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lux lucet in tenebris

convinzioni


lux lucet in tenebris

BENVENUTO, BENVENUTA! 

Vogliamo dirti che la tua vita è accolta nell’amore di Dio e che la testimonianza evangelica concepisce la fede in Gesù Cristo in modo differente rispetto alla cultura dominante nel nostro Paese: è un credere “altrimenti”.

La Chiesa evangelica valdese di Pinerolo aderisce alla Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) presenti in Italia, in Svizzera e nel Rio de la Plata: www.chiesavaldese.org.

Tutto iniziò nel XVI secolo in Germania con Martin Lutero, in Svizzera a Zurigo con Huldrych Zwingli e a Ginevra con Giovanni Calvino.  Alla Riforma protestante aderì il movimento valdese, diffuso in Italia e in Provenza dal XII secolo, con il Sinodo di Chanforan (1532). 

La Chiesa valdese è dunque “madre della Riforma protestante”. Oggi nel mondo le chiese del protestantesimo storico contano 450 milioni di membri, cui si devono aggiungere almeno 300 milioni di “nuovi evangelici” delle chiese evangelicali e pentecostali. 

Ogni domenica mattina, la comunità si riunisce al cospetto del Signore nel culto domenicale, alle ore 10, nel tempio valdese con entrata in via Diaz. Ti aspettiamo al culto!

Credo perché? Diventare valdese, perché?

Proviamo a parlare della nostra fede, ecco diverse testimonianze di membri di chiesa e simpatizzanti, raccolte nella Settimana di evangelizzazine a Pinerolo, 5-11 maggio 2014.

“Credo e mi meraviglio di credere”

“Credo in Gesù che è risorto”

“Credo che avere fede sia avere speranza”

“Credo perché Dio mi dà la grazia di credere”

“Credo perché il Signore mi conforta e mi sostiene tutti i giorni”

“Credo che la vicenda di Gesù Cristo sia il segreto della vita e del mondo”

“Credo per trovare le parole per dirlo e per dire la gioia in Gesù Cristo”

“Credo che il Signore è risuscitato, Egli è il Vivente in mezzo a noi”

“Credo per annunciare il Regno di Dio e crescere nella fede” 

 

Una chiesa di frontiera 

La chiesa evangelica valdese di Pinerolo comincia a nascere - all’indomani dell’emancipazione (17 febbraio 1848), con la concessione delle libertà civili - nella periferia delle Valli valdesi, nella cerniera che collega la «terra dei padri (e delle madri)» a quell’Italia che guardava con diffidenza, se non con esplicita insofferenza, alla cultura protestante basata sulla responsabilità personale e sul rifiuto della mediazione, in tutte le sue vesti. Mentre le Valli uscivano dal ghetto della segregazione civile, Pinerolo entrava nello spazio protestante come prima «stazione» nel campo dell’evangelizzazione.

Il tempio valdese viene inaugurato nel 1860 e da allora la testimonianza evangelica in città ha cercato e trovato diversi interlocutori. 

Oggi la comunità valdese conta un migliaio di persone e il loro contributo nel dibattito pubblico affronta diverse tematiche: laicità delle istituzioni e della scuola, convivenza democratica e pluralista, libertà religiosa e di culto per tutte le confessioni religiose, libertà di non credere, accoglienza dei diversi orientamenti sessuali, disposizioni di fine vita (cosiddetto testamento biologico), ecc.

Frontiera, dunque, fra chiesa di popolo e chiesa di minoranza, ma anche fra mondo agricolo e realtà industriale, peraltro del tutto devastata negli ultimi decenni.

Essere o diventare valdese a Pinerolo, significa cercare di vivere la fede evangelica nella condizione inpegnativa della minoranza. A Pinerolo, non si è valdesi solo per nascita, bisogna diventarlo o volerlo rimanere: la consapevolezza è d’obbligo e costringe a fare i conti continuamente con se stessi e con Dio.

La frontiera principale è quella dell’ecumenismo, dove il dialogo ha portato frutti importanti come i testi ufficiali relativi ai matrimoni interconfessionali. Non ci s’invita reciprocamente solo nel corso della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc), ma ci si frequenta e si riflette insieme. E insieme cerchiamo di accogliere le sfide del nostro tempo (il Centro ecumenico di ascolto e il relativo Emporio solidale vanno in questa direzione).

La condizione di minoranza che vive sulla frontiera insegna a interloquire un po’ con tutti, con il «territorio» e con i suoi attori; questo consente di strutturarsi in articolazioni sempre nuove e diverse e ci offre un’identità che oggi ci viene riconosciuta: quella di rappresentare uno spazio aperto di ascolto, incontro, confronto. 

La comunità valdese di Pinerolo è una chiesa carrefour dove persone nuove si avvicinano, nella piena libertà di chi vuole approfondire o anche solo curiosare, per decidere poi se fermarsi per un giorno o per sempre. 

Gesù stesso, d’altra parte, ha ridefinito il senso della sua missione in senso universale quando è stato interpellato e disturbato da una piccola donna pagana insistente (Matteo 15, 21-27). E abbiamo la speranza e la fiducia che il Signore ci mantenga in questa vocazione che può condurre ogni giorno alla gioia di chi si sente sorpreso e meravigliato.

Per chi vuole approfondire la fede e storia valdese, al martedì sera, con cadenza quindicinale, vi è un gruppo di formazione per adulti, nei locali della Chiesa valdese di Pinerolo, in via dei Mille, un luogo di incontro e confronto per condividere i propri dubbi e le proprie convinzioni in una prospettiva protestante, in un clima accogliente e rispettoso delle differenze. Puoi scaricare la locandina qui sotto. 

Ti aspettiamo!

Per ulteriori informazioni, rivolgersi al pastore Gianni Genre, e-mail: ggenre@chiesavaldese.org, tel. 0121.374.867

 

LE NOSTRE CONVINZIONI

Solo a Dio la gloria

Nulla è sacro o assoluto tranne Dio. I protestanti pensano che nessuna impresa umana abbia carattere assoluto. Tutto è relativo al cospetto della sua santità e della sua giustizia. Nel nome del Dio di Gesù Cristo, che è il Dio della libertà e dell'amore, proclamano la libertà di coscienza degli uomini e delle donne del mondo e ne affermano un'eguaglianza derivante non dalla natura o da filosofie umane bensì dalla sovranità del Padre.

Solo Cristo

Come la testimonianza evangelica attesta, Gesù Cristo è il solo mediatore fra Dio e gli uomini e non v'è altro nome sulla terra che noi possiamo invocare per la nostra salvezza. Per questo, pensiamo si possa dire che il Protestantesimo ha ricondotto la fede al suo nucleo centrale ed al problema essenziale di essa, ossia alla domanda: "chi è per voi Gesù Cristo"? 

Sola grazia

La grazia è l'amore gratuito, unilaterale ed originario di Dio per l'umanità. Fin dall'inizio della Riforma protestante, nel XVI secolo, i protestanti insistono in modo particolare su questo articolo di fede.

In maniera indipendente dai propri meriti, l'essere umano è GIA' SALVATO malgrado la sua condizione di peccatore. Malgrado noi non siamo in grado di meritare alcunché da Dio a motivo della nostra situazione di totale miseria, non dobbiamo mettere in atto nessuna "pratica religiosa" per conquistarci l'amore, l'attenzione e la sua benevolenza. 

Questa fiducia assoluta in Dio solo rende gli uomini e le donne persone responsabili, adulte, libere da qualsiasi superstizione e mature. Proprio e soltanto perché sono amati, uomini e donne hanno ora la possibilità di amare il proprio prossimo. I protestanti cercano di fare il bene NON per acquisire dei meriti oppure per conquistarsi l'amore di Dio ma come risposta riconoscente per la salvezza data da Dio in Gesù Cristo soltanto. 

I protestanti non si rivolgono in preghiera ai morti e ritengono che essi siano già presso Dio: anche per questo - e perché non fondata sulla Scrittura - respingono la dottrina del Purgatorio, poiché la grazia sufficiente e perfetta di Dio ed il suo giudizio non ammettono soluzioni "intermedie". 

Non rendono dunque nemmeno il culto ai morti o ammettono loro funzioni d'intercessione e rifiutano, su base biblica, l'utilizzo di oggetti e paramenti ritenuti sacri, di reliquie, il culto delle immagini, delle statue, la pratica delle indulgenze e quanto ad essa collegabile. 

Non ammettono alcun tipo di culto a Maria, nostra sorella, né riconoscono quello dei santi o dei beati o possibilità da parte di qualsiasi creatura umana di facilitare, suscitare o mediare la grazia divina.

Sola fede

La fede, dono meraviglioso del Signore, nasce dall'incontro personale dell'essere umano con Dio. Può essere il risultato oppure l'inizio di un percorso difficile ma sempre accessibile a chiunque oda la Parola Dio come contenuta nella Bibbia.

Sola Scrittura

Per i protestanti la SOLA autorità riconosciuta in materia di fede è la Bibbia. Essi non riconoscono dunque nessun magistero ecclesiastico come fonte ed interpretazione della rivelazione divina. 

Nella Bibbia gli ebrei, Popolo di Dio, e i cristiani, innestati sulla radice d'Israele sono insieme legati a Dio sino alla fine dell'era presente. L'attuale comprensione del contenuto della Scrittura deriva dagli sforzi di tutte le chiese cristiane, nel rispetto dei loro doni e delle loro diversità. 

La Bibbia non viene presa in senso letterale ma è interpretata secondo le più avanzate ed affidabili ricerche esegetiche e scientifiche su di essa, sempre alla luce e nell'attesa dell'azione dello Spirito santo in coloro che vi si accostano. Non è considerata dai protestanti come una somma di dogmi da imparare o come un codice morale da mandare a memoria. 

Piuttosto, essa è un nutrimento vivo, oggetto privilegiato ed infinitamente ricco di spunti di riflessione, fonte di preghiera e d'ispirazione per la vita di tutti i giorni. Essa è anche il centro delle pratiche spirituali del protestante, sia di quelle individuali (preghiera quotidiana, lettura e meditazione del testo scritturale) e comunitarie (culto, canto, studio biblico, seminari, ecc.).

 

CHIESE SEMPRE DA RIFORMARE

Nel 1948 il teologo riformato Karl Barth scriveva: "la chiesa consiste nella riunione di quegli uomini e quelle donne che il Signore vivente Gesù Cristo sceglie e chiama per essere testimoni della vittoria che egli ha già conquistato, e araldi della sua futura manifestazione".

Le chiese oggi radunano dunque tutti coloro che confessano come loro personale Signore il Dio di Gesù Cristo, in modo più particolare amministrando in modo fraterno ed aperto a tutti i due sacramenti del battesimo e della Cena del Signore, i soli istituiti da Gesù e dunque i soli riconosciuti. 

Pur essendo anch'esse delle "istituzioni" le chiese non esercitano alcuna mediazione fra Dio e i fedeli. Si tratta di comunità umane che si evolvono senza posa al ritmo della stessa umanità, con essa soffrono e gioiscono. Proprio perché ritengono che a capo invisibile della Chiesa universale vi sia il Cristo, i protestanti sono convinti che le chiese concrete possano avere carattere di organizzazioni democratiche e di eguali, senza gerarchie, come comandatoci dal Cristo. 

Malgrado la presenza di tante chiese protestanti differenti e con tendenze teologiche a volte divergenti, si ritiene che ciò che le tiene unite sia la parola di Dio come contenuta nella Bibbia. Tutti i protestanti cercano Cristo e il Padre Suo a partire dalle Scritture.

La libertà individuale

La libertà individuale appare al protestante come un valore fondamentale. Nel protestantesimo non vi sono istituti come la "scomunica" oppure prescrizioni catechetiche di ordine etico. Questa libertà tuttavia implica che il singolo sia responsabile in modo personale della propria fede e del proprio comportamento sia nella società sia davanti a Dio. La libertà donataci in origine dal Dio di Gesù Cristo è un appello a riflettere ed a costruire le proprie convinzioni a partire dalle indicazioni e dalle possibilità offerte dalla Parola di Dio come contenuta nella Bibbia. 

In tutto il mondo i protestanti sostengono in maniera ferma il principio della separazione fra poteri pubblici e confessioni religiose e quello della neutralità dello stato in questioni legate alla religione.

Il sacerdozio universale

Nella Chiesa universale cristiana, qualunque battezzato ha lo stesso rango, pastori e non pastori, comunemente detti “laici”, anche se nelle chiese riformate tutti sono laici. 

I pastori e le pastore  - che possono sposarsi - non sono i membri di una categoria sacra "a parte", ma sono coloro la cui vocazione e la cui formazione teologica permettono di animare la comunità, di aiutarne la ricerca di fede e di sostenerla con cura nelle prove della vita. La fine di qualsivoglia classe sacerdotale dopo l'opera compiuta da Gesù Cristo fa sì che il cristiano non necessiti di un clero oppure di qualcuno che si attribuisca il potere di rimettergli le colpe o di mediare la grazia inarrestabile di Dio. 

Per questo il Protestantesimo ha abolito il codice di Diritto canonico e, più in generale, respinge le concezioni secondo le quali le chiese possono disporre di un ordinamento giuridico loro proprio, fatta salva la necessità laica di disporre di semplici e chiari regolamenti. Ciascuno è però responsabile in modo diretto ed immediato davanti al Dio della Grazia. 

La testimonianza di fede e l'impegno in questo mondo in cui Dio ci ha posti, sono un dovere di tutti i protestanti membri delle loro innumerevoli chiese sparse nel mondo secondo nomi ed organizzazioni differenti. 

I protestanti non possono ritenersi né migliori né più sapienti di altri loro fratelli e sorelle. Tuttavia, testimoniano con franchezza e gioia la Buona Novella che libera l’essere umano dalle proprie angosce e rende pronti a servire il prossimo. In altri termini, non sono in alcun modo degli eroi, eppure ritengono che la sovranità assoluta del Dio della Bibbia debba essere affermata nella vita profana e nel concreto operare in tutti gli ambiti di questo mondo.