconia valdese.

21,00 alla Casa valdese incontro: «“Farsi accogliere dalla storia” – Percorsi ed esperienze per incontrare cultura e fede». Interventi di Ufficio beni culturali Tavola valdese, Club alpino italiano, Collegio valdese, Centro culturale valdese – Il Barba; Commissione esecutiva I Distretto.

26 agosto

10,30 al tempio valdese, Giornata teologica «G. Miegge» sul tema «Predicazione e vita: quale incontro? Predicazione per costruire speranze».

15,00 al tempio valdese «Predicazione e vita: quale incontro? Credenti in bilico. La Parola nella vita di ognuno di noi».

17,00 alla Casa valdese, presentazione del libro a fumetti «Gesù di Nazareth» di Peter Madsen con pannelli illustrativi, a cura di Claudiana Editrice.

21,30 alla Casa valdese, «Ottavia e le altre» – Concerto del Quartetto “Stili Diversi” con voce recitante. Serata a cura della Federazione femminile valdese e metodista e della Federazione delle donne evangeliche in Italia di impegno contro la violenza sulle donne.

27 agosto

15-18,00 al tempio valdese, Assemblea degli iscritti e iscritte a ruolo su «Il nostro ministero al tempo del Covid-19».

18,00 alla Casa valdese, «Frontiere diaconali», a cura della Diaconia valdese/Csd, sul tema: «Nuove forme dell’abitare. Approcci innovativi di contrasto al disagio abitativo».

21,00 alla Casa valdese, «Il giorno dopo non sia come il giorno prima», Serata di informazione sulla situazione nei servizi diaconali durante e dopo l’emergenza sanitaria e occasione per la proposta di percorsi per il prossimo futuro a cura della Diaconia valdese/Csd.

28 agosto

«Chiese a misura di bambini e bambine. Una giornata di attività per grandi e piccini»  (per tutte le attività occorre iscriversi via e-mail all’indirizzo saratourn@gmail.com).

10-12,30 nel giardino della Casa Unionista, la rivista La Scuola domenicale, il gruppo del “culto con il ciuccio” e la chiesa valdese di Torre Pellice propongono «Ti racconto una storia», laboratori di narrazione biblica con diverse tecniche, per famiglie.

14-15 al Centro culturale valdese, laboratorio di “Teatro delle ombre», a cura del Centro. Sempre al centro, con orario ore 14-16, visita con presentazione animata alla mostra per i 150 anni dell’Amico dei Fanciulli.

15-16 nel giardino della Casa unionista, «Incontro con l’illustratore», laboratorio a cura dell’Amico dei fanciulli.

16,00 alla Casa valdese, tavola rotonda sul tema «Vicine ai bambini e alle bambine: comunità religiose ai tempi del Covid»

18,00 al tempio valdese, concerto in memoria del Maestro Daniele Gay.

21,00 alla Casa valdese, dibattito sul tema «Informazione al tempo dell’emergenza», organizzato da Riforma e dal Centro culturale valdese.

29 agosto

17,30  alla Casa valdese «Fede e libertà. La storia valdese nel Museo di Torre Pellice». Presentazione del libro sul museo valdese, a cura del Centro culturale valdese.

21,00 alla Casa valdese proiezione del film Valdesi. Una storia di fede e di libertà, a cura della Società di studi valdesi.

30 agosto

Nel pomeriggio, alla Casa valdese, Presentazione dei progetti Otto per mille per l’emergenza Covid-19 e a seguire chiusura e saluti della moderatora Alessandra Trotta.

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“I sommersi e i salvati”, presidio a Roma lunedì 27 luglio

Roma (NEV), 23 luglio 2020 – Stop ai finanziamenti ai lager libici, sì a corridoi umanitari. Queste in sintesi le due richieste di una rete di attivisti, associazioni e realtà impegnate sui temi dei diritti umani delle persone migranti, che si sono date appuntamento a Roma lunedì prossimo, 27 luglio, alle 18. Alla manifestazione ha aderito anche Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

La FCEI, con la Tavola valdese e S.Egidio, è promotrice dei corridoi umanitari dal Libano grazie al quale, dal 2016 a oggi, sono arrivate oltre 1800 persone di origine siriana, in legalità e sicurezza.

Qui di seguito il testo integrale dell’appello, cui è possibile aderire compilando questo form:

A guardare l’immagine ripresa dall’aereo Seabird della Sea Watch che ritrae il cadavere di un uomo incastrato tra i tubolari di un gommone, a 40 miglia dalla costa libica, viene in mente il titolo del fondamentale libro di Primo Levi: “I sommersi e i salvati”, appunto. Quella foto è solo l’ultima testimonianza di una tragedia in corso da anni nel Mare Mediterraneo. I fatti dimostrano, in maniera inequivocabile, che le strategie finora adottate per controllare il flusso di migranti e profughi verso le coste dell’Europa sono state fallimentari e destinate a riprodurre all’infinito la strage.

Gli uomini, le donne e i bambini che prendono il mare dalle coste libiche fuggono da situazioni di estrema miseria, regimi dispotici, persecuzioni tribali, conflitti etnici, guerre crudeli e catastrofi ambientali. E, una volta arrivati in Libia, sono sottoposti a un sistema di violenze, estorsioni, detenzione inumana, sevizie, stupri e torture. Le testimonianze sulle violazioni dei diritti umani che avvengono quotidianamente in un paese lacerato dalla guerra civile sono univoche e provengono dagli organismi internazionali, dalle agenzie umanitarie e da tutte le fonti di informazione.

Giovedì 16 luglio la Camera dei Deputati, per il quarto anno consecutivo, ha approvato il finanziamento della missione italiana in Libia, che prevede in particolare il sostegno economico alla cosiddetta guardia costiera libica e l’attività di formazione e addestramento dei suoi componenti. Lo consideriamo un atto gravissimo.
Per capirci, la guardia costiera libica è quella che non ha raccolto la richiesta di recupero del cadavere dell’uomo fotografato da Sea Bird. Ed è sempre la stessa che, ormai da anni, è parte dell’organizzazione del traffico di esseri umani che passa attraverso la Libia; e ancora, è il corpo militare che non soccorre chi fa naufragio e che riporta i sopravvissuti nei centri di detenzione. Questa è l’attività criminale che l’Italia ha deciso di continuare a finanziare. Su tutto ciò non vogliamo tacere e, ciascuno nel suo campo e con le sue risorse, vogliamo proporre all’opinione pubblica, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, i seguenti obiettivi che corrispondono ad altrettante irrinunciabili urgenze:

Non più fondi alla guardia costiera libica: non si deve finanziare un corpo non ufficiale che svolge il lavoro sporco respingendo le persone intercettate in mare e imprigionandole in decine e decine di centri di detenzione.

Chiusura ed evacuazione dei centri di detenzione e trasferimento dei migranti fuori dalla Libia: sappiamo a quali orrori sono sottoposte le persone rinchiuse nei centri – governativi e non – in mano a milizie e trafficanti. Queste strutture vanno chiuse.

Corridoi umanitari per garantire alle persone in fuga di trovare protezione senza mettere a repentaglio la propria vita: l’Italia, d’intesa con altri Stati europei, deve promuovere una grande operazione umanitaria per il trasferimento e il reinsediamento nei paesi di accoglienza delle persone evacuate: così come avviene da anni, se pure per gruppi ristretti, grazie all’opera di organizzazioni internazionali e realtà private di ispirazione religiosa.

Troviamoci lunedì 27 luglio alle ore 18 in piazza San Silvestro a Roma. Letture di Ascanio Celestini e Valentina Carnelutti.

Luigi Manconi, Roberto Saviano, Valeria Parrella, Michela Murgia, Sandro Veronesi, Luigi Ferrajoli, Elena Stancanelli, Alessandro Bergonzoni, Nadia Terranova, Ascanio Celestini Fabrizio Gifuni, Nello Scavo, Maurizio Maggiani, Ero Straniero, A Buon Diritto, Sea-Watch Open Arms, Mediterranea, Centro Astalli, Casa della Carità, Amnesty International, ACLI, CILD, Mediterranean Hope, Arci, Oxfam, Terra!, CNCA, ActionAid, Radicali italiani, Emma Bonino, Riccardo Magi, Gianni Cuperlo, Laura Boldrini, Matteo Orfini, Erasmo Palazzotto, Alessandro Capriccioli, Gad Lerner, Teresa Ciabatti, Hamid Ziarati, Christian Raimo Chiara Valerio, Roberto Alajmo, Caterina Bonvicini, Antonio Leotti, Riccardo Chiaberge, Valerio Nicolosi, Riccardo Rodolfi, Silvia Giagnoni, Massimo Coppola.

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Razzismo: virus da sconfiggere
La moderatora scrive al presidente e segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese degli Stati Uniti

Torre Pellice, 4 Giugno 2020

La moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, ha scritto al presidente e segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese degli Stati Uniti (NCCUSA), Jim Winkler, ringraziandolo per il suo messaggio del 29 maggio riguardante la crisi razziale negli USA. Un messaggio efficace in cui Winkler metteva a confronto quelle che sono due infezioni, il coronavirus e il razzismo: “Non c’è ancora un vaccino per il razzismo e la supremazia dei bianchi che è così diffusa nella nostra società. Non c’è ancora nessuna cura. In quanto credenti, la nostra lotta contro questo male, che ci vede tutti uniti, continua”. 

La moderatora, nella sua lettera, ha espresso il pieno sostegno delle chiese metodiste e valdesi in Italia nell’abbattere le discriminazioni razziali che sono fonte di divisione per la comunità delle creature di Dio. Valdesi e metodisti, infatti, serbano ancora una memoria viva delle persecuzioni di cui furono vittime a causa di simile ideologie.

“Come sa - scrive Trotta - le nostre chiese sono fortemente impegnate nel promuovere la visione di una società aperta e pluralista così come una politica di reale e positiva integrazione dei migranti, basata su un nuovo patto di cittadinanza che consente a persone di diversa provenienza di essere pienamente coinvolte nello sviluppo e nell’uso dei propri talenti per il benessere e la pace del paese nel quale sono venute a vivere e cercare un futuro migliore. In questo quadro noi sosteniamo molti programmi volti a promuovere leggi giuste ed efficaci, rispettose della dignità umana dei migranti e dei rifugiati, come il programma Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia”.

La moderatora, pur riconoscendo la diversità dei contesti, rileva delle somiglianze tra i terribili fatti di Minneapolis e l’esperienza di molti migranti in Italia e in Europa. In ambedue i casi questi ultimi, pur facendo parte delle nostre società e lavorando con noi e per noi, rimangono dei cittadini "di serie b" con meno diritti, sicurezza e protezione.

“In quanto credenti - conclude Trotta - non siamo chiamati solamente a condannare qualunque giustificazione biblica volta a sostenere teorie e pratiche di discriminazione bensì a essere testimoni dell’essere uno in Cristo, il quale spezza ogni barriera culturale, razziale ed etica e ci unisce in un circolo d’amore”.

Solidarietà alle chiese partner negli Usa è stata espressa, nei giorni scorsi, anche dal Comitato permanente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI). Il Comitato metodista fa riferimento diretto alla Bibbia: “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” (Galati 3:28) e afferma che “il razzismo è peccato” e che “le donne e gli uomini hanno tutte e tutti la medesima discendenza, poiché ‘Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra’. (Atti 17:26)”. 

Il NCCUSA è un organismo che raccoglie tutte le chiese del protestantesimo storico degli Stati Uniti. Con alcune di esse, in particolare con la Presbyterian Church (USA), la Reformed Church of America (RCA), la United Church of Christ (UCC) e la United Methodist Church (UMC), la Chiesa Evangelica Valdese - Unione delle Chiese metodiste e valdesi mantiene scambi regolari e realizza attività comuni. Negli USA opera anche l’American Waldensian Society che, tra l’altro, informa regolarmente il pubblico americano sulle attività della Chiesa valdese in Italia e nel Rio de la Plata e sostiene specifici programmi.

fonte: www.chiesavaldese.org

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Risorse online dalla Presbyterian Church Usa (PCUsa)

La PCUsa ha predisposto diverse risorse online per il benessere di comunità e per far fronte alle difficoltà di questo periodo di reclusione forzata a causa della pandemia causata dal coronavirus.

Maggio è un mese tradizionalmente dedicato alla prevenzione e ai libri e volentieri traduciamo dal sito americano alcune indicazioni e linee guida per la salute mentale, per la promozione e la prevenzione della salute psicologica di individui e comunità.

Questo periodo caratterizzato dalle misure di prevenzione della diffusione del covid-19 ci ha resi vulnerabili e fragili, ognuno con le proprie esperienze pregresse di disagio che possono essersi acuite in seguito a quanto sperimentato in questi mesi. Per fortuna questo tempo sospeso ha anche offerto momenti di gioia e di serenità, attraverso la possibilità di connettersi online e di non rimanere isolati. Tuttavia, sentimenti di perdita e di tristezza si sono aggiunti a senso di fragilità, lutto, razzismo, insicurezza economica, nuove povertà, isolamento, violenza domestica, dipendenze. 

Per diventare o cercare di essere comunità resilienti vi sono diversi percorsi che si possono intraprendere nel tempo che ci aspetta, durante l'estate o alla ripresa autunnale che speriamo possa anche prevedere la ripresa di molte attività in presenza.

Si tratta di sviluppare un percorso di "teologia delle emozioni", un cammino comunitario che consente di raccontare ciò che si è provato in questo periodo e cosa è stato significativo, attraverso una metodologia di discussione di gruppo.

Ecco alcuni passi raccomandati dalla PCUSA per le comunità di fede (riassunto e adattamento di Paola Schellenbaum):

1) normalizzazione: è normale sentirsi spaesati in questo periodo, perdere il senso del tempo e ci si può aiutare scrivendo un diario o annotando i propri pensieri su un quaderno o su altri supporti (pagina FB o altro), in modo da condividere pensieri e timori.

2) apertura: aprirsi agli altri, parlare delle proprie emozionio, confidarsi con i familiari o conviventi, trovare il tempo per riflettere insieme su quanto si apprende circa la pandemia, commentando notizie e informazioni in modo da rendere i timori più sostenibili e affrontabili, nel lungo periodo.

3) connessione: connettersi ad altre persone al di fuori della cerchia familiare, anche attraverso il telefono, le nuove tecnologie, sfruttando le occasioni di incontri di gruppo, di culti online che possono avvenire in diretta oppure in differita.

4) prendersi cura di sé: dedicare attenzione ai propri bisogni emotivi, cercare aiuto nel caso in cui l'ansia sia invalidante o si abbiano disturbi di insonnia e preoccupazione eccessiva.

5) seguire corsi di formazione online, lezioni o webinar, utilizzare le risorse di internet per navigare nell'offerta culturale che molte istituzioni hanno predisposto in questo periodo, guardare la tv e i programmi culturali appositamente realizzati per i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.

6) condivisione: cercare di usare le nuove tecnologie per attività di gruppo e non solo individuali, la cultura condivisa è un buon rimedio alla sensazione di solitudine e isolamento, cercare bookclub online o promuoverne uno.

7) presenza: non far mancare la propria presenza, far sentire la propria solidarietà dentro la comunità.

8) progetto: costruire un progetto per il benessere e la salute mentale di comunità alla ripresa delle attività.

Altre risorse PCUSA (in inglese): https://pda.pcusa.org/page/covid19-esc-resources/

Anche le scuole si stanno attrezzando in questa direzione e consiglio di guardare questi due webinar dell'editore Pearson rivolti a genitori, educatori, nonni, caregivers sulle famiglie resilienti e sulle famiglie emotivamente intelligenti:

famiglie resilienti: https://www.youtube.com/watch?v=L4qP5GZ37xo

famiglie emotivamente intelligenti: https://www.youtube.com/watch?v=YM69H6LxeLs

 

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Accesso agli uffici del Comune di Pinerolo solo su prenotazione
In attuazione delle disposizioni di legge emanate per contenere la diffusione del virus Covid-19, con decreto n. 7 del 9 marzo 2020 il Sindaco Luca Salvai ha disposto che l’accesso agli uffici del Comune di Pinerolo potrà avvenire solo su prenotazione. Nel comunicato, i numeri da chiamare per prendere appuntamento.

Maggiori informazioni: http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/notizie/2862-accesso-agli-uffici-comunali-in-modo-programmato-tramite-prenotazione

Servizi di supporto a domicilio per malati e anziani in difficoltà a Pinerolo
In relazione alle nuove necessità emerse per l'Emergenza Coronavirus,  Comune di Pinerolo, Caritas con il supporto di un nuovo numero verde dell'Eco del Chisone, stanno mettendo in campo un servizio di aiuto e sostegno a domicilio dedicato a tutte le persone in difficoltà, anziane o malate.

Maggiori informazioni: http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/comunicatistampa/2869-servizi-di-supporto-per-malati-e-anziani-in-difficolta-a-pinerolo

Le nuove disposizioni, tutte le risposte utili in relazione all’emergenza #Coronavirus
In seguito al DPCM del 9 marzo 2020, ecco le nuove misure in vigore fino al 3 aprile per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull'intero territorio nazionale. Il tutto corredato da una serie di domande e risposte utili da consultare per dissipare eventuali dubbi aggiornate ogni giorno.


Maggiori informazioni: http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/notizie/2864-faq-coronavirus-domande-e-risposte

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Settimana della libertà - Programma a Pinerolo:

Sabato 15 febbraio, alle ore 11, presso la Libreria Volare, presentazione dell’opuscolo del XVII febbraio “Da Ginevra a Sibaud, un gruppo di giovani sulle tracce del Glorioso Rimpatrio dei valdesi” con la presenza del nostro Gruppo Giovani e dei curatori dell’opuscolo Davide Rosso e Paola Schellenbaum. Interviene l'Assessore alla cultura, Martino Laurenti.

Domenica 16 febbraio, il culto del mattino verrà sospeso.

ore 19,45 Culto. Attorno alle ore 20,30 il ritrovo sarà nel giardino del tempio valdese, per organizzare il corteo e la fiaccolata verso Piazza d’Armi con accensione del falò alle ore 21.

Parteciperanno ed interverranno autorità civili e religiose, fra cui la Moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta, il Sindaco di Pinerolo Luca Salvai, il Vescovo Derio Olivero e la presidente della Fondazione “Centro culturale valdese” Bruna Peyrot e il professore Daniele Garrone.
Interludi musicali con il Coro Bric Boucie diretto dal Maestro Ivan Giustetto. La Scuola Domenicale parteciperà con un canto.
Tutte e tutti sono invitati a portare dolci (protetti dal cellophane e con etichetta ingredienti) per un piccolo rinfresco che verrà offerto dopo gli interventi.

Lunedì 17 febbraio, ore 10, culto con predicazione del pastore Daniele Garrone, professore di Antico Testamento presso la nostra Facoltà valdese di teologia e con la partecipazione della Corale valdese.
Alle ore 12,30 pranzo comunitario (18€ per gli adulti, 9€ per i bambini dai 6 ai 10 anni, gratuito per i bambini sotto i cinque anni).
Ci si può prenotare presso la sorella Lidia Longo Gardiol, 0121.500621, entro mercoledì 12 febbraio.
Nel pomeriggio, alle ore 15,00 conferenza pubblica del professore Daniele Garrone sul tema: “Cristianesimo e antisemitismo. Storia e attualità di una compromissione tragica”, nel tempio valdese di Pinerolo.

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Contro l'odio e l'antisemitismo, per la settimana della libertà

In distribuzione il manuale di contrasto all'antisemitismo predisposto dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Roma (NEV), 13 febbraio 2020 – Una sorta di “manuale d’uso” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) sul contrasto all’antisemitismo e alla deriva dell’odio, temi al centro della Settimana della libertà 2020.

“La nostra storia di minoranze discriminate e talora perseguitate ci impegna ad essere vigili contro tutte le parole di odio, di diffamazione, di pregiudizio” si legge nella prima prima pagina dell’opuscolo “Contro l’antisemitismo e la deriva dell’odio”.

Dunque, in occasione delle giornate in cui si celebra l’anniversario della concessione, nel 1848, dei diritti di cittadinanza ai valdesi (e nello stesso anno, agli ebrei), la FCEI richiama il valore della memoria, perchè “ricordare significa inciampare”.

“Come cristiani, dobbiamo inciampare – si legge appunto nel testo “targato” FCEI – nel fatto che l’inimicizia contro gli ebrei, ideologica prima ancora che “praticata”, è stata alimentata al cuore del discorso cristiano e ha fatto parte del bagaglio “normale” del cristiano “qualunque”. E’ una storia tragica, di cui abbiamo preso coscienza nei decessi successivi alla Shoah, avviando una revisione critica del nostro passato e cercando una nuova comprensione dell’ebraismo e un nuovo rapporto col popolo ebraico“.

Per comprendere, quindi, meglio, il concetto di antisemitismo, il compendio propone tre documenti, di diversa provenienza, utili per chiarire i termini della questione:

- la definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA);

- l’appello di Beauveau, dichiarazione congiunta di varie confessioni cristiane, religioni e organizzazioni umanistiche del 19 febbraio 2019;

- un documento delle chiese tedesche (la Chiesa evangelica in Germania, EKD, l’Unione di chiese evangeliche UEK e la Chiesa evangelica-luterana unita di Germania VELKD, per la precisione) intitolato “Proiezioni pericolose”, dedicato a due ambiti di pregiudizio: la sfera economica e il rapporto tra antisemitismo, sionismo e stato di Israele.

Tante fonti diverse e risorse, insomma, per informarsi ed educarsi, perchè la conoscenza è l’unico antidoto possibile al razzismo e perchè, “dopo nazismo e fascismo, dovremmo tutti aver capito dove quelle parole (di odio, ndr) conducono e che, alla fine, travolgono tutti”.

Qui il testo da scaricare, stampare (con parsimonia, o solo su carta riciclata) e condividere, vai alla sezione Documenti del sito: Opuscolo Fcei_SettimanadellaLibertà_2020.

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Giornata della Memoria 2020 - Il peso delle parole

Dal messaggio del Sindaco alla cittadinanza:

Troppo spesso insulti razzisti che prima erano taciuti per pudore, oggi sono sdoganati nelle piazze, sui media, su internet e sulle reti sociali.?È ora di dire basta a coloro che istigano all’odio razziale, a chi insulta interi paesi ed etnie con superficialità, rimanendo impunito. È ora di dire basta all’idea che tutto sia affermabile, per una presupposta libertà di pensiero e di espressione.(…)

Impegniamoci tutti a dare alle parole il grande peso che hanno. E impegniamoci soprattutto a liberare dalle catene del pregiudizio coloro che ancora non sanno dare il giusto valore alla parola integrazione.

SABATO 25 GENNAIO 2020

ore 16,00? Corteo dal Monumento alle vittime della violenza e dell’intolleranza in viale Cavalieri di Vittorio Veneto al Monumento ex Internati in Piazza Marconi con deposizione di corone.

Accompagnerà la Banda Musicale A.N.A. di Pinerolo

LUNEDI 27 GENNAIO 2020

ore 21,00? Proiezione del film “L’uomo dal cuore di ferro”?di Cédric Jimenez? al Cinema Italia – Sala 5Cento- via Montegrappa, 2 INGRESSO € 4,00

ore 9,00?Proiezione del film riservata alle scuole (prenotazione obbligatoria)

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Alessandra Trotta: “Essere chiese capaci di un servizio umile, che sappia raggiungere e rialzare gli esclusi”

L’Agenzia NEV propone un ciclo di interviste alle più alte cariche delle chiese protestanti italiane. Iniziamo il 2020 con la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta

Roma (NEV), 2 gennaio 2020 – L’Agenzia NEV propone un ciclo di interviste alle più alte cariche delle chiese protestanti italiane. Abbiamo interpellato Alessandra Trotta, dal 30 agosto 2019 moderatora della Tavola valdese, prima metodista a ricoprire questo incarico, consacrata al ministero diaconale nel 2003. Le abbiamo chiesto di fare un bilancio di che cosa è andato bene e che cosa è andato male nelle chiese e in generale nella società.

Per leggere l’intervista, clicca qui.

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Il 2020 sarà un anno decisivo per comprendere come si può reagire alla crisi climatica

Nel 2019, il cambiamento climatico ha causato danni per 140 miliardi di dollari. Un rapporto del Christian Aid tira le somme dell’anno che si conclude. Inondazioni, incendi, tifoni, hanno devastato quasi tutte le regioni nel mondo: Stati Uniti, Cina, India e Giappone i Paesi più colpiti.

di Flavio Natale

ASVIS - 30/12/19: “La crisi climatica è responsabile di almeno 15 dei fenomeni di maltempo estremi che nel 2019 hanno causato danni per oltre un miliardo di dollari, e la metà di questi ha provocato danni per 10 miliardi”. Questi i dati emersi dal Rapporto dell’Ong britannica Christian Aid, associazione di chiese protestanti e ortodosse che si occupa di supportare lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà in Sud America, nei Caraibi, in Africa e Asia. Il documento si è occupato di calcolare, mese per mese, i cataclismi vissuti dal Pianeta, partendo dalle alluvioni e inondazioni registrate in Argentina, Uruguay e Australia a gennaio-febbraio, fino ai grandi incendi che hanno colpito la California a novembre. All’appello mancano i roghi che attualmente stanno devastando la costa orientale australiana e la regione di Sydney, a causa della siccità e del caldo record.  

Il costo complessivo dei disastri è ancora più spaventoso: 140 miliardi di dollari di danni, per 4.578 morti. “È inoltre probabile che queste cifre siano sottostimate” avvertono gli studiosi Katherine Kramer e Joe Ware, autori del Rapporto, “in alcuni casi infatti i dati includono solo le perdite assicurate e non tengono conto di quelle non assicurate e della perdita di produttività”.

Nello specifico le inondazioni in Argentina e Uruguay nel gennaio di quest’anno hanno costretto 11mila persone a lasciare le proprie abitazioni. Il ciclone Idai ha provocato 1300 vittime in Zimbabwe, Mozambico e Malawi a marzo, mentre il ciclone Fani ha colpito l'India e il Bangladesh a maggio e giugno, dove i monsoni hanno ucciso 1900 persone solamente in India, registrando la più alta perdita di vite umane del 2019 per un evento climatico.

“Quest’anno abbiamo assistito a eventi meteorologici estremi ancora più gravi rispetto allo scorso” ha affermato Michael Mann, direttore del Earth System Science Center presso la Pennsylvania State University. “Ogni giorno e ogni ora ci viene ricordato il costo dell'inazione per il clima”. I disastri più ingenti dal punto di vista finanziario sono stati gli incendi in California, che hanno causato danni per 25 miliardi di dollari, seguiti dal tifone Hagibis in Giappone (15 miliardi), che ha provocato inoltre l’interruzione della Coppa del Mondo di Rugby, e le inondazioni nel centro-ovest americano (12,5 miliardi) e in Cina (12 miliardi). Gli Stati Uniti del negazionista Donald Trump, dunque, sono il Paese che paga il prezzo più alto per i fenomeni del cambiamento climatico: 57 miliardi di dollari, quasi la metà per gli incendi dilagati in California a causa dell’aumento delle temperature. In Nord America, l'uragano Dorian ha danneggiato buona parte della costa orientale americana, dalle Bahamas al Canada, uccidendo 673 persone.

“Questo documento si concentra sul costo finanziario degli eventi meteorologici estremi causati dal cambiamento climatico, ma in molti Paesi in via di sviluppo il costo umano per le comunità vulnerabili è persino superiore a quello finanziario” ricorda il Rapporto. Siccità a insorgenza lenta e inondazioni marittime stanno infatti impattando sulla quotidianità di milioni di persone in tutto il mondo, e non vengono registrati a causa della loro natura “minima” ma costante. “Il 2020 sarà un anno decisivo per comprendere come il mondo risponderà alla crescente crisi climatica” afferma Kat Kramer. “Abbiamo il più grande vertice da quando è stato firmato l'accordo di Parigi cinque anni fa, che si svolge a Glasgow, dove i Paesi devono impegnarsi a ridurre ulteriormente le proprie emissioni in linea con il limite di temperatura, incrementando i finanziamenti per i Paesi più poveri”.

Le nazioni si incontreranno infatti a Glasgow all'inizio di novembre 2020 per aggiornare i loro piani in base all'accordo di Parigi, che le obbliga ad agire per garantire che gli aumenti della temperatura globale non superino i 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Fonte: ASVIS

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#RefugeeForum a Ginevra prosegue l’impegno Fcei per i corridoi umanitari

Un'importante occasione internazionale per promuovere e "cercare alleati" per la realizzazione dei corridoi umanitari europei dalla Libia e dai Paesi circostanti

Roma (NEV), 19 dicembre 2019 – Prosegue e si intensifica l’attività di lobby ed advocacy della Federazione delle chiese evangeliche in Italia per esportare la pratica dei corridoi umanitari in Europa. La FCEI ha infatti partecipato negli scorsi giorni al primo Forum globale sui rifugiati, promosso dall’UNHCR e svoltosi a Ginevra dal 16 al 18 dicembre scorsi. All’evento hanno preso parte rifugiati, capi di Stato e di Governo, leader delle Nazioni Unite, istituzioni internazionali, organizzazioni per lo sviluppo, leader dell’imprenditoria e rappresentanti della società.

La vice ministra degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, ha testimoniato, a nome del governo, l’esperienza dei corridoi umanitari, ribadendo dunque il consenso politico dell’esecutivo per questa esperienza solidale realizzata da FCEI, Tavola valdese e S.Egidio.

“Per la FCEI è stata una importante occasione – spiega l’operatrice Giulia Gori, che insieme a Fiona Kendall era a Ginevra, di scambio di buone pratiche ma soprattutto per far conoscere, in un contesto mondiale, il nostro progetto dei corridoi umanitari. Inoltre, per noi il Forum di Ginevra è stata anche una grande opportunità per trovare alleati per i corridoi umanitari europei, sia dal punto di vista degli Stati membri “volenterosi” che potrebbero farne parte che della società civile che vorrà contribuire alla fase dell’accoglienza”.

Per leggere tutto: https://www.nev.it/nev/2019/12/19/refugeeforum-a-ginevra-prosegue-limpegno-fcei-per-i-corridoi-umanitari/

Per guardare le conferenze stampa e le sessioni del Forum di Ginevra:

https://www.unhcr.org/global-refugee-forum-webcasts.html

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#RefugeeForum, i corridoi umanitari fanno scuola

Roma (NEV), 13 dicembre 2019 – Un nuovo riconoscimento per i corridoi umanitari. Dopo il premio Nansen, “il Nobel per chi aiuta i rifugiati” assegnato per l’Europa lo scorso settembre proprio all’iniziativa “targata” FCEI, Tavola valdese e S.Egidio, l’UNHCR torna a premiare il progetto solidale, dedicandogli un focus all’interno del primo Forum globale sui rifugiati. L’evento si svolgerà in Svizzera, a Ginevra, dal 16 al 18 dicembre prossimi e sarà l’occasione per governi, organizzazioni internazionali, settore privato, ONG, leader religiosi, attori impegnati nello sviluppo, città, rifugiati per annunciare impegni e contributi concreti per i rifugiati e riguardo le politiche dei Paesi di accoglienza.

“Il progetto dei corridoi umanitari è stato selezionato come una delle buone prassi più interessanti – spiega Giulia Gori, operatrice FCEI  – , quindi avremo uno spazio, nel pomeriggio di mercoledì 18, insieme ai nostri partner, S.Egidio e Tavola valdese, e rappresentanti del governo, per parlare di questa iniziativa umanitaria ecumenica”. “Partecipare a questo meeting mondiale – continua Gori – rappresenta un’occasione per confrontarsi con tutti gli stati e la società civile rispetto alle sfide e alle buone pratiche da mettere in campo. E per noi della FCEI sarà in modo particolare un’opportunità di grande rilievo e risonanza internazionale per presentare il progetto dei corridoi umanitari europei e coinvolgere magari nuovi partner in questa iniziativa”.

La tre giorni di Ginevra prende le mosse dall’affermazione del Patto Globale sui Rifugiati, un quadro approvato un anno fa dall’Assemblea Generale dell’Onu “per una condivisione delle responsabilità più prevedibile ed equa, riconoscendo che una soluzione sostenibile alle situazioni dei rifugiati non può essere raggiunta senza la cooperazione internazionale”, come si legge sul sito dell’UNHCR.

https://www.unhcr.it/forum-globale-sui-rifugiati

https://www.unhcr.it/news/gli-stati-raggiungono-un-accordo-storico-sui-rifugiati-si-impegnano-fornire-risposta-piu-efficace-ed-equa.html

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Corridoi umanitari europei, l’impegno del governo e delle istituzioni comunitari


Bruxelles (Nev), 10 dicembre 2019 – I corridoi umanitari diventano europei. Si è svolto oggi a Bruxelles, all’Europarlamento, l’incontro sulla proposta umanitaria “targata” Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese e Sant’Egidio. Obiettivo: capire come avviare anche in chiave europea un’esperienza analoga a quella dei corridoi umanitari già sperimentati con successo dal Libano e altri Paesi, verso l’Italia e, sull’esempio del nostro paese, anche in Francia, Belgio, Andorra.

A ospitare l’iniziativa il vice presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo. Tanti i relatori istituzionali e delle chiese europee: la vice ministra Emanuela Claudia Del Re, che ha espresso l’intenzione del governo di appoggiare la proposta del corridoio umanitario europeo, Luca Maria Negro, presidente della FCEI, Jan De Volder dell’ufficio europeo di S.Egidio, la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta, Nagette Belgacem e Nathalie Springuel dell’UNHCR, Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (MH), Laura Corrado, Capo dell’Unità responsabile per la Migrazione Legale e l’Integrazione della Direzione Generale “Migrazione e Affari Interni” della Commissione europea, Torsten Moritz, segretario esecutivo della Churches Commission for Migrants in Europe (CCME), Luigi Maria Vignali, Direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina.

Tre i punti-chiave della proposta della FCEI: il supporto della società civile dei vari Paesi membri, l’orientamento per i beneficiari prima della partenza e la complementarietà del progetto rispetto agli impegni già assunti dagli Stati.

L’evento si è svolto in concomitanza con la Giornata mondiale dei diritti umani: fu il 10 dicembre 1948, che, a Parigi, l’assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani.

La Conferenza delle chiese europee (KEK) e la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), che hanno preso parte all’iniziativa, hanno lanciato appunto un appello per la protezione delle vite delle persone. “La crisi umanitaria affrontata dai migranti – si legge nel comunicato delle due organizzazioni – , i cui diritti umani vengono violati ogni giorno, ci chiama come cristiani ad essere testimoni e offrire ospitalità. Pertanto, sosteniamo fortemente l’appello della CCME e delle altre organizzazioni cristiane che chiedono passaggi sicuri e legali. Nella Giornata dei diritti umani, confermiamo ancora una volta il nostro impegno a lavorare insieme per la protezione della vita umana “.

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Chiese per i migranti in Europa, una lettera alle istituzioni comunitarie

Roma (NEV), 6 dicembre 2019 – ‘Exercise solidarity, share responsibility, show leadership’  ovvero ‘praticare la solidarietà, condividere le responsabilità e dimostrare la leadership’ in materia di politiche sull’asilo e le migrazioni. Si intitola così una lettera congiunta firmata dalla Conferenza delle Chiese europee (KEK) e dalla Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME).

La missiva è stata inviata oggi, 6 dicembre, dalle organizzazioni ecumeniche a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo e David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.

“Teniamo molto alla dignità inviolabile di ogni essere umano creato a immagine di Dio – si legge nel testo – e siamo profondamente impegnati rispetto alle tematiche dei beni comuni, della solidarietà globale e di una società che accolga gli stranieri”, recita la lettera. “È in questo contesto che ci rivolgiamo oggi a voi, sulla necessità di una politica dell’UE in materia di asilo e migrazione globale che sia orientata al rispetto dei diritti umani, all’inclusione e alla protezione delle persone”.

Le due organizzazioni hanno poi espresso alcune raccomandazioni alle istituzioni comunitarie, esortandole a “facilitare un meccanismo globale, preferibilmente a lungo termine, giuridicamente valido per la ricerca e il soccorso” nel Mediterraneo. Infine, hanno chiesto ai tre vertici degli organismi europei di “adottare un sistema di ricollocazione delle persone soccorse in mare così come di chi arriva nei Paesi lungo le frontiere meridionali del continente”.

La proposta delle chiese arriva tra l’altro a pochi giorni dall’appuntamento della FCEI al Parlamento europeo, martedì 10 dicembre, per la presentazione del progetto dei corridoi umanitari europei, alla quale parteciperanno anche Torsten Moritz, segretario esecutivo della CCME e il pastore Christian Krieger, presidente della KEK, autori della lettera all’UE.

Per la Chiesa valdese di Pinerolo sarà presente Paola Schellenbaum, insieme alla Moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta e a una delegazione di circa 40 rappresentanti di chiese protestanti e organismi ecumenici in Europa.

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La responsabilità delle religioni nella lotta alla violenza

Un documento dell’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.) si interroga sul rapporto tra religioni e violenza e sulla responsabilità delle culture e le istituzioni religiose. Il Dossier Donne di fede contro la violenza (Combonifem novembre-dicembre 2019, anno 85 – n. 11-12). Scarica il Dossier qui.

Roma (NEV), 24 novembre 2019 – Nella ventesima ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, l’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.), composto da 22 donne di diverse tradizioni religiose (cristiane protestanti -luterana, metodista, valdese, battista, avventista, pentecostale-, cattoliche, ortodosse, ebraiche, islamiche, induiste, buddhiste) si è pronunciato sulla violenza ai danni delle donne: “C’è un’aggressione che offende la dignità di un’esistenza in prima persona, la sostanza intima della vita. È una violenza opaca, annichilente, subdola, immiserente, misteriosamente pervasiva, che si insinua soprattutto tra le pieghe dell’ambiente familiare. Come in passato, colpevolizza le stesse vittime; è il prodotto di una cultura che rimanda al dominante, come in uno specchio, alla sua immagine di “legittimo Signore” e nega la vita essenzialmente propria della/del dominata/o, l’altra/o”.

L’Osservatorio si interroga anche sul rapporto tra religioni e violenza e sulla responsabilità delle culture e le istituzioni religiose che, “per come storicamente si sono sviluppate e costituite, rappresentano l’eclissi dell’alleanza tra maschile e femminile e il precipitare progressivo nell’ingiustizia tra i due sessi”.

Fino a quando le religioni “non muteranno questo ordine ingiusto ed escludente, sono corresponsabili delle iniquità – e del peccato – della violenza sulle donne” dice l’Osservatorio che si impegna pubblicamente “perché decolli l’attenzione sulla responsabilità delle religioni nel perdurare di violenze e discriminazioni contro le donne e perché tutti e tutte nelle realtà religiose collaborino a questo scopo, nella convinzione che le fedi possono fornire un contributo fondamentale per far germinare il valore della differenza, del rispetto, della dignità e della reciprocità nelle relazioni di genere”.

L’Osservatorio si unisce “alle associazioni di donne e a quelle di uomini impegnati sul tema della maschilità (di queste ultime abbiamo “osservato” con soddisfazione la crescita) e alle diverse realtà, laiche e religiose, che sul territorio nazionale organizzano eventi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per sensibilizzare il più possibile e affrettare il giorno in cui non ci sarà più bisogno di celebrarla”.

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Un diritto che non si può rimandare

dalla Newsletter della Diaconia Valdese

Agli inizi di ottobre, in occasione delle commemorazioni del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che vide 368 vittime e 20 dispersi in mare a seguito dell'affondamento di un barcone carico di migranti a pochi metri di distanza dal porto dell'isola siciliana, la CSD ha preso posizione sul tema dello Ius Culturae e della concessione della cittadinanza agli stranieri, un argomento che continua ad essere attuale e pressante nonostante sembri ormai di nuovo passato in secondo piano per la politica italiana. Per questo riteniamo importante condividere nuovamente l'appello della Commissione Sinodale per la Diaconia: 

"In Italia ci sono circa cinquecentomila bambini e adolescenti nati nel nostro Paese che non sono cittadini italiani e ce ne sono altre centinaia di migliaia che sono arrivati in Italia giovanissimi. Frequentano la scuola e si preparano a vivere qui la loro vita, ma, per la loro condizione, non possono viaggiare all'estero come i propri compagni, non possono praticare sport agonistici e la loro permanenza è legata al rinnovo del permesso di soggiorno dei genitori. Sono ragazzi e ragazze che lavoreranno fianco a fianco con i nostri figli e le nostre figlie, che insegneranno, che compreranno casa e costruiranno la loro vita nel nostro Paese, a cui ci affideremo nella nostra vecchiaia, che assumeranno responsabilità nella comunità. Non è giusto dare loro la cittadinanza? Non è più saggio garantire stabilità? Non è questo un modo veramente efficace per garantire la sicurezza nelle nostri città di domani? Se "anche il passero si trova una casa e la rondine un nido ove posare i suoi piccini... (Salmo 84.3)", perché questi ragazzi e queste ragazze devono vivere nell'ansia permanente di essere in un Paese che non li vuole? La Diaconia Valdese, da anni impegnata in diversi progetti di accoglienza, ritiene indispensabile e improcrastinabile una legge per sanare questa situazione. Non costa niente e aiuta noi e loro".

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“Libera uscita”. Campo formazione dei giovani evangelici
C’è tempo fino al 5 novembre per iscriversi al campo formazione proposto dalla Federazione giovanile evangelica in Italia (FGEI) per il centro Italia

Roma (NEV), 16 ottobre 2019 – Scade il 5 novembre il termine per le iscrizioni al campo formazione per il centro Italia proposto dalla Federazione giovanile evangelica in Italia (FGEI), quest’anno dal titolo “Libera uscita” e ispirato al versetto  “Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà” (Galati 5, 13).

Il campo si svolgerà dal 15 al 17 novembre 2019 presso Casa Cares, a Reggello (Firenze) in Toscana.

“I temi dei campi della FGEI vengono decisi dal Congresso  – si legge sull’invito -. Il XXI Congresso, che si è svolto l’anno scorso, ha deciso che per i tre Campi Formazione ci sarà un unico tema, declinato in modo diverso, tenendo conto delle specificità di ogni territorio”. Sono infatti previste altre due edizioni, una per il sud Italia e l’altra per il nord Italia.

Il costo è di 80 euro ma è possibile fare chiesta di una borsa campo scrivendo a cassa.fgei@gmail.com. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a campocentro.fgei@gmail.com

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Un nuovo punto di incontro della Diaconia Valdese a Pinerolo

Giovedì 10 ottobre apre ufficialmente a Pinerolo Porto Aperto Social Point, in via Nazionale 32: un punto di incontro per conoscersi, parlare e frequentare corsi di lingua, di italiano per stranieri e workshop per vivere la comunità di Pinerolo e praticare utili attività.

Vi invitiamo a scoprire i luoghi e le attività del Social Point in occasione dell' inaugurazione, che si terrà il 10 ottobre alle ore 18

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Resistere per sperare e portare luce nelle tenebre

Torre Pellice, 29 agosto 2019 – L’Agenzia Nev, presente al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si sta svolgendo a Torre Pellice (TO), ha intervistato la pastora Daniela Di Carlo relatrice della Commissione d’Esame sull’operato della Tavola valdese, del Comitato permanente OPCEMI, del Consiglio della Facoltà valdese di teologia, della Commissione sinodale per la diaconia – CSD che ha redatto il documento sul quale si sono svolti i lavori dell’Assemblea.

La Commissione è composta anche da Francesca Sini, Paola Schellenbaum, Mattia Costa, Mario Vanzella, Alga Barbacini.

Quest’anno per la prima volta c’è stata una sola Commissione d’Esame che ha accorpato il lavoro di valutazione sia della Tavola che della Diaconia. Come è andata?

E’ stata un’esperienza davvero interessante, che si replicherà perché abbiamo cambiato una nostra norma. Mettere insieme le chiese e la diaconia, che si occupa dell’azione sociale, ci ha permesso di vedere l’intreccio profondo tra la parola predicata e la parola agita.

In che modo ha lavorato la Commissione?

Abbiamo iniziato a lavorare due mesi prima del Sinodo. In questa data ci viene consegnata tutta la documentazione inerente il lavoro delle commissioni amministrative che poi devono rispondere davanti all’Assemblea sinodale. Quindi bisogna analizzare queste relazioni ma è anche necessario fare una serie di incontri e visite nei territori.

La redazione di questo documento vi ha permesso di viaggiare e conoscere dall’interno le varie articolazioni della chiesa valdese e metodista in Italia. Che impressione ha ricevuto?

Gli incontri che abbiamo avuto ci hanno restituito un’immagine straordinaria rispetto al numero di persone e di idee, di forze e di volontariato che girano intorno alle nostre chiese. Siamo rimasti sorpresi e anche emozionati. Tante persone, tante idee, tante azioni fanno davvero la differenza del nostro modo testimoniare ciò che siamo nel mondo.

Sulla copertina della  Relazione che avete presentato al Sinodo c’è l’immagine della scritta Register (resistere). Perché?

Spesso si parla del nostro come un tempo di crisi ed effettivamente ci sono dei segnali molto preoccupanti. Abbiamo però voluto usare questa parola, incisa a metà del XVIII secolo sulla parete della prigione della Torre di Costanza da Marie Durand, che trascorse 38 anni rinchiusa a causa della propria fede, per incoraggiare le altre donne prigioniere. Pensiamo che, paradossalmente, le chiese vivano la speranza anche quando ci sono segni di crisi. Ed è la speranza che ci rende capaci resistere, di non arrenderci; noi siamo investiti dal compito di portare la speranza del mondo e di offrire la luce dove ci sono le tenebre.

Una delle parole chiave contenute nell’Introduzione alla relazione, che è una sorta di guida, è chiesa orizzontale. Cosa significa per voi?

È una chiesa che si sceglie veramente. Nel passato, anche nella nostra realtà protestante, ci si recava in chiesa o si diventata attivi per tradizione familiare o paura. Avere una chiesa orizzontale significa poterla scegliere nel pieno delle proprie volontà. Una chiesa orizzontale è una chiesa che decide collettivamente, che non aspetta la parola esterna per mettersi in moto. È una chiesa che attraverso le sue assemblee prende delle decisioni sempre ed esclusivamente insieme.

Un’altro tema presente nel documento è quello intergenerazionale. I templi si svuotano di persone giovani ma, voi scrivete, “i giovani sono con noi in maniera diversa”.

Spesso siamo portati a pensare che solo il modello che abbiamo sperimentato noi possa essere valido e fondativo. Ma non è così. Abbiamo visitato molte opere che agiscono nella società e sono sostenute da persone giovani. Anche quelle sono realtà spirituali, certamente atipiche perché non seguono il modello che noi conosciamo, ma sono ugualmente delle comunità spirituali importanti. È un bene vedere che le nostre figlie e i nostri figli, reali e simbolici, abbiano scelto il sociale che non è solo lavoro, ma anche vocazione. Dobbiamo riconoscere che i nostri giovani sanno essere comunità in modo diverso. Ed è nell’ambito dell’agire che cresce un esperimento intergenerazionale. L’incontro che forse non riusciamo più ad avere nelle chiese riusciamo ad averlo nell’agire nella società.

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Si è concluso, a Grenoble, il Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia, partner storico della Chiesa valdese

di Gianni Genre - Riforma.it 10 giugno 2019

Arriva con pochi minuti di ritardo, un poco accaldato, in jeans e con le maniche della camicia ben arrotolate. Depone il caschetto da ciclista nel cestino della bici e si affretta a guadagnare il tavolo degli oratori. Lo stile del tutto informale non deve trarre in inganno, l’intervento previsto è del tutto pertinente (come d’altronde anche quelli del prefetto e del presidente dell’area metropolitana “Grenoble-Alpes”, loro sì, assai attenti anche all’abbigliamento ufficiale).

Gli interventi sono infatti infarciti di accenni storici alla presenza dei protestanti in Francia e al precedente Sinodo nazionale dei protestanti francesi avvenuto a Grenoble nel 1948. In quegli anni, che seguirono la tragedia del secondo conflitto mondiale, a Grenoble era pastore Charles Westphal, il “Valdo Vinay” di Oltralpe, uno dei maggiori promotori del pensiero di Karl Barth in terra francese. Westphal - bisogna ricordarlo a pochi giorni dal D-Day in Normandia - istruì e preparò a Grenoble le nuove generazioni dei quadri “laici” protestanti che combatterono il nazismo e la vergogna del governo di Vichy. La domenica 14 giugno 1940 Westphal condannò dal pulpito del suo tempio la barbarie nazista come blasfema. Immediatamente denunciato, non osarono arrestarlo subito, così Westphal si prodigò nel salvare e nell’incitare i membri della sua parrocchia a salvare famiglie ebree. Con la sua famiglia nascose e fece fuggire in Svizzera un numero incredibile di ebrei e a Yad Vashem gli fu conferito, anche se postumo (quindi consegnato alla moglie Denise Leenhardt) il titolo di “Giusto fra le nazioni”.

Torniamo al Sinodo della Chiesa Protestante Unita di Francia che ha avuto luogo a Grenoble dal 30 maggio al 2 giugno scorso. Il “sindaco verde” arriva in bicicletta, poiché si sposta in città solo con quel mezzo. Eric Piolle, eletto sindaco nella sorpresa generale della città transalpina, insiste su due punti: l’accoglienza nei confronti dei migranti e l’ecologia. Vuole fare di Grenoble una delle capitali “verdi” dell’Europa. La città, oggi, dopo lo sviluppo straordinario seguito ai Giochi olimpici del 1968 (quelli legati al nome di Jean-Claude Killy che vinse tre medaglie d’oro) è il secondo centro di ricerca scientifica in Francia, ha sessanta mila studenti o ricercatori su una popolazione di 150 mila cittadini che diventano mezzo milione con i comuni dell’agglomerazione. La disoccupazione è fra le più basse di Francia sebbene i problemi delle periferie siano quelli comuni alle altre grandi città.

Il tema del Sinodo di quest’anno, secondo la presentazione del suo moderatore eletto dall’assemblea, il pastore Christian Galtier, direttore del centro John Bost di La Force (il più grande centro “diaconale” per l’accoglienza di persone disabili di Francia), non ha alcun “sexy appeal”, ma è fondamentale per dare una nuova, definita “costituzione” alla nuova Chiesa (Eglise Protestante Unie de France), nata dalla piena comunione fra le chiesa riformata e quella luterana di Francia nel 2012. Le regole di vita comune andavano ridefinite con precisione, anche per quanto riguarda la sua composizione e i suoi diversi ministeri. Ed è stato fatto. Il tema centrale, come in tutti i sinodi nazionali, vive un lungo periodo di preparazione e di travaglio che dura poco meno di tre anni. Viene suggerito al Consiglio nazionale dalle chiese locali o dai sinodi regionali (sono nove le regioni in cui viene suddiviso il territorio nazionale) che nomina una ristretta commissione di lavoro la quale invia alle chiese locali una prima documentazione che viene discussa nei sinodi regionali. I sinodi regionali, nell’autunno precedente, raccolgono i pareri delle chiese locali e producono degli atti e un supplemento di informazione che vengono inviati al Conseil in vista del Sinodo nazionale che avviene sempre in occasione del ponte dell’Ascensione (che nella Francia laica e secolarizzata è giorno festivo!). Nel Sinodo nazionale si tirano le somme e si prendono le decisioni relative. Dunque una procedura lineare dove, a parte un tempo congruo per parlare della vita delle chiese e delle relative finanze, ci si concentra su un solo tema, senza deliri di onnipotenza, in tre sole giornate di lavoro, con una certa rilassatezza e con una serata dedicata sempre alla détente e alla festa. Pochi sono gli ospiti stranieri delle chiese sorelle cui viene però data la parola e con i quali avviene una simpatica interlocuzione.

I membri con voce deliberativa del Sinodo, per una chiesa che si avvicina al mezzo milione di “appartenenti”,erano quest’anno 105. Circa 200 persone con i partecipanti a diverso titolo. La presidente del Consiglio nazionale, Emmanuelle Seyboldt, ha aperto i lavori con una sorta di “discorso sullo stato dell’Unione” sempre molto atteso. Partendo dalla parola del profeta Isaia “Sentinella, a che punto è la notte?”, ha riconosciuto con severità i problemi che affliggono il suo Paese e le chiese unite nella nuova Comunione che viene oggi riconosciuta senza nostalgie denominazionali. I quattro temi toccati nel suo discorso sono stati quelli dell’ecologia, quello dell’immigrazione, quello dell’identità “cristiana” della Francia e di questa Europa senza anima e quello della giustizia sociale. La solitudine delle masse - anche se questa espressione sembra un ossimoro - creata dalla società del consumo, ha prodotto danni immensi. Ognuno pensa a sé e, in questo clima di paura e di precarietà diffusa che respiriamo ogni giorno, ognuno è impegnato, in modo illusorio, a salvare se stesso. Nella più assoluta indifferenza nei confronti dell’altro e dell’altra. Anche il fenomeno dei “gilets jaunes” parla di un’indifferenza collettiva, incattivita, un insieme di solitudini cui dobbiamo tentare di dare una risposta, nell’ascolto, con rispetto. Ricordando che la vita nasce dalla luce, nell’oscurità e nelle zone d’ombra. E consapevoli, come credenti, che la speranza nasce proprio dalla disperazione. Il mattino viene, sostiene con tono gentile quanto fermo la presidente: la speranza riposa sulla promessa del Signore. Pensando all’incontro della donna samaritana con Gesù in Giovanni 4, dobbiamo chiederci: abbiamo ancora sete? Alla samaritana l’incontro con Gesù fa dimenticare il secchio con l’acqua presso il famoso pozzo. E a noi, l’incontro con Gesù, fa abbandonare le cose vecchie per aprirci a quelle inedite cui siamo chiamati dal Cristo?

Fra gli atti presentati al Sinodo dai deputati ve ne sono due in particolare: uno relativo al commercio delle armi denunciato dall’ACAT (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) che ha bloccato recentemente la vendita di armi francesi all’Arabia Saudita, dove si impegna anche la Federazione delle Chiese Protestanti di Francia, e uno in cui si chiede di dedicare il Sinodo del 2023 (!) al tema dei ministeri per una nuova definizione della missione della chiesa che occuperà i prossimi sinodi, dopo quello del 2020 che sarà invece tutto dedicato alla questione ecologica.

I problemi che la nostra chiesa sorella sta attraversando sono, in larga parte, analoghi ai nostri, a parte le dimensioni della chiesa stessa. Anche se il potere dei protestanti non è più quello del passato anche recente – basti pensare a nomi come quelli di Lionel Jospin, Gaston Defferre, Michel Rocard, Pierre Joxe, Catherine Trautmann e al più grande filosofo protestante del ‘900 Paul Ricoeur – i protestanti francesi sono ascoltati e godono di grande autorevolezza. Per poco meno di mezzo milione di persone che si riconoscono nelle due chiese storiche della Riforma adesso unite, sono previsti 420 posti pastorali, ma i pastori e le pastore in servizio sono solo 350, con circa settanta posti vacanti. Alcune regioni, come quella di Parigi, sono sostanzialmente del tutto coperte (72 pastori in servizio); altre, soprattutto nel Nord e nelle zone rurali del Sud-Ouest sono in difficoltà da anni. Paradossalmente, le chiese più vive sono quelle delle periferie dei grandi agglomerati urbani, dove molti foyer vengono a stabilirsi, ma i maggiori contribuenti sono i vecchi protestanti che abitano le grandi città o la Provenza vicino al mare. La famiglia Hermès, grande firma mondiale della moda, sostiene ad esempio le maggiori istituzioni diaconali protestanti, peraltro del tutto separate dalle chiese.

La Francia è uno dei Paesi più secolarizzati, come ha ricordato anche il Vescovo di Grenoble, ma la sfida è accolta con determinazione e anche con un poco di gioia. Le chiese possono essere in crisi, ma la parola redentrice dell’Evangelo è attesa da molti, è ascoltata e va portata fuori dalle chiese. La chiesa esiste per chi non ne fa parte: i protestanti francesi ne sono consapevoli.

Tratto da chiesavaldese.org

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AZIONE DELLE CHIESE PER LE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO 2019

Roma (NEV CS/26), 9 maggio 2019 – “Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) è lieto di presentare la versione italiana di ‘L’Europa è il nostro futuro’, strumento di lavoro predisposto dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) e dalla Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) in vista delle elezioni del Parlamento europeo che si terranno dal 23 al 26 maggio 2019, con l’obiettivo di invitare le chiese e i cristiani europei a partecipare attivamente al dibattito prima del voto”, ha detto Luca Maria Negro, presidente della FCEI.

“L’Europa è il nostro futuro – Azione delle chiese per le elezioni del Parlamento europeo 2019” è il titolo del documento che, a partire dalla Charta Oecumenica, un testo sottoscritto nel 2001 dai cristiani di tutte le confessioni – cattolici, protestanti e ortodossi – descrive così l’europeismo delle chiese: “Sul fondamento della nostra fede cristiana ci impegniamo per un’Europa umana e sociale, in cui si facciano valere i diritti umani e i valori basilari della pace, della giustizia, della libertà, della tolleranza, della partecipazione e della solidarietà”.

Questi valori condivisi oggi sono messi in discussione dalla crisi ecologica globale, dalle lotte economiche e dalla disoccupazione, dai fenomeni migratori e dalla crescita dei nazionalismi. “I temi che sono più pressanti per le chiese oggi in Europa – si legge nel testo – includono le migrazioni e l’asilo, i cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile, il modello sociale europeo e il futuro del lavoro, la governance economica europea, il lavoro, i diritti umani e la libertà religiosa, e il ruolo dell’Europa nel mondo”.

Il documento pone una serie di domande su questi temi cruciali: “L’Unione europea sarà capace di rispondere alle sfide del populismo crescente e dell’estremismo politico? Sarà in grado di offrire ospitalità ai rifugiati bisognosi di aiuto, assistenza e protezione? Saprà vedere nei migranti un’opportunità per rispondere all’invecchiamento della popolazione e alla mancanza di manodopera? Saprà ridurre le emissioni di gas di serra e promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile? Saprà combattere le crescenti ineguaglianze sociali?”.

KEK e CCME forniscono inoltre 8 strumenti concreti di partecipazione: votare per la pace, la giustizia, la dignità umana, lo sviluppo sostenibile, e incoraggiare a votare; documentarsi sui candidati/e e i loro partiti; informarsi sulle opzioni di voto nel proprio Paese; condividere dubbi e riflessioni con gli stessi candidati; seguire i candidati e interagire con loro e i loro partiti sui social media; partecipare ai dibattiti locali; informarsi sulle posizioni della propria chiesa su questioni chiave, promuovere dibattiti ed eventi sulle elezioni nella propria chiesa; favorire dibattiti seri attraverso la verifica dei fatti e usare un linguaggio equilibrato.

“L’Europa è davvero il nostro futuro – ha detto il pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI –. Nel momento in cui in Europa torna la tentazione della frammentazione, dell’autoreferenzialità e della costruzione dei muri, sia materiali che virtuali, i cristiani non possono che essere operatori di pace e costruttori di ponti”.

Scarica il documento in italiano!

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Pinerolo vuol diventare "Dementia Friendly": vi spieghiamo come in un incontro

Venerdì 15 marzo 2019, ore 18.00 è in programma presso la Casa dell'Anziano (Piazza Marconi n. 8 - 10064 Pinerolo) la presentazione di "Pinerolo verso una comunità amica della demenza", alla presenza di Lara Pezzano, Assessore alle Politiche sociali e sanitarie del Comune di Pinerolo e Marcello Galetti, Direttore del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni.

Nel corso della serata verrà spiegato cosa significa essere una città "Dementia Friendly" e sarà lanciato un appello a commercianti, banche, servizi, scuole, chiese, enti e associazioniaffinché partecipino agli incontri di informazione per rendere la città un luogo capace di accogliere persone con demenza. Fondamentale inoltre la partecipazione delle famiglie di persone con demenza, per coinvolgerle nel progetto e far sì che diventi un'occasione di scambio e di conoscenza delle loro reali necessità.
Maggiori informazioni:

http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/comunicatistampa/2247-pinerolo-vuol-diventare-dementia-friendly-vi-spieghiamo-come-in-un-incontro

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A PINEROLO - 8 MARZO E DINTORNI

Nell'ambito della rassegna "Io l'Otto sempre". Giornata internazionale della Donna 2019 organizzata dal Comune di Pinerolo

Martedì 12 Marzo Circolo Sociale via del Duomo 1 - ore 17.00
Il Circolo dei Lettori di Pinerolo presenta: Dialoghi con Clio: Storia delle donne. Donne nella storia Con Graziella Bonansea, Pinuccia Corrias, Bruna Peyrot e Paola Schnellenbaum. Modera Paola Molino
Ingresso libero

Marzo, non solo donne

Roma (NEV), 7 marzo 2019 – Non solo donne, ma teologhe, attiviste, avvocate e testimoni di un mondo che prende parola 365 giorni all’anno per una società più giusta per tutti, anche per gli uomini. Qui di seguito, alcuni appuntamenti significativi del mese in cui si celebra la Giornata internazionale delle donne, mentre ancora si attende una piena applicazione della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW).

10-11-17 marzo 2019 Protestantesimo. Donne sotto attacco

Una nuova puntata di Protestantesimo, domenica mattina 10 marzo alle 8.15 e in replica lunedì notte 11 marzo alle ore 01.30 circa e domenica notte 17 marzo alle ore 1.10 circa sempre su RaiDue. Le donne sono il pilastro della famiglia. Da un lato si vuole difendere la famiglia come struttura fondamentale della società, dall’altra si cerca di far arretrare diritti conquistati dalle donne in decenni di lotte. Cosa sta succedendo nel nostro Paese? Ne parleranno Barbara Felici, avvocata di Differenza donna, e Paola Schellenbaum della commissione “famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità” della Tavola valdese. Per rivedere le puntate visita il sito VIDEO
Protestantesimo su Facebook mail protestantesimo@fcei.it protestantesimo@rai.it

BOLOGNA, 14 marzo 2019 Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne

Giovedì 14 marzo a Bologna verrà costituito ufficialmente il primo Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne. 22 donne di diverse tradizioni religiose (cristiane protestanti -luterana, metodista, valdese, battista, avventista, pentecostale-, cattoliche, ortodosse, ebraiche, islamiche, induiste, buddhiste) firmeranno il relativo Protocollo d’intesa.

ROMA, 22-24 marzo 2019

I nostri corpi di donne da luogo del dominio patriarcale a luogo di spiritualità incarnata

Organizzato dai Gruppi donne delle comunità cristiane di base, in collaborazione con Donne in Cerchio, Donne in ricerca di Padova, Ravenna, Verona Identità e differenza, Il Graal Italia, Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, si terrà a Roma dal 22 al 24 marzo l’incontro I nostri corpi di donne da luogo del dominio patriarcale a luogo di spiritualità incarnata.
Previste testimonianze di donne che operano per contrastare la violenza sulle donne, da quella privata a quella delle istituzioni civili e religiose, contro la violenza della prostituzione, per consentire l’applicazione della legge 194. Interviene anche la teologa Elizabeth Green con una relazione dal titolo “La sapienza dei corpi, il corpo della Sapienza”.

ROMA, 29-31 marzo 2019 Come in cielo così in terra

XII congresso nazionale della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Come in cielo così in terra (Mt 6,10). Donne evangeliche in una società in cerca di orientamento e speranza. Delegate da tutta Italia e di diverse confessioni protestanti si riuniranno per discutere di giustizia e diritti nella società.

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Verso il riconoscimento di "Comunità amica della demenza"

Il Comune di Pinerolo riprende il progetto per essere riconosciuto comunità amichevole della demenza, tramite un preciso percorso indicato dalla Federazione Alzheimer Italia. Mercoledì 6 febbraio 2019 si è riunito il tavolo promotore che, insieme alla Città di Pinerolo nella persona dell'Assessora alle Politiche Sociali Lara Pezzano, coinvolge rappresentanti di importanti realtà del territorio: Rifugio Re Carlo Alberto, Casa dell’Anziano, Ciss, Diaconia Valdese, ASL TO3, Pensionati Cisl, Tavolo terza e quarta età, Intesa San Paolo.

Prossimo passo: promuovere un percorso volto a coinvolgere cittadini, istituzioni, associazioni di categoria ed esercenti, al fine di rendere spazi e iniziative della città fruibili da tutti, senza esclusione delle persone con demenza e dei loro familiari.

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Contro la paura, desiderio, lotta, speranza

Riflessione di Gianni Genre - pubblicata sulla Newletter della Diaconia valdese

Una parola di invito al desiderio, di invito alla lotta e all’impegno, di invito alla speranza. Questo, sorella e fratello, amica ed amico, vorrei provare a trasmetterti all’inizio di questo nuovo anno, in questo nostro Paese, che pure amiamo, ma che sembra sempre più segnato dal disagio e dal rancore.

Ciò che emerge dalla fotografia del Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese preoccupa.

Un cattivismo che riflette infatti innanzitutto un bisogno radicale di sicurezza di cui fanno le spese in particolare i migranti. Il 63% degli italiani vede negativamente l'immigrazione extra Ue, con gli ostili concentrati tra gli italiani più fragili: il 71% di chi ha più di 55 anni e il 78% dei disoccupati, mentre il dato scende al 23% tra gli imprenditori. Il 58% degli italiani pensa che gli immigrati sottraggano posti di lavoro, il 63% che rappresentino un peso per il welfare, e solo il 37% sottolinea il loro apporto positivo all'economia. Il 59,3% esclude la possibilità di raggiungere un buon livello di integrazione tra etnie e culture diverse nel prossimo decennio.

Prendono quota anche i pregiudizi, in particolare quelli finora considerati inconfessabili, come l'avversità ai Rom e la paura e la domanda di protezione nei confronti di alcolizzati e tossicodipendenti (che accomuna il 69,4% degli italiani).

Il 44,5% degli italiani è pessimista sul futuro del Paese, mentre solo il 18,8% si dichiara ottimista. 

Certo, i problemi ci sono e sono grandi: ad esempio, ogni giorno in Italia oltre 100 famiglie vengono sfrattate, mentre almeno 650mila sono in graduatoria in attesa di un’abitazione popolare. Guerre fra poveri sempre più diffuse.

Tutto sembra dunque sempre difficile… Dobbiamo dunque arrenderci o rassegnarci?

No. Anzitutto, pensa che riprendere insieme, all’inizio di questo nuovo anno, il nostro lavoro e la nostra testimonianza in piena libertà è un grande privilegio. Perché non siamo soli, malgrado tutte le preoccupazioni che ci abitano. Sarà un anno impegnativo, faticoso. Si tratterà di combattere contro tutto ciò che vuole farci affondare nell’indifferenza, nel cinismo, nell’egoismo feroce del nostro tempo. Ma non saremo soli a combattere.

Il Salmo 27 vuole aiutarci: desiderio, impegno, speranza.

Il SIGNORE è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò?

Il SIGNORE è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura? (…)

Io cerco il tuo volto, o SIGNORE. Non nascondermi il tuo volto, (…)

Ah, se non avessi avuto fede di veder la bontà del SIGNORE sulla terra dei viventi!

Spera nel SIGNORE! Sii forte, il tuo cuore si rinfranchi; sì, spera nel SIGNORE!

C’è anzitutto il senso del desiderio.

Io cerco il tuo volto, o Signore… una ricerca che diventa infinito desiderio.  Non è forse, anzitutto, questo desiderio di Dio che manca nel nostro tempo e nel nostro mondo?

Hai mai pensato a cosa significhi il termine “desiderio”? Ha un’etimologia bellissima… Questo termine deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un'accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella.

Desiderare significa, quindi, letteralmente, "mancanza di stelle", nel senso di "avvertire la mancanza delle stelle". Desiderare è percezione di una mancanza e, di conseguenza, è sentimento di ricerca appassionata. Il desiderio è una passione infinita, positiva, per ciò che ti manca…

Il SIGNORE è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura?

Poi il salmista parla della paura, perché la paura c’è sempre nelle nostre giornate. Se si facesse un sondaggio di opinione sulle paure, tutti avrebbero un lungo elenco. La paura c’è sempre. Oggi le tue e le mie paure vengono alimentate ad arte, dilatate senza fine. Vogliono che tu abbia paura dell’altro, del diverso da te, che tu abbia paura della malattia, del diventare più povero, delle guerre, del futuro, della droga, del dolore, della morte, per non parlare di paure superstiziose, di forze impersonali e occulte; paure confessate e paure nascoste o inconfessabili. Vogliono che tu abbia paura anche di te stesso. Le paure ti destabilizzano per farti sentire fragilissimo, influenzabile.

La paura - lo dico spesso - è il contrario della fede e della speranza. Non è l’incredulità il contrario della fede, ma la paura.

Il salmista afferma che la fiducia, la fede in Dio si oppone alla paura. È una delle principali lotte che dobbiamo ingaggiare nella nostra quotidianità, negli incontri e nelle relazioni che intessiamo ogni giorno.

Perché? Perché siamo stati autorizzati alla speranza, da una Parola di Dio che è diventata un essere umano come te e come me: la Buona notizia dell’Evangelo ce l’ha ricordato appena pochi giorni fa, a Natale.

Tu sai e io so che i problemi umani sono in parte insolubili. Ma non puoi abbandonare lo sforzo di volerli risolvere. Perché c’è una promessa, la promessa di un mondo nuovo che non posso e non puoi anticipare ma verso il quale sei e sono in cammino. Anzi, quel mondo è in cammino verso di te. È ciò che sempre ha reso e sempre renderà la speranza possibile.

Forse anche tu hai l’impressione di non farcela, ogni tanto, di non riuscire ad affrontare il giorno di domani con tutte le sue difficoltà. Hai l’impressione di non avere l’energia, il coraggio e la gioia per riuscire a fare tutto ciò che dovrai affrontare, per amare la vita e non solo per subirla.

Ebbene, affidarsi al Signore significa non avere paura se a tratti la tua vita ti appare inutile o vuota, oppure se ti senti fragile e incerto. Oggi ancora la vita è un dono per te, che ti viene rinnovato ogni giorno. E non devi giustificare questa tua giornata, essa è un dono immeritato. Sei come il giglio del campo e come l’uccello del cielo, che approfittano del sole e della pioggia senza posarsi delle questioni. Semplicemente vivendo la loro giornata. Dillo anche a chi incontri. Digli o dille che non deve giustificare nulla e non deve autogiustificarsi. Deve solo accogliere ogni nuova giornata come un dono. 

Fede è semplicemente lasciarsi portare, lasciare che la tua vita sia portata, sostenuta dalla fiducia in Dio. È come se Dio ti dicesse ogni giorno:

"Lo so, domani, avrai altre difficoltà da affrontare, forse avrai di nuovo paura. Ma io sarò ancora con te. Hai quasi esaurito le energie di riserva? Hai poca forza? Vai avanti con quella poca forza. Se hai poca fede, vai avanti con quella poca fede. Hai poca speranza? Spera con quella poca speranza, sarà sufficiente a cambiare il mondo. Dio ti farà sempre trovare quel poco di pane, di coraggio e di perdono che ti permetterà di andare, di vivere, di predicare, di credere".

Combatti gli untori che diffondono la peste della paura. E desidera, lotta, spera. La tua vita è amata, custodita, benedetta da Dio. 

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INCONTRI CON GLI STORICI AL NUOVO MUSEO VALDESE 

Gli incontri sui processi di studio e lavoro che hanno condotto alla realizzazione del nuovo allestimento del museo storico faranno un pausa durante le festività.

Il prossimo incontro sarà venerdì 11 gennaio alle ore 20,30. Claudio Pasquet ci illustrerà le prime sale del Seicento. Per informazioni: 0121.950203; e-mail: il.barba@fondazionevaldese.org Scarica la locandina!

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RIFLESSIONI SUL FINE VITA

Due incontri-dibattito organizzati presso la Sala Conferenze "Dario Debernardi", presso la Fondazione Casa dell'Anziano "Madonna della Misericordia" Onlus, piazza Marconi  8, Pinerolo. Gli incontri sono aperti a tutti.

Venerdì 9 novembre, ore 18 La morte oggi, con la partecipazione di mons. Derio Olivero, prof. Valentina Ieraci. Modera dott. Paolo Ribet.

Venerdì 23 novembre, ore 18 Cure palliative e biotestamento, con la partecipazione di dott. Gioia Becchimanzi, past. Giuanni Genre.  Modera: dott. Andrea Cognazzo.

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La Diaconia valdese invita la cittadinanza a visitare i nuovi locali in Pinerolo, martedì 16 ottobre alle ore 16,30 in via Bogliette 20 con particolare attenzione a:

BUM Centro autismo

Servizio migranti

Servizio adulti e territorio

Vi aspettiamo!

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Pralibro entra nel vivo

di Paola Schellenbaum - Riforma n. 30, 27 luglio 2018

Si è inaugurata la sedicesima edizione di Pralibro, la rassegna di incontri letterari in Val Germanasca, organizzata da Chiesa valdese, librerie Il Ponte sulla Dora e Claudiana, insieme a tante associazioni, tra cui il Forum del libro e il Centro ecumenico di Agape. Un appuntamento ormai atteso e consueto che però si rinnova ogni anno: seppur si parli sempre di libri e lettura, ogni volta i librai riescono a invitare ospiti interessanti che mettono in comune la loro arte: parole, musica, recitazione.

Questo crea un’atmosfera di festa che si protrae per due giorni interi e che arricchisce gli incontri, i dibattiti e le riflessioni che dal tempio escono verso la piazza e risuonano anche nei momenti conviviali o nelle passeggiate in montagna.

Prali offre infatti ai visitatori occasionali e a quelli che ogni anno tornano in valle, tanti modi diversi di vivere come comunità. E intorno ai libri, alla lettura si creano legami e amicizie che formano la trama delle relazioni: come nei racconti, lo sviluppo narrativo si alimenta di  snodi e sorprese intorno a protagonisti e comparse, tutti però accomunati dalla voglia di scoprire ed esplorare i problemi del mondo contemporaneo, la storia, la montagna attraverso i libri.

La tavola rotonda, coordinata da Rocco Pinto, ha offerto come sempre tanti consigli di lettura e quest’anno ha lanciato la nuova iniziativa “Piemonte che legge” che speriamo possa presto concretizzarsi, creando una rete regionale di biblioteche, scuole, librai, per promuovere la lettura. È una bella scommessa che però ha una lunga tradizione in queste Valli se, come ha ricordato Sara Platone, colportori e predicatori hanno diffuso libri e opuscoli in modo itinerante, anche e soprattutto attraverso il sistema delle scuolette Beckwith : allora come oggi, senza cultura non c’è sviluppo.

Due ospiti ci hanno offerto la loro “performance”: Marco Balzano ha letto brani dal suo libro “Resto qui” (Einaudi 2018): ambientata in montagna, è una storia di resistenza e restanza, una parola nuova introdotta dall’antropologo Vito Teti che sul sito Treccani così la spiega: “restanza denota non un pigro e inconsapevole stare fermi, un attendere muti e rassegnati. Indica, al contrario, un movimento, una tensione, un’attenzione. Richiede pienezza di essere, persuasione, scelta, passione”. E di spaesamento ci ha parlato Chiara Trevisan, attrice e lettrice vis-a-vis, che in piazza o nei festival usa i suoi libri per comunicare con chi si ferma ad ascoltarla, nella speranza di ricevere una pagina che possa ridare forza per andare avanti o per guardare il mondo con altri occhi. È la parola che ci raggiunge da fuori che può farci cambiare all’improvviso prospettiva, rendendo più autentico l’incontro.

La rassegna letteraria prosegue fino ad agosto con tanti ospiti che vengono da lontano oltre a quelli che invece vivono già in queste Valli ricche di storia e di cultura. Ce n’è per tutti i gusti. Dal titolo di un bel libro scritto da Zygmunt Bauman (Laterza 2016).

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ANCHE NEGOZI, ENTI E MUSEI POSSONO ESSERE "AMICI DELLE DEMENZE"

Nel corso dell'incontro organizzato sabato 17 marzo, alle ore 17 dalla Diaconia Valdese in collaborazione con Fondazione Cosso, l'Assessora Pezzano presenterà il progetto “Verso una comunità amica della demenza", mirato a coinvolgere commercianti, associazioni, enti e musei del territorio. Obiettivo: informare e sensibilizzare la collettività sul tema della demenza e contribuire a diffondere una nuova cultura dell’accoglienza verso le persone che ne sono affette.

Anche il Comune di Pinerolo ha aderito al progetto e nel corso dell'incontro presso il Castello, l'Assessora alle politiche sociali, Lara Pezzano, introdurrà il percorso formativo che verrà attivato per i commercianti, enti, musei del territorio che desiderino divenire amici delle demenze. "Sono tante le persone affette da demenza, e molte di queste non hanno neanche il coraggio di uscire allo scoperto" afferma Lara Pezzano. "Le relazioni sociali e la partecipazione alla vita della propria comunità sono un fattore importantissimo per i malati, capace di rallentare il progressivo evolvere della patologia. Tutti possiamo prendere parte, con sensibilità e attenzione, alla lotta contro lo stigma sociale nei confronti della demenza e anche negozi, banche, uffici pubblici possono mettere in campo delle semplici azioni per rendere i propri spazi e servizi in grado di accogliere chi è affetto da demenza. Per questo invitiamo tutti ad aderire al percorso formativo realizzato in collaborazione con il Rifugio Re Carlo Alberto della Diaconia Valdese".

Anche la Fondazione Cosso nel 2016 ha preso parte al progetto “In giro con demenza” e reso gli spazi del Castello di Miradolo accoglienti per persone affette da questa patologia. Nel corso dell'incontro di sabato 17 marzo saranno numerose le testimonianze di soggetti divenuti "amici della demenza".
 
VERSO UNA COMUNITA' AMICA DELLA DEMENZA - ESPERIENZE E TESTIMONIANZE PROGRAMMA

Sabato 17 marzo, dalle 17 alle 18.30
Castello di Miradolo, Via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (To)

SALUTI E INTRODUZIONE

Intervengono:

Maria Luisa Cosso, Presidente Fondazione Cosso
Paola Eynard, Vicepresidente Fondazione Cosso
Monica Sappè, Presidente del Rifugio Re Carlo Alberto della Diaconia Valdese

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IN GIRO CON DEMENZA”

Intervengono:
Marcello Galetti, Responsabile del Rifugio Re Carlo Alberto, e Molly Tyler-Childs, Educatrice del

Rifugio Re Carlo Alberto e Referente del progetto
Marco Cogno, Sindaco Torre Pellice
Duilio Canale, Sindaco Luserna San Giovanni

I RISULTATI DEL PROGETTO, FINORA

Grazie alle azioni costruite dal progetto “Verso una Comunità Amica della Demenza” il territorio della Val Pellice ha ottenuto nell'aprile 2017 il riconoscimento ufficiale da parte della Federazione Italia Alzheimer, quale territorio 'Dementia Friendly' .

Il racconto dei cambiamenti che il progetto ha determinato sul territorio della Val Pellice: barriere architettoniche, accoglienza, cura.
Intervengono:
Cristina Vasario - Farmacia Vasario, Luserna San Giovanni e Pietro Addesi e Luca Orsi, Filiale Intesa SanPaolo, rispettivamente Torre Pellice e Luserna San Giovanni – L’adeguamento delle barriere architettoniche e la formazione del personale.

Michela De Grossi e Antonella Chiavia, dipartimento didattica, Fondazione Cosso – L’accoglienza e l’attività dedicata nei luoghi di cultura: l’esperienza del progetto “Verso una comunità amica della demenza” presso il Castello di Miradolo.
Elisa Bessone, ex studentessa IIS Michele Buniva, Pinerolo – La formazione scolastica Presentazione del restyling del volume “Ambasciatori per l'Alzheimer”, a cura della Diaconia Valdese e de La Bottega del Possibile con la collaborazione dell’IIS Michele Buniva di Pinerolo. Introduzione alla mostra dei lavori degli studenti partecipanti al progetto di sensibilizzazione, allestita presso il Castello di Miradolo, in occasione della giornata.

IL FUTURO

Intervengono:
Lara Pezzano, Assessora alle Politiche Sociali, Comune di Pinerolo – Il progetto “Verso una Comunità Amica della Demenza”, in attivazione anche sulla città di Pinerolo
Alice Imperiale, dipartimento formazione e attività sociale, Fondazione Cosso e Maria Teresa Ingicco, Preside Liceo G.F. Porporato, Pinerolo – il “Laboratorio della diversità”: progetto di alternanza scuola/lavoro finalizzato a far conoscere la professione di educatore, con l’obbiettivo di creare spazi di incontro intergenerazionale tra allievi e malati affetti da Alzheimer.

CONSEGNA UFFICIALE DEL LOGO “AMICI DELLA DEMENZA” AL CASTELLO DI MIRADOLO – FONDAZIONE COSSO.

A seguire, piccolo aperitivo.

Fondazione Cosso – Castello di Miradolo Sabato 17 marzo, ore 17.00
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

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CONCERTO 8 MARZO

Giovedì 8 marzo
Piazza Facta – ore 16,00
Flash mob contro la violenza sulle donne
a cura del Centro Antiviolenza Svolta Donna, con la partecipazione
delle ragazze del Liceo “G.F. Porporato” e dell’Associazione
Sportica

Tempio Valdese – ore 21,00
Concerto Donne per le Donne
del gruppo Angels Lullabies (Fulvia Barotto,
Elena Saccomandi e Walter Gatti)
Serata benefica a favore del
Centro Antiviolenza Svolta Donna

#CHURCHTOO per favorire la denuncia degli abusi e delle molestie sessuali all’interno delle chiese

Roma (NEV), 5 marzo 2018 – In occasione della Giornata mondiale di preghiera delle donne il programma radiofonico di RAI Radio1 Culto evangelico ha proposto nella puntata di domenica 4 marzo un’intervista alla pastora valdese Letizia Tomassone, associata del Coordinamento delle teologhe italiane, sul movimento #churchtoo per favorire la denuncia degli abusi e delle molestie sessuali all’interno delle chiese.
Come dobbiamo considerare la nascita del movimento #churchtoo? E’ la dimostrazione che sta crescendo la consapevolezza che anche le chiese possono essere luoghi di abuso verso le persone più vulnerabili? O, al contrario, mostra che questo problema rimane ancora un tabù?

Letizia Tomassone


Ciò che secondo me il movimento #churchtoo fa emergere è che le chiese possono e devono essere luoghi di denuncia dell’abuso. Luoghi in cui poter dire la verità proprio a partire dalle molestie e gli abusi subiti dentro le chiese e che invece sono talvolta legittimati da un pensiero, ancora oggi ben presente, che afferma l’inferiorità delle donne.
Si tratta di superare una cultura sessista che è appoggiata teologicamente con l’idea che la donna è stata creata seconda rispetto all’uomo, con l’idea che la donna è in funzione del maschio. E che spesso si associa a una cultura omofoba anch’essa ben presente nelle chiese. Il movimento #churchtoo intende portare avanti una battaglia, che ormai ha alcuni decenni alle spalle, contro la violenza sulle donne, per fare chiarezza, dire la verità su ciò che avviene dentro le chiese e recuperare la dignità, l’integrità delle donne e dei soggetti sessualmente più deboli.

Quali storie emergono dai tweet di chi racconta di abusi subiti?

Emergono soprattutto storie di persone non credute che quando vanno a parlare di ciò che hanno subito sono invitate al silenzio, alla pazienza, all’accettazione, quasi ad un’idea antica di sacrificio. E poi emerge molto forte una cultura della purità in base alla quale se tu sei stata molestata o abusata, da bambina o da bambino, è come se tu fossi impura e spettasse quindi a te recuperare la tua integrità, la tua purezza. Al contrario la posizione di chi abusa non è mai mesa in questione. Queste storie mostrano che le chiese sono ancora strutturalmente misogine.

Nella sua esperienza di pastora e di teologa come si può affrontare efficacemente la questione degli abusi nelle chiese?

Certamente parlandone, come donne, ma coinvolgendo molto anche gli uomini affinché riflettano sulle loro esperienze, sulle violenze subite e vissute. Riflettendo anche sulla violenza diffusa nelle famiglie. Quindi il primo punto è non considerare questo tema un tabù ma portarlo in primo piano.
Mi ha colpito molto anche la riflessione delle chiese della Nuova Zelanda sulla crocifissione come un momento in cui Gesù vien denudato e abusato sessualmente. Ricordo un discorso di questo genere, emotivamente molto forte, proposto qualche anno fa in Italia da Giovanni Franzoni rispetto al fatto che la tortura che Gesù subisce nel momento della spogliazione poteva sicuramente comprendere anche l’abuso sessuale.
Vorrei inoltre ricordare altri due strumenti che le chiese italiane hanno a disposizione: l’appello ecumenico contro la violenza sulle donne del 2015, firmato da tutte le chiese italiane; e l’Osservatorio che il Segretariato attività ecumeniche (SAE) ha messo in piedi proprio sui temi della violenza contro le donne e della violenza sessuale.

A PINEROLO: CONVEGNO CONDIVIDERE LA LIBERTA'

Giovedì 15 febbraio 2018, ore 18,00 al Tempio valdese, in via dei Mille

Saluti di Gianni Genre, pastore valdese, Derio Olivero, vescovo di Pinerolo. Presenta, Ermanno Sacchetto, Presidente Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pinerolo.

Intervengono: Grado Merlo, Università Statale di Milano, Claudio Pasquet, pastore valdese, Bianca Gera, Fondazione Società di Mutuo Soccorso, Diego Robotti, Soprintendenza Archivistica del Piemonte e  Valle d'Aosta

A TORINO: ESPOSIZIONE DELLE LETTERE PATENTI DEL 17 FEBBRAIO 1848 A TORINO IN ARCHIVIO DI STATO

L’Archivio di Stato comunica che l'originale delle Lettere Patenti del 17 febbraio 1848 sarà esposto nella sede juvarriana dell'Archivio di Stato, sala del Museo Storico, piazza Castello 209 a Torino, nei giorni di giovedì 15, venerdì 16, lunedì 19 e martedì 20 dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. L'ingresso all'Archivio è gratuito ma per visite di gruppi superiori alle 5 persone è richiesta la prenotazione via mail all’indirizzo as-to@beniculturali.it.

A TORINO: CONVEGNO RELIGIONE E DEMOCRAZIA A TORINO

Venerdì 16 febbraio 2018, dalle ore 9,00 Convegno all’Auditorium Vivaldi – Biblioteca Nazionale Universitaria in piazza Carlo Alberto 3, dal titolo Religione e democrazia - A 170 anni dallo Statuto albertino, a 80 dalle leggi razziali. Nella prima parte della mattinata, si avrà una sessione dedicata soprattutto al contesto storico, dal titolo: Dalla monarchia assoluta a quella costituzionale: un passo verso le libertà?, in cui eminenti storici rappresenteranno il quadro degli avvenimenti di quell’importante anno che è stato il 1848. Nella seconda parte, dal titolo: Libertà di culto: una legge mai nata, Alberto Melloni, Gustavo Zagrebelsky e Valdo Spini faranno il punto sullo stato di salute della libertà di culto oggi in Italia.

A PINEROLO: FESTA DELLE LIBERTA' 2018

Venerdì 16 febbraio, ore 21 accensione del Falò alla Gioietta. Saranno presenti il Moderatore past. Eugenio Bernardini e il vescovo Mons. Derio Olivero con altre autorità civili e religiose.

Per il Buffet, i membri di chiesa possono portare torte dolci e salate, già tagliate e protette da cellophane con elenco ingredienti. Ritrovo davanti al Tempio valdese in via dei Mille e partenza alle ore 20,15 con le auto per Bricherasio.

Sabato 17 febbraio, ore 10.00 Culto e agape del 17 febbraio (con gli ospiti della EPUdF). Il Culto con Cena del Signore sarà presieduto dal past. Gianni Genre con predicazione dei pastori Gianni Genre e Stefano Mercurio.

Alle 12,30 Agape fraterna: 15 euro per gli adulti e 8 euro per i bambini dai 7 ai 12 anni. Nel pomeriggio sarà presentato il video "Valdesi: Una storia europea" (Regia di Enrico Lantelme), anche su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=2SeqQzjGg2U

Sarà presentato l'Opuscolo del XVII Febbraio della Società di Studi Valdesi: "Dalle Valli a Ginevra. Un gruppodi giovani sulle tracce del primo esilio dei valdesi", a cura di Davide Rosso e Paola Schellenbaum, Editrice Claudiana: https://www.claudiana.it/scheda-libro/autori-vari/dalle-valli-a-ginevra-9788868981587-1948.html

Domenica 18, alle ore 15.00, in Piazza Vittorio Veneto ang. Palazzo Vittone “FINALMENTE, LIBERTA’!” Storie dei diritti ai valdesi: i luoghi chiave di Palazzo Vittone, il Circolo Sociale, il Tempio Valdese. A cura del Centro Culturale Valdese - Costo € 5,00 Prenotazioni: 0121.950203 il.barba@fondazionevaldese.org

Domenica 18 febbraio, ore 17 “Musica al Tempio” con il Concerto di Nicola Marvulli (violino) Tiziana Columbro (pianoforte).

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CONVEGNO NAZIONALE DIACONIA VALDESE - AREA MIGRANTI

TUTTI A CASA. Il sistema di accoglienza in Italia, tra emergenze e dispositivi strutturali

25 gennaio 2018 - Galleria d'Arte Moderna Corso Galileo Ferraris, 30 - Torino

Un convegno della Diaconia valdese per riflettere sulle politiche migratorie e sui dispositivi dell’accoglienza, sull’immaginario comune e sull’approccio deontologico dell’informazione generalista al tema. 

La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria all'indirizzo: iscrizionituttiacasa@diaconiavaldese.org entro il 20 gennaio 2018. Si prega di indicare nella mail se l’iscrizione è da considerarsi per l’intera giornata, oppure, a una delle due sessioni, come da programma allegato. Il seminario è riconosciuto dall’Ordine nazionale dei giornalisti, con 8 crediti deontologici formativi.

Torre Pellice – Il convegno «Tutti a casa. Il sistema di accoglienza in Italia, tra emergenze e dispositivi strutturali», promosso dalla Diaconia valdese per giovedì 25 gennaio presso la Galleria d’Arte Moderna Gam (Corso Galileo Ferraris, 30 – Torino) dalle 9 alle 17, ha l’obiettivo di «fornire al pubblico interessato, ai giornalisti e soprattutto agli operatori impegnati nell’accoglienza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, un momento di riflessione sul ruolo dei dispositivi d’accoglienza, sulle politiche migratorie e su quanto oggi l’argomento abbia assunto rilevanza, anche nell'immaginario comune e nella comunicazione generalista. Metteremo a confronto istituzioni, rappresentanti politici e di chiese, operatori dell’informazione e del terzo settore», rileva il presidente della Commissione sinodale per la diaconia (Csd) – Diaconia valdese, Giovanni Comba.

La giornata si articolerà in due momenti: dalle 9 alle 13 il tema sarà «L’accoglienza in Italia tra emergenze e dispositivi strutturali», con la partecipazione del prefetto del Ministero dell’Interno Sandra Sarti, del politologo Paolo Naso (Fcei), la testimonianza dell’eritreo Tareke Bhrane, oggi cittadino italiano e presidente del Comitato 3 ottobre, di Daniela di Capua direttrice Sprar, Carlotta Sami portavoce dell’Unhcr e il pastore Francesco Sciotto, moderati dal giornalista di Riforma Gian Mario Gillio. Nel pomeriggio sarà «La narrazione tra rappresentazioni distorte e nuove identità» il tema affrontato dal presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna e dalla docente di Teorie della comunicazione Paola Barretta, dell’Osservatorio di Pavia - Carta di Roma; dal direttore di Confronti Claudio Paravati, da Massimo Gnone dell’Unhcr e Debora Boaglio della Diaconia valdese, moderati dalla giornalista de La Stampa Anna Masera.

«Rifletteremo a sei anni dall’evento che fu ottimisticamente definito “Primavera araba”, un momento di svolta per la storia delle migrazioni verso l’Europa – rileva il segretario esecutivo della Diaconia valdese e promotore del convegno, Gianluca Barbanotti –. Un panorama internazionale che presenta ancora aspetti preoccupanti. In Siria, Yemen, Libia, lungo le rotte migratorie, in mare, migliaia di persone continuano a morire e a subire violenze e torture. Il dispositivo dell’Asilo in Europa è in affanno, cerca di offrire risposte a un fenomeno la cui complessità sembra ingrandirsi ogni giorno di più. L’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati è certamente il primo passo verso l’inclusione e il coinvolgimento attivo dei nuovi cittadini, tuttavia non offre concrete risposte ad un bisogno, quello di sentirsi a casa, prioritario per chi è sfuggito da povertà, guerre e persecuzioni».

Il convegno sarà aperto da Giovanni Comba, Eugenio Bernardini, Renato Saccone, Monica Cerutti, Sonia Schellino, Alberto Sinigaglia.

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Migrazioni forzate. All’ONU il IV Simposio sul ruolo delle religioni
Il contributo delle organizzazioni religiose impegnate sul fronte dei migranti e rifugiati ammonta al 50% del totale delle risorse spese a livello globale. Da Tveit (CEC) sottolineata la “visione ecumenica” messa in campo dalle realtà religiose attive in ambito umanitario.

Roma (NEV), 23 gennaio 2018 – Incentrato sul tema delle migrazioni forzate, il IV Simposio ONU sul ruolo delle religioni e delle organizzazioni a carattere religioso (faith-based organisations) negli affari internazionali si è svolto ieri presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Co-promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), da ACT-Alliance (Action by Churches Together, il braccio umanitario del CEC), dal direttivo Chiesa e società della Chiesa metodista unita, e dalla Conferenza generale degli avventisti del settimo giorno, il Simposio annuale è stato dedicato a questo tema anche in considerazione dell’agenda del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, che nel 2018 sottoporrà a discussione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il Global Compact sulle migrazioni.
Il contributo delle “faith-based organisations” (FBO) a livello globale non va sottovalutato, dicono gli organizzatori del Simposio: ben il 50% dei fondi spesi per la crisi migratoria mondiale, la più importante dalla Seconda Guerra mondiale, proviene dalle FBO e dalle numerose organizzazioni umanitarie ad esse ricollegabili. Il Simposio ha inteso rafforzare il rapporto tra le FBO, espressione della società civile, e le istituzioni nazionali e internazionali.
Il segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della “visione ecumenica” quando si parla del come affrontare la crisi migratoria globale. L’atteggiamento caratterizzante il movimento ecumenico è sempre stato di “responsabilità reciproca” (mutual accountability), ha detto Tveit, vedendo in questo approccio una modalità di azione che utilmente può essere adottata dalla comunità internazionale: “E’ un atteggiamento in cui tutti riconoscono a tutti di avere un contributo significativo da apportare alla soluzione del problema. Ma quest’atteggiamento necessita di strutture solide di cooperazione multilaterale tese al bene comune”. A chi è in viaggio alla ricerca di condizioni di vita migliori “come chiese rappresentiamo impegno, presenza attiva e comunità aperte – ha proseguito Tveit –. Ma rappresentiamo anche, insieme ad altre comunità di fede, gli stessi migranti, che muovendosi portano con loro la propria identità religiosa. Anzi, nella loro situazione la fede è spesso il più importante bagaglio che si portano dietro”.

Dopo Italia e Francia corridoi umanitari in Belgio
Oggi pomeriggio la firma del protocollo a Bruxelles. Il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, tra i promotori dei corridoi umanitari italiani: “Una vittoria dell'Europa delle coscienze”

Roma, 22 novembre 2017 (NEV/CS60) – Il modello ecumenico italiano dei “corridoi umanitari” continua a fare strada in Europa: dopo la Francia, un analogo progetto parte ora anche in Belgio per accogliere 150 profughi siriani dal Libano e dalla Turchia.
La firma del protocollo è prevista oggi pomeriggio a Bruxelles con, tra gli altri, il Segretario di Stato per l’asilo e la migrazione, Theo Francken (N-VA), e Hilde Kieboom, presidente della Comunità di Sant’Egidio in Belgio, con una novità: l’accoglienza sarà interreligiosa. E’ stata affidata infatti al Comitato “Insieme in pace” che raccoglie, tra le altre, chiese protestanti, evangelicali, ortodosse e anglicane, nonché le comunità ebraiche e musulmane del paese.
Soddisfazione è stata espressa dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), tra i promotori insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio, dei corridoi umanitari italiani: “È una notizia di grande importanza perché l’esperimento dei ‘corridoi umanitari’ sperimentati e realizzati in Italia e poi aperti anche verso la Francia, ora si estende al Belgio. Così come è politicamente rilevante che questo provvedimento sia stata condiviso da forze politiche diverse, anche conservatrici, che ritengono di dover garantire vie legali e sicure ai richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità: i diritti umani non sono né di destra né di sinistra, sono un principio etico che deve appartenere a tutte le forze politiche. Un terzo elemento da sottolineare è che, oltre che ‘ecumenici’ – e cioè realizzati insieme da cattolici e protestanti come accade in Italia e Francia – i ‘corridoi umanitari’ verso il Belgio avranno un carattere interreligioso, perché l’accoglienza verrà garantita da varie comunità di fede, compresi ebrei e musulmani. E così questa strada pionieristica, che gli evangelici italiani hanno contribuito a tracciare, aprire e spianare, ora si allarga ad altri paesi europei. È davvero un bel risultato, che sul piano dei diritti umani mostra un’Europa ‘delle coscienze’ assai più dinamica e creativa dell’Europa delle istituzioni”.
In Italia lo scorso 7 novembre presso il Viminale il protocollo per i corridoi umanitari ecumenici è stato rinnovato per un totale di altri 1000 beneficiari.

 

MEDITERRANEAN HOPE

Aeroporto Roma-Fiumicino, 27 ottobre 2017, con i bambini dell'"ultimo" corridoio umanitario. Con l’arrivo questa mattina all'aeroporto di Fiumicino di 120 profughi siriani dal Libano, è stato raggiunto il “tetto” massimo dei mille beneficiari previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto tra gli enti promotori e il governo italiano. Arrivata oggi la conferma dal vice ministro agli Esteri Mario Giro: “Il protocollo verrà replicato”. Soddisfazione per questa “buona novella” dagli enti protestanti co-promotori del progetto.

Roma, 27 ottobre 2017 (NEV/CS57) – Si replica. La conferma del rinnovo del Protocollo relativo ai “corridoi umanitari” – sottoscritto da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio da una parte, e dai ministeri dell’Interno e degli Esteri dall’altra – è arrivata questa mattina dal vice ministro agli Esteri Mario Giro, intervenuto alla conferenza stampa di benvenuto dell’”ultimo” gruppo atterrato a Roma-Fiumicino. “Agli italiani preoccupati dico che si può accogliere in sicurezza e con gioia”, ha aggiunto Giro.
Oltre 120 persone, tra cui molti bambini e persino una coppia di novelli sposi, sono stati accolti per la sedicesima volta dall’équipe ecumenica che ne ha accolti poco più di mille, da quando il 4 febbraio 2016 la piccola Falak aprì di fatto il primo varco sicuro e legale verso l’Europa.
Paolo Naso, intervenuto a nome dei promotori protestanti del progetto, salutando i nuovi arrivati ha ribadito: “Oggi raccontiamo una bella storia italiana. Quando due anni e mezzo fa, insieme, abbiamo pensato a questo sogno, nessuno di noi sperava che si potesse realizzare. Invece, il progetto è diventato una realtà, e lo è diventato grazie agli operatori in Italia e in Libano, alle istituzioni, alle autorità italiane, alla polizia di frontiera, e a tutti coloro che hanno dato una mano. Una realtà da poco replicata anche in Francia. Mentre sul fronte europeo, solo pochi giorni fa, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha annunciato che intende proporre un progetto analogo per far giungere, attraverso nuovi ‘corridoi umanitari’, 40mila persone. Questa è per tutti noi una piccola grande vittoria politica a dimostrazione che si possono realizzare flussi governabili”. Rivolgendosi poi ai giornalisti presenti Naso ha aggiunto: “Oggi trovate un’Italia diversa: vedete in mezzo a voi sindaci con la fascia tricolore, istituzioni, volontari, chiese, operatori culturali e sociali, che rappresentano una realtà diversa da quella che spesso viene veicolata nei media: raccontatela!”.
Per il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, “l’umanità e la sicurezza camminano insieme, e questo progetto lo dimostra. Un progetto che produce integrazione ed oggi speriamo possa essere d’augurio anche per i neo-sposi, che potranno festeggiare il loro viaggio di nozze nel nostro Paese”.
Per parte protestante soddisfazione è stata espressa per il rinnovo del progetto dei corridoi umanitari, “una notizia molto attesa, che ci riempie di gioia e di nuove speranze”, ha dichiarato il pastore Luca Maria Negro, presidente FCEI. Gli ha fatto eco il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, ricordando come il progetto sia in larga parte finanziato dall’Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi: “Il progetto ecumenico, pilota in Europa, non poteva arrestarsi ora”, ha aggiunto.

Potete seguire le attività di MH attraverso la pagina FB:

https://www.facebook.com/Mediterranean-hope-252231521632595/?fref=nf

 

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Musulmani e cristiani: dal confronto alla fratellanza

di Matteo De Fazio - Riforma.it - 27 ottobre 2016

Oggi è la XV giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico. Kheit: «è più ciò che ci unisce che ciò che ci divide»

Si svolge il 27 ottobre la “XV giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico” intitolata nella sua edizione 2016 “Misericordia, diritti: presupposti per un dialogo costruttivo”. Non si tratta dell'unica giornata di incontro tra religioni diverse, ma rappresenta un punto di riferimento fondamentale nel panorama del dialogo italiano: «Un momento importante per oggi ma anche determinante per il futuro» dice Abdelhafid Kheit, Imam di Catania, presidente Comunità islamica di Sicilia e membro del consiglio dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia – la giornata rappresenta un momento per condividere, tra confessioni religiose diverse, i valori della pace, della misericordia e della fratellanza umana». Di fronte alla violenza del terrorismo e all'intolleranza nei confronti del diverso, in Italia e in Europa, momenti di ascolto e condivisione solo l'unica strada. Per leggere l'intero articolo: http://www.riforma.it/it/articolo/2016/10/27/musulmani-e-cristiani-dal-confronto-alla-fratellanza

Per saperne di più: Lorenzo Declich, Islam in venti parole, Laterza 2016

Lorenzo Declich,esperto di mondo islamico contemporaneo, ha insegnato Storia dell’Islam nell’Oceano Indiano all’Università “L’Orientale” di Napoli. Traduce dall’arabo saggi e romanzi e collabora con “Limes” e altre testate giornalistiche.

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Corridoi umanitari/1. Prossimi arrivi a Fiumicino il 24 e 25 ottobre

Forniti di visto umanitario da Beirut in arrivo in modo sicuro e legale altri 128 profughi siriani

Roma (NEV), 19 ottobre 2016 – I prossimi gruppi di profughi siriani in arrivo a Fiumicino sono attesi lunedì e martedì, 24 e 25 ottobre: giungeranno in Italia in modo legale e sicuro con in tasca un visto umanitario rilasciato dall’ambasciata italiana di Beirut. Salgono così a 400, tra cui numerosi bambini, i beneficiari del progetto-pilota dei “corridoi umanitari” promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Tavola valdese e Comunità di Sant'Egidio.

Come accade ormai già da dicembre dell’anno scorso, il team ecumenico in Libano ha svolto in diversi campi profughi numerosi colloqui con soggetti particolarmente vulnerabili (vittime di persecuzioni, famiglie con bambini, donne sole, minori non accompagnati, anziani, malati, persone con disabilità), avviando, per chi lo desidera, le pratiche con le autorità competenti. Una volta in Italia, i profughi - che avanzeranno tutti la richiesta di asilo - saranno ospitati dai promotori del progetto e dai loro partner in appartamenti e strutture di accoglienza dislocati su tutta la penisola secondo il modello dell’”accoglienza diffusa”.

Tra i partner della FCEI figura la Diaconia valdese che anche stavolta mette a disposizione le proprie strutture. 12 nuclei famigliari provenienti da Homs, Damasco, Aleppo o Latakia, saranno accolti a Luserna San Giovanni (TO), Torino, Padova e Reggello (FI).

Ormai non è più un esperimento, ma una realtà concreta che consente a persone in fuga dalla guerra e in “condizioni di vulnerabilità” di arrivare in Italia senza rischiare la propria vita nel Mediterraneo, e senza alimentare il micidiale business degli scafisti.

Il progetto – reso possibile grazie ad un accordo tra governo italiano (ministeri degli Esteri e dell’Interno - prevede l’arrivo di un migliaio di persone in due anni, non solo dal Libano, ma anche dal Marocco e dall’Etiopia. Si tratta di un modello replicabile di accoglienza e integrazione, tanto che ormai si sta studiando la sua realizzazione anche in altri Paesi europei. In una recente intervista rilasciata a “Protestantesimo-Raidue” il ministro Paolo Gentiloni ha ipotizzato la possibilità di aumentare la quota di 1000 visti fin qui prefissa.

SERVIZIO RAI TV - PROTESTANTESIMO

Per rivedere il servizio con le interviste al ministro Gentiloni, a Paolo Naso (FCEI) e a Daniela Pompei (Sant’Egidio) clicca qui: http://www.raiplay.it/video/2016/10/La-rotta-sicura---Protestantesimo-del-10102016-b999982b-3ba2-47ea-b950-9cf773ac25f0.html.

  

REPORTAGE DALLA SICILIA: RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO NELLE CASE DELLE CULTURE DELLA DIACONIA VALDESE

http://www.riforma.it/it/articolo/2016/09/27/terminal-sicilia

VIDEO CON TESTIMONIANZE SULL'ACCOGLIENZA DEI RIFUGIATI IN VAL PELLICE

http://riforma.it/it/articolo/2016/04/23/la-crumiere-sei-mesi-dallarrivo-dei-richiedenti-asilo

VIDEO: puntata di Fischia il vento sui corridoi umanitari in un video di Repubblica.it

http://video.repubblica.it/dossier/fischia-il-vento/fischia-il-vento-basterebbe-un-traghetto-puntata-integrale/220548/219747

PROGETTO DI ACCOGLIENZA NELLE VALLI VALDESI E A PINEROLO

Il progetto di accoglienza del Servizio richiedenti asilo e rifugiati della Diaconia valdese riguarda anche la Val Pellice e la Val Chisone. Alcuni richiedenti asilo provenienti dall’Africa e dall’Asia sono ospitati in gruppi in appartamento a Pomaretto, San Germano e Pinerolo su incarico della Prefettura di Torino. I richiedenti asilo sono accompagnati nel loro percorso di riconoscimento dello status di rifugiato e nei loro tentativi di integrazione nella società italiana attraverso un sostegno giuridico e legale, percorsi di ospitalità nel quotidiano, corsi di lingua italiana per stranieri e formazione professionale oltre a collaborazioni territoriali per agevolare l’integrazione sociale.  I richiedenti asilo possono far richiesta di tre diversi tipi di protezione: permesso di soggiorno come rifugiato politico (5 anni), permesso di soggiorno per protezione sussidiaria (5 anni), permesso di soggiorno per protezione umanitaria (1 anno).

Per informazioni sul Progetto della Diaconia valdese in Val Chisone: rivolgersi a Diego Mometti e Maurizio Sali del Servizio Richiedenti Asilo e Rifugiati - tel. 0121 953122 - migranti@diaconiavaldese.org

Per informazioni sui diritti di cittadinanza, sulla normativa dell'immigrazione, sui permessi di soggiorno e sul loro rinnovo: Melting Pot Europa http://www.meltingpot.org

Per saperne di più, visita la pagina della nostra diaconia con le collaborazioni territoriali nel Pinerolese.

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Le chiese alle Nazioni Unite: rivedere insieme agli Stati le politiche migratorie

Roma (NEV), 21 settembre 2016 – In occasione del vertice intergovernativo su rifugiati e migranti che ha aperto a New York i lavori della 71esima Assemblea generale delle Nazioni Unite (20-26 settembre), il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), Action by Churches Together (ACT) e Churches Witnessing With Migrants (CWWM) hanno indirizzato un documento congiunto ai governanti del mondo riuniti nel Palazzo di Vetro. Secondo i firmatari della dichiarazione, per affrontare il tema delle migrazioni la comunità internazionale deve ripartire da sei priorità: individuare le cause che spingono le persone a muoversi (non solo conflitti e povertà ma anche disastri naturali e cambiamento climatico); sostenere uno sviluppo sostenibile ed equo; riaffermare con forza l’esistenza dei diritti umani a partire dalle convenzioni internazionali che li sostanziano; condividere e ridistribuire le responsabilità tra gli Stati, porre fine alla criminalizzazione del rifugiato; escogitare canali che rendano possibile un’immigrazione sicura e regolare.

Doris Peschke, segretaria generale della CCME, a margine della firma della dichiarazione ha precisato: “La nostra speranza è che gli Stati si impegnino per una risposta coordinata dalle Nazioni Unite sulla crisi dei rifugiati, accettando di condividere la responsabilità internazionale della loro protezione. L’impegno per un migliore schema migratorio da elaborare nei prossimi due anni dovrà fondarsi sui diritti umani dei migranti e sulla diminuzione delle loro vulnerabilità”.

Per parte sua il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni ha rilanciato da New York l’iniziativa dei “corridoi umanitari” portata avanti dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio. “Mi auguro che sia assunta come best practice da un numero sempre più grande di paesi”, ha dichiarato il ministro.

 

VIDEO SUI CORRIDOI UMANITARI: 

https://www.youtube.com/watch?v=PI6EjL-BQzs

Corridoi umanitari. Il ministro Gentiloni li cita al Festival dell'economia di Trento

Roma (NEV), 8 giugno 2016 – Il Ministro degli esteri Paolo Gentiloni, intervenendo al Festival dell’economia di Trento (2-5 giugno), in tema di migrazioni non ha mancato di citare come buona pratica i “corridoi umanitari”, progetto pilota promosso ecumenicamente da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Tavola Valdese e Comunità di Sant’Egidio.

L’auspicio del ministro, che era stato presente a Fiumicino all’arrivo del primo cospicuo gruppo di profughi siriani giunti in aereo dal Libano lo scorso 29 febbraio, è che questo modello possa essere ripreso anche su scala europea.

(Nella foto, da sinistra a destra: Luca M. Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI); Mario Giro, sottosegretario agli Esteri; Paolo Gentiloni, ministro degli Affari Esteri - in occasione dell'arrivo del primo gruppo di siriani con i corridoi umanitari il 29 febbraio 2016 a Fiumicino - Aeroporti di Roma).

 

Richard Gere, in visita alla Comunità di Sant’Egidio per il lancio del suo nuovo film, sostiene i corridoi umanitari.

Prima della presentazione del film, Richard Gere ha visitato la Scuola di lingua e cultura italiana di Sant'Egidio, intrattenendosi a lungo, alunni, insegnanti e un gruppo di rifugiati giunti in Italia da ogni parte del mondo: "I corridoi umanitari hanno un effetto positivo enorme", ha commentato l'attore dopo aver ascoltato la testimonianza dei rifugiati siriani arrivati dal Libano grazie all'accordo realizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e le Chiese protestanti italiane con lo Stato italiano per evitare i viaggi della disperazione nel Mare Mediterraneo e far giungere in salvezza chi fugge dalla guerra.

Per leggere l’articolo:

http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/16772/Richard-Gere-alla-mensa-dei-poveri-di-Sant-Egidio--Onorato-di-essere-qui-dove-le-persone-curano-le-persone-.html#3_16796,3_16792,3_16772,3_16760,3_16764

 

PER LA FESTA DELLA REPUBBLICA  - 2 GIUGNO 2016

Corridoi umanitari. Un appello dei tre co-promotori per combattere l’indifferenza

Roma (NEV), 1 giugno 2016 - In occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno, e di fronte alle tragedie che continuano a prodursi in mare, le tre organizzazioni promotrici dei primi #CorridoiUmanitari realizzati in Europa, oggi hanno diffuso un comunicato congiunto con cui chiedono l’istituzione di canali permanenti di accoglienza, sottolineando l’importanza dei processi di integrazione. Il seguente appello, che chiama a combattere l’indifferenza, è sottoscritto da Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola valdese; Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio; e Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Un progetto ecumenico per accogliere e integrare

Nella settimana alle nostre spalle nel Mar Mediterraneo sono morte almeno 800 persone che fuggendo dalla fame, dalle persecuzioni e dalla guerra cercavano di raggiungere l’Europa. Non le ha uccise la violenza del mare ma l’indifferenza di chi non vuole capire che i migranti che arrivano esausti sulle nostre coste non sono avventurieri attratti dal benessere dell’Occidente ma uomini, donne e bambini in fuga da tragedie diverse e collegate tra loro: povertà, desertificazioni, bombardamenti, deportazioni, torture. Il rapido aumento di minori spesso non accompagnati da nessun genitore ci dà la misura di una crisi che si fa sempre più acuta.

Di fronte a quella che sta diventando una routine della morte, come cristiani combattiamo quella che papa Francesco, non a caso da Lampedusa, ha chiamato la “globalizzazione dell’indifferenza”. E’ la nostra coscienza di persone che hanno conosciuto e confessano l’amore di Cristo che ci spinge a fare quanto è nella nostra capacità per proteggere le persone più vulnerabili, accoglierle in luoghi sicuri e accompagnarle nel loro percorso di integrazione in nuovi paesi. Ed è la vocazione cristiana alla pace e alla giustizia per tutti – non solo per noi! – che ci fa dire, con le parole del Segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese past. Olav Fykse Tveit, che queste migrazioni “hanno cause profonde che noi dobbiamo assumere e combattere insieme nel nome del Dio della vita, per la salvezza dei migranti e dell’intera famiglia umana”.

E’ in questo spirito che noi, cattolici e protestanti insieme, abbiamo proposto ed avviato l’esperienza dei “Corridoi umanitari” che, sulla base di un protocollo sottoscritto con i Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri, hanno già portato in Italia circa 200 migranti in fuga dall’Iraq e dalla Siria. Sono persone vulnerabili e bisognose di protezione – profughi, donne sole, minori, disabili o malati – alle quali abbiamo garantito una via sicura di accesso in Europa. Lo abbiamo fatto con le nostre risorse per non pesare sul sistema di accoglienza predisposto dalle Istituzioni italiane, e ringraziamo quanti in tanti modi e in misura che non prevedevamo così alta hanno voluto sostenerci ad accompagnarci in questo servizio. E’ questo il segnale di un’Italia generosa, che capisce la gravità della situazione di chi scappa e bussa alle nostre porte, e che si sottrae ai cori di chi invoca impossibili muri o arriva a chiedere la fine dei soccorsi in mare perché potrebbero incentivare nuove arrivi.

Di fronte alla tragedia di cui siamo testimoni, i “Corridoi umanitari” si dimostrano un’alternativa possibile, sicura e sostenibile in grado di proteggere la vita e contrastare i traffici umani nel Mediterraneo. Ringraziando le Istituzioni italiane che hanno creduto in questo progetto e ci stanno consentendo di realizzarlo, in questi giorni così carichi di dolore non possiamo che rinnovare il nostro impegno perché questa buona pratica possa consolidarsi in Italia, estendersi ad altri paesi europei e diventare un vero e proprio canale permanente di accoglienza riconosciuto e realizzato a livello comunitario.

Ce lo chiede la nostra fede che ci esorta a nutrire chi ha fame e a dar da bere a chi ha sete; ce lo consentono le normative vigenti che ammettono la concessione di visti per ragioni di protezione umanitaria; ce lo impone la tradizione culturale e giuridica dell’Europa che è nata e si è rafforzata affermando il principio della tutela dei diritti umani e della protezione internazionale.